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Trial of the Gods – Recensione

Diventate eroi dell'antica Grecia con Trial of the Gods, il gioco da tavolo protagonista della nostra recensione. Asmodee pubblica infatti in Italia l'interessante deckbuilding di Ludus Magnus Studio, sviluppatore romano noto anche per Black Rose Wars. Prendete spada e scudo e preparatevi a lanciarvi alla ricerca del Vello d'oro!



Sacro e profano



Quello delle divinità è un tema che ha sempre stimolato gli ideatori di giochi, siano essi fisici o digitali. Per citarne un paio ben noti a chi ci segue, God of War e Hades hanno sicuramente a modo loro segnato un'epoca. Partiamo proprio dal roguelike di Supergiant Games per avvicinarsi a Trial of the Gods, visto che l'ambientazione è proprio quella dell'antica Grecia. Nel boardgame di Ludus Magnus Studio, i giocatori vestono i panni degli Argonauti, la cui missione è quella di trovare i frammenti del Vello d'oro, la mitica armatura con poteri divini. Durante la loro ricerca, i nostri eroi si troveranno a viaggiare tra terra e mare, affrontare malvagie creature e di tanto in tanto dilettarsi con le Olimpiadi.



L'ambientazione di Trial of the Gods vuole apparire fin da subito prorompente. La scatola non lascia dubbi su quale sia il tema scelto, così come la componentistica generale. Sollevando il coperchio ci troveremo di fronte a una plancia che ci porta nel mar Egeo, con le sue isole e insenature dietro cui ci aspettano terribili mostri. Questi, così come tutte le altre miniature, sono realizzate in legno, con uno stile particolare che richiama le pitture dei vasi greci. Una base colorata su cui troviamo disegni bidimensionali di colore nero, di grande impatto e incredibilmente affascinanti, anche se a volte poco chiari. A dare ulteriore tridimensionalità alla board di gioco troviamo i templi, sotto cui nasconderemo i tesori, e le case degli dei, che alloggeranno ognuna un mazzo di carte.



Queste ultime riportano coloratissime e ispiratissime illustrazioni, che richiamano proprio il già citato Hades. Sia gli Argonauti che le divinità dell'Olimpo risplendono su carte dall'ottima dimensione e di grande qualità, pronte a resistere a numerose sfide. Più piccole invece le carte dedicate ai mostri, che riportano in maniera più minimalista tutte le informazioni per gli scontri. Alcune immagini sembrano un po' sacrificate, ma come vedremo già così Trial of the Gods è ricchissimo di elementi da tenere d'occhio. Probabilmente dunque si è trattata di una scelta specifica da parte del team. Sui colori scelti invece si poteva fare qualcosa di più: uno spunto più vivace avrebbe aiutato a distinguere i vari elementi a colpo d'occhio.



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Come giocare a Trial of the Gods



Ammirate le componenti, è il momento d'intavolare Trial of the Gods, impresa che per le prime partite rischierà di mettere a dura prova i giocatori meno esperti. Gli elementi nella scatola sono davvero tanti e di conseguenza anche i tempi di preparazione si allungheranno. Dapprima, bisognerà assegnare a ogni casa colorata una divinità, inserendo l'apposito token e collocando il mazzo corrispondente. Poi si consegneranno a ogni giocatore una plancia e tutti i token e le pedine di uno dei quattro colori, assegnando anche un Argonauta casuale (o scegliendolo, nelle partite avanzate).



Mostri terresti e argonauti restanti andranno mischiati, rimuovendone un numero specifico e unendoli per creare un mazzo. Utilizzandolo, si andrà a collocare una minaccia su ogni isola, a difesa dei templi. Nelle zone marine bisognerà invece evocare mostri pescando carte dal relativo mazzo. Tutti i mostri, sia marini che terrestri, andranno piazzati in un'apposita plancia divisi in base al livello, così che i loro parametri siano visibili a tutti. Gli Argonauti avranno invece un tabellone dedicato, così che possano essere identificati ognuno con un numero riportato anche sul meeple.



A conclusione della preparazione, ogni giocatore riceverà due talenti per livello (I, II e III) e la scheda del suo Argonauta da collocare sul lato Addestrato a indicare che il suo potere può già essere utilizzato. Andranno inoltre collocati otto cubi energia tra quelli in dotazione nello spazio apposito. Infine si posizionano casualmente i segnalini iniziativa sulla plancia Olimpiadi per stabilire l'ordine di gioco e si mischia il mazzo con le prove: l'ultimo giocatore pescherà due carte e sceglierà tra queste lo sport della prima Olimpiade. Sarete così pronti a sfidarvi in una corsa contro il tempo, fatta di cinque intensi round (o quattro nella versione introduttiva).



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Giasone e suoi amici



Ogni turno di Trial of the Gods si divide in tre fasi: Alba, Giorno e Tramonto. Nella prima, i giocatori spendono i punti energia a loro disposizione per acquistare talenti e carte divinità. Ogni personaggio ha il favore iniziale di due abitanti dell'Olimpo, ma potrà nel corso dei turno aumentare il numero per pescare più carte. Tutte quelle che acquisteremo si andranno ad aggiungere al nostro mazzo azione e ci forniranno anche punti Devozione (indicati dalle corone d'alloro) indispensabili a fine partita per massimizzare il punteggio. I talenti invece non forniranno punti ma vantaggi da utilizzare una o più volte per turno. Tutte le carte non acquistate andranno scartate.



Nella fase Giorno, i giocatori esploreranno il mar Egeo e le sue isole. Potranno compiere due azioni, giocando carte dalla loro mano. Ogni carta riporta sul lato sinistro i punti che potremo spendere per quell'azione: navigare, guarire, recuperare energia o posizionare alleati. Ogni carta può anche essere utilizzata per esplorare le isole, guardando segretamente il tesoro del tempio, oppure combattere i nemici. Nel caso in cui volessimo, potremo anche rinunciare alle azioni per sfruttare il potere speciale della carta in nostro possesso. Avremo carte con azioni, carte da usare in combattimento, durante le Olimpiadi e infine risposte da giocare nei turni dei nostri avversari.



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In caso di esplorazione o combattimento, potremo giocare fino a tre carte. Per esplorare, dovremo raggiungere un valore pari o superiore al primo segnalino scoperta libero dell'isola. Nel secondo dovremo confrontare il nostro valore con quello dell'avversario, aggiungendo eventuali punti bonus dati dal tiro dei dadi. Se il nostro valore sarà superiore infliggeremo un danno: con due sconfiggeremo il mostro. In caso poi il valore superi di 4 o più punti quello del nemico, infliggeremo due danni diretti.



Ogni mostro sconfitto ci farà ottenere punti e potremo reclamare la sua miniatura da schierare. Lo stesso vale per gli Argonauti sulle isole, che diventeranno Gregari e potranno essere addestrati nella fase Alba per usarne le abilità. Quando piazzeremo dei mostri (utilizzando l'azione dedicata), dovremo mettere sulla miniatura un cubo del nostro colore: saranno una minaccia per gli altri ma potranno subire un solo danno. Inoltre sconfiggendo un nemico potremo reclamare il tempio dell'isola, qualora non sia già in possesso di un altro giocatore, e sbloccare un bonus permanente e favori delle divinità aggiuntivi sulla nostra plancia.




Punto a vincere una medaglia d'oro



Dopo che tutti i giocatori avranno svolto le due azioni della fase giorno, sarà il momento di partecipare alle Olimpiadi. Prima si pescheranno carte fino a raggiungere il limite di mano, che cambierà sulla base dei punti vita. Poi i giocatori si sfideranno in tre round nella disciplina scelta per l'Olimpiade. Ogni sport indica le icone che dovremo contare per aggiungere punti sul tracciato fervore: chi sarà più avanti verrà dichiarato vincitore. Si daranno quindi ai primi tre le ricompense indicate sulla carta. A questo punto bisognerà riordinare i turni sulla base del posizionamento alle Olimpiadi e si passerà all'ultima fase.



Durante il Tramonto, si dovranno evocare mostri marini nelle aree in cui i giocatori avranno transitato e sarà possibile recuperare una quantità variabile di energia, indicata sui talenti in proprio possesso. Poi l'ultimo giocatore pescherà due carte Olimpiade scegliendone una per il turno successivo e si potrà ricominciare dall'alba. Al termine dei round, si passerà al conteggio dei punti, che viene diviso in quattro rami nei quali soltanto i primi tre classificati otterranno punti.



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Per il punteggio di esplorazione, si daranno punti ai giocatori in base ai pezzi del Vello d'oro che saranno riusciti a trovare. Ogni tempio andrà sollevato e il tesoro scoperto: chi avrà token sul numero maggiore di isole con parti del Vello sarà primo, a seguire gli altri giocatori. Per conteggiare la Devozione, invece, si dovranno contare gli allori delle carte nel proprio mazzo, stilando la classifica in base ai punti ottenuti. Stesso discorso per le bestie domate: basterà contare gli allori dei mostri sconfitti dai singoli giocatori. Infine, si otterranno punti sulla base dei segnalini Campione ottenuti vincendo le Olimpiadi.



I casi di pareggio vengono sempre risolti in favore di chi ha meno Disonore, segnalini negativi che si otterranno con specifiche azioni o in caso si debba scendere sotto il minimo di vita. Altrimenti si guarderanno le fiamme esplorazione, i ABC e gli ABC. Una volta conteggiata ognuna delle quattro branche, il giocatore che sarà riuscito a ottenere il punteggio più alto verrà dichiarato miglior Argonauta e quindi vincitore.



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Trial of the Gods: un peso più che medio



Le prime due o tre partite a Trial of the Gods lasceranno la maggior parte dei giocatori destabilizzati. Il primo allestimento del gioco vi poterà via almeno una mezz'ora, dato che dovrete capire dove collocare ogni elemento e cosa assegnare ai giocatori. La carne al fuoco, del resto, è davvero tanta: troviamo meccaniche di deckbuilding puro, accompagnate dai combattimenti, dal piazzamento meeple, la gestione delle Olimpiadi e la necessità di usare talenti e abilità. Tante cose che interagiscono l'una con l'altra, che possono portare a un po' di confusione.



La maggior parte dei giocatori (noi compresi) all'inizio probabilmente proverà a fare tutto al 100%, scoprendo che non è la strategia migliore per trionfare. Trial of the Gods è un gioco che chiede un importante focus mentale e un'attenta pianificazione: dovremo cercare di capire su cosa punteranno i nostri avversari e costruire il mazzo di conseguenza. Spesso abbandonare totalmente uno dei quattro obiettivi finali permetterà di creare un mazzo molto più performante. Resta comunque la sensazione che un paio di elementi potevano essere omessi oppure snelliti, per agevolare i meno tattici. Pur presentandosi come un peso medio, Trial of the Gods è un prodotto pensato per i giocatori esperti, che non hanno paura di un regolamento corposo e turni che possono diventare parecchio lunghi.



La durata ipotizzata, del resto, è molto generosa: 60-105 minuti sono quelli indicati sulla scatola, ma giocando in quattro, ossia il massimo consentito, arriverete facilmente sulle due ore. In tutto questo, l'interazione tra avversari rimane bassa: al netto delle carte risposta e della possibilità di schierare mostri, cinque turno sono davvero pochi per darsi reale fastidio. Certo, le Olimpiadi sono pensate per creare artificialmente sfide, ma spesso tutto si ridurrà a giocare le proprie tre carte più alte, sperando di superare gli avversari.



Tirando le somme, consigliamo Trial of the Gods a un pubblico esperto, desideroso di una battaglia tra cervelli in cui chi riuscirà a prevedere al meglio l'evolversi della sfida riuscirà a trionfare. Chi ama i giochi deckbuilding sarà sicuramente affascinato dalla possibilità di creare e gestire il proprio mazzo, seppur a differenza di altri prodotti sul mercato questo non sia l'unico elemento a fare attenzione. Chi invece ama esperienze meno impegnative potrebbe scontrarsi con una preparazione non esattamente snella e con tanti fattori da tenere in considerazione durante le partite. Nota a margine, lo scarso impatto dell'ambientazione scelta: tolti i nomi dei personaggi e le splendide illustrazioni, l'atmosfera greca si avverte solo marginalmente.




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18 agosto alle 17:00

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