Pikit – Recensione
Temibili mostri kaiju, enormi mecha e un gruppetto di amici a comandarli. Ecco gli ingredienti di Pikit, il divertente card game creato da Corentin Brand e pubblicato in Italia da Asmodee. Se vi piacciono gli anime giapponesi vi troverete di certo a vostro agio in questo nuovo gioco di carte, dove numerosi mostri vi aiuteranno a conquistare la vittoria contro i vostri amici!
Mostri sì, ma al nostro servizio!
Pikit è un veloce e divertente gioco di carte in cui i protagonisti sono dei kaiju, cioè gli iconici mostri partoriti dalla mente dei giapponesi e protagonisti di centinaia di film, cartoni, giochi e tanti altri media. Quello che dovremo fare è raccoglierne il più possibile per schierare a fine partita l'esercito più grande di tutti e distruggere i nostri avversari.
Il gioco è racchiuso in una compatta scatola, che può essere portata in viaggio. Pikit potrà essere giocato praticamente ovunque, dato il poco spazio occupato anche sul tavolo. Tirando i due dadi presenti potremo aggiungere alla nostra mano una o più carte rappresentanti i kaiju e se saremo fortunati anche un mecha. Ognuno di questi paurosi mostri ha delle abilità speciali e basterà scartare la carta che li rappresenta per attivarla.
Avere tante carte in mano sarà ben presto il nostro obiettivo. Questo sia per cercare di avere il maggior punteggio totale a fine partita, sia per avere delle valide alternative di gioco per adattarsi a ogni situazione che si presenterà. Potremo infatti rubare delle carte agli avversari o difenderci dai loro assalti grazie alle abilità dei kaiju.
Come si gioca a Pikit?
Imparare a giocare a Pikit sarà semplice e veloce. Per prima cosa prepariamo il tavolo disponendo i sei mecha presenti e il loro segnalino di cartone nell'apposito spazio. Fatto questo, metteremo otto carte scoperte sul tavolo. A questo punto un giocatore inizierà pescando una carta che metterà a faccia in su davanti a sé: continuerà a pescare fino a quando la somma delle carte non raggiungerà o supererà 10. Dopo che avrà effettuato le sue scelte gli altri giocatori faranno lo stesso. Si procede poi a eseguire turni in senso orario. Il giocatore di turno tirerà i due dadi presenti e potrà giocare una o più delle carte che ha in mano, oppure sfruttare il risultato dei dadi.
Con questa seconda azione, potrà prendere dalle otto carte scoperte una o più di queste, utilizzando i valori dei singoli dadi. Sarà anche possibile prendere una carta sfruttando la somma o ancora la sottrazione dei due valori. Se nessuna carta corrisponde a una di queste possibilità non potrà raccogliere alcun kaiju. Se invece uscirà una coppia di dadi uguali il giocatore di turno potrà aggiungere alle sue fila il mecha corrispondente. Se qualcuno dovesse aver già preso quel mecha il giocatore di turno sarà autorizzato a rubare invece una carta a caso da colui che lo possiede.
Ogni carta ha una particolare abilità: potremo ritirare un dado, oppure pescare una carta dalla mano dell'avversario o dalla cima del mazzo o altri effetti ancora. Inoltre alcuni kaiju conferiranno bonus speciali durante o alla fine della partita. Ad esempio se tireremo una somma di otto con i dadi potremo prendere tutte quante le carte con quel valore presenti tra quelle scoperte. Invece se pescheremo dalla mano di un avversario il kaiju con valore tre subiremo una penalità di tre punti e dovremo scartare quel maledetto mostro. Un'altra particolarità è che a fine partita il giocatore che avrà il maggiore numero di carte di valore uno avrà un bonus di ben quindici punti.
Equilibrio e tattica
Le strategie per vincere a Pikit non sono tantissime ma comunque ne abbiamo create diverse sin dalle prime partite. Certamente il fattore alea avrà un importante impatto, sia nel tiro dei dadi che nella varietà delle carte scoperte tra cui potremo pescare. Mitigarlo è possibile ma non sempre sarà facile. Abilità e fortuna quindi dovranno mischiarsi equamente se vorremo prevalere sui nostri amici.
L'unica cosa che abbiamo trovato piuttosto squilibrata è il kaiju numero otto. Questo potrebbe regalare al fortunato giocatore che azzecca il tiro un bottino davvero ricco. Questo vale in particolare nel caso ci siano più copie di questa carta disponibili. La rigiocabilità è alta in quanto le combinazioni di risultati e carte sul tavolo è piuttosto varia. Le partite, una volta imparate regole e le abilità dei kaiju, sono piuttosto veloci (15-20 minuti) quindi Pikit potrà essere usato come filler, giocando anche diverse mani consecutive.
Qualità portatile
Una nota estremamente positiva è la qualità dei materiali dell'intera produzione. Abbiamo già accennato al fatto che Pikit sia un gioco compatto e quindi perfetto anche per gli spostamenti. Ma questo è supportato dagli ottimi materiali e dall'attenta progettazione. Il portacarte interno con i suoi due vani potrà essere usato per distribuire le carte da pescare e conservare gli scarti, oltre che per alloggiare tutti i componenti una volta che andremo a riporre il gioco.
Ma quello che colpisce particolarmente è la scatola di cartone foderata con uno strato di feltro, che diventerà un comodissimo spazio per lanciare i dadi. Il resto dei materiali si compone di 63 carte (6 mecha e 57 kaiju) di buona fattura, 2 dadi con abbondanti dimensioni, 12 segnalini (6 penalità e 6 per i mecha) e naturalmente il regolamento per imparare a giocare. Come dice il detto: nella botte piccola c'è il kaiju vino buono.
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