1922, 1979, 2024: Nosferatu resiste al tempo
Murnau, Herzog e ora Eggers: tre registi che hanno messo in scena la loro interpretazione del celeberrimo romanzo di Bram Stoker, Dracula. La storia rappresentata è pressoché sempre la stessa: una giovane coppia viene separata all'improvviso da un incarico del marito: egli dovrà viaggiare fino in Transilvania per lavoro, dove incontrerà un conte, che si rivelerà essere un vampiro. Gli stili, però, sono profondamente diversi, e così i risultati e gli effetti sul pubblico.
Nosferatu il vampiro, Friedrich Wilhelm Murnau
Quello del 1922 è uno dei film che hanno segnato la storia del cinema, uno di quei film che vengono studiati e approfonditi nei libri e nelle lezioni universitarie. È forse il più famoso esempio di cinema espressionista tedesco, eppure, nel corso degli anni, ha avuto parecchi problemi ed è arrivato fino a noi grazie ad una sola copia clandestina, salvata da Murnau stesso.
A quanto pare, Nosferatu il vampiro fu realizzato senza che il regista fosse in possesso dei diritti d'autore del romanzo di fine 1800, così nomi e alcuni dettagli furono modificati (lo stesso conte Dracula è diventato conte Orlok, così come la coppia di protagonisti, Mina e Jonathan divennero Ellen e Thomas); gli eredi di Stoker denunciarono Murnau in ogni caso, che fu costretto a distruggere tutte le copie del suo film, riuscendo a salvarne una di nascosto.
A Murnau si deve la nascita del personaggio (e del concetto) di “Nosferatu”, che non è proprio equivalente a quello di Dracula. Per quanto si tratti sempre di vampiri, l'aura che circonda i due nomi è leggermente diversa: il conte Dracula è un gentiluomo, un soldato non-morto, carnefice sì, ma anche vittima della sua condizione, parte di un'atmosfera gotica e raffinata, dall'aspetto non troppo spaventoso o disgustoso. Nosferatu invece, è un'entità che sembra essere frutto degli incubi e delle leggende sull'origine del male. Nosferatu ha un aspetto più mostruoso, dalle unghie molto lunghe, il pallore estremo e i lineamenti quasi animaleschi o demoniaci. Egli è l'incarnazione del male e portatore di malattie. Da qui, il particolare focus del film sulla peste e sull'invasione dei topi, coincidente con l'arrivo di Orlok in città, prende forma.
Il film di Murnau è naturalmente un film muto e in bianco e nero, la storia va avanti anche grazie alle didascalie che mostrano i dialoghi, oltre che ad altre immagini di scritte, fogli dai font gotici, che contengono quella che sembra essere una leggenda, la leggenda di Nosferatu.
La storia è audace, inquietante: lo stile espressionista si riconosce nelle espressioni marcate degli attori e il netto contrasto tra luci e ombre.
Per quanto sia ormai un film più che centenario, quello di Murnau rimane un capolavoro, tutt'ora godibile e…recuperabile interamente su YouTube!
Nosferatu, il principe della notte, Werner Herzog
Il famoso film di Herzog è disponibile su Amazon Prime Video e, per quanto sia un remake di quello di Murnau, il Nosferatu del '79 ha qualcosa di diverso.
Innanzitutto, Herzog torna ad usare i nomi dei personaggi della storia originale, a partire dal conte, ridiventato Dracula, probabilmente per renderlo più riconoscibile; solo la moglie di Jonathan ha un nome diverso da quello della storia originale (Lucy invece di Mina).
Il cinema di Herzog è perfettamente riconoscibile: ha un'atmosfera raffinata, fatta di dialoghi sospesi e immagini alquanto statiche. Un'aria di romanticismo aleggia durante tutta la durata del film: la storia è inquietante, certo, ma non terrificante o terribile. Il conte (interpretato da Klaus Kinski, attore e collaboratore di Herzog in molti film) è più elegante della versione del '22, Lucy è aggraziata e più docile, anche se forte nell'animo. A differenza della Ellen di Murnau, la donna non cade nella follia, ma resta più lucida di tutti gli altri: intelligente e riflessiva sarà la salvezza del paese, ma non di sé stessa, né del marito. Abbiamo anche la forte presenza del Dottor Van Helsing, figura ormai celebre nell'immaginario comune, rappresentata in varie versioni; alla fine del film è lui a dare il colpo di grazia al vampiro, trafiggendolo con il famoso paletto di legno.
Le musiche assecondano il modo quasi sacrale del regista di raccontare la storia, senza mai sfruttare jump scare o incalzare lo spettatore in modo eccessivo: anche le scene più tenebrose vengono girate con grazia e lentezza, lasciando allo spettatore una sensazione dolceamara. Herzog trasforma il terrore in tristezza, attraverso inquadrature che sembrano dipinti su tela (non possiamo esimerci dal definirne alcune dei veri capolavori, come la scena dell'ultimo banchetto della famiglia appestata).
Inoltre, c'è un interessante risvolto finale in questa versione, non presente nell'originale del '22: Jonathan si trasforma in vampiro.
E così, la tenera storia di sacrificio viene modificata, diventando un amara metafora del cerchio della vita, il male gira ed è impossibile estirparlo del tutto; nel frattempo la città è decimata, le autorità non sono più in carica e nessuno crederà mai alle ammirevoli azioni di Lucy, o il suo amore per Jonathan.
Per quanto il meno terrificante, quello di Herzog è il film che più di tutti sembra riflettere con un tono amaro sulla condizione dell'uomo, il film che sembra avere un lieto fine solo di facciata, che nasconde la verità.
Nosferatu, Robert Eggers
Ed eccoci all'ultima versione, quella del 2024. Come specificato nella nostra recensione del film, il regista è rimasto affascinato da Nosferatu il vampiro sin da piccolo, e il suo è quindi un remake dalle intenzioni più vicine a quelle di Murnau che a quelle di Herzog.
Questo è il risultato del passare degli anni, il raggiungimento dell'apice, dell'estremo, in un mondo in cui si ha la possibilità di farlo. L'horror regna sovrano, l'atmosfera aggraziata lascia il posto al body horror e all'oscurità degli incubi.
Il conte Orlok di Skarsgård è elegante, ma terribile, un uomo non più vivo, in stato di decomposizione e putrefazione, ma ben vestito e dall'aria altolocata. Il lavoro che è stato fatto dall'attore e dagli sceneggiatori in generale sulla lingua è impressionante: Skarsgård (ma non è l'unico) ha un forte accento e spesso parla in rumeno, e usa parole rituali e di leggende dalle intenzioni oscure.
La parte che è portata maggiormente all'estremo però è quella della follia e della sessualità. La Ellen interpretata da Lily-Rose Depp è l'assoluta protagonista, travolta da emozioni strazianti e traumi raccapriccianti. Viene approfondita la condizione della donna attraverso immagini metaforiche ed inquietanti, visioni eccessive e una sessualità esagerata e disturbante. Questa storia addossa le colpe sulla voluttà della donna, mostrando come la società demonizzi il desiderio, l'indipendenza e la forza femminile, mostrandocelo in maniera diversa, attraverso l'horror e il sangue. Il conte è più di un vampiro, è il male, l'oscuro, la possessione.
Eggers è un regista molto discusso, amato e odiato, sicuramente complesso e controverso. In ogni caso, ritengo che Nosferatu possa essere un film apprezzato dagli amanti dei film dell'orrore e le storie estreme, indipendentemente dalla provenienza della storia e dei registi predecessori. Riconoscere chicche raffinate e citazioni dal romanticismo gotico come la battuta di Ellen sui fiori all'inizio del film, però, di certo arricchisce l'esperienza.
Ffrwydrad
Il primo è incredibile