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M Il figlio del secolo – Recensione

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Non ho letto il romanzo M Il figlio del secolo dal quale è tratta l'omonima serie TV Sky Original di cui sto per parlarvi. Mi ci sono approcciato quindi completamente all'oscuro della qualità della storia e anzi con qualche dubbio al riguardo.



Le serie storiche di questo tipo devono, per forza di cosa, romanzare molto degli eventi dei quali sappiamo già molto, trattandosi di storia moderna e ben documentata. Questo processo di scrittura può risultare in una serie di problematiche ma anche essere fatta con un certo ritegno.



I due estremi a cui mi piace pensare sono il quasi parodistico Napoleon di Ridley Scott e il molto meglio realizzato (per quanto anch'esso non esente da esagerazioni e inesattezze storiche) Chernobyl, serie famosissima che racconta i retroscena dell'esplosione della centrale nucleare.
M Il figlio del Secolo Recensione un'affascinante racconto della nostra storia recente che vuole ricordarci i pericoli degli anni più bui dell'Italia.
M Il figlio del secolo inoltre correva un ulteriore rischio, specie dal punto di vista di un italiano, cioè quello di poter risultare un'apologia al fascismo rendendo Mussolini un carismatico leader vittima delle circostanze. In retrospettiva, forse mi ci sono approcciato con troppo pessimismo. Dopotutto, lo ricordo, non sapevo nulla del romanzo e non sapevo delle sue due vittorie de l premio Strega.



Al netto delle 8 puntate della prima stagione, divisa in volume I e volume II entrambi da 4 capitoli, posso dire che M Il figlio del secolo è una serie che si colloca più nel lato "Chernobyl" che in quello "Napoleon".



L'interpretazione di Marinelli è l'assoluta protagonista della serie



La produzione è solida, la sceneggiatura ben scritta e eccellentemente recitata da un Luca Marinelli in stato di grazia e la regia di Joe Wright si alterna tra scene semplici ma ben realizzate e qualche esperimento qua e là che ho personalmente apprezzato. Non si tratta di una serie tv perfetta, ma decisamente promossa con ottimi voti.
L'incoerenza della "Bestia"
A mio parere i due punti cardine sui quali si basa questa serie tv sono la sceneggiatura e l'interpretazione di Mussolini affidata da Marinelli. Fortunatamente questi sono anche i principali punti di forza dell'esperienza e personalmente consiglierei la visione anche solo per premiare tali pregi.



Come già citato, ho apprezzato immensamente Marinelli che è riuscito non solo a portare sullo schermo un Mussolini convincente ma anche a trasmettere alla perfezione l'ipocrisia insita nel personaggio e costantemente messa in primo piano dalla sceneggiatura.



Spesso Mussolini si riferisce a sé stesso come una "bestia che sente il tempo che viene" e al centro di questa bestia c'è una profonda incoerenza. La scrittura però non prende per mano lo spettatore, spiegandogli ancora e ancora che si, il fascismo è sbagliato, ma semplicemente mostra tali incongruenze tramite gli avvenimenti o i discorsi stessi del protagonista.



Non era semplice riuscire a rendere un personaggio di questo tipo, sia come dialoghi che come interpretazione, ma sia la sceneggiatura che la prova di Marinelli sono eccezionali e trovo che riescano a produrre una storia d'accusa difficile da fraintendere ma allo stesso tempo evitano di diventare una spiegazione da libro scolastico del periodo più buio della nostra storia (o almeno l'inizio di tal periodo).



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La sceneggiatura è indubbiamente l'arma più forte della serie tv
Capire senza empatizzare
Il regista Joe Wright ha dichiarato che nel lavorare a questa serie ha sempre cercato di capire la storia, senza empatizzare però con la figura di Mussolini. Cosa evidente da come ha deciso di presentare gli eventi nel corso degli 8 otto episodi. 



Tuttavia ci sono delle libertà creative qua e là, inevitabili per una produzione di questo tipo e che pare siano comuni anche al libro (che comunque ancora non ho potuto recuperare, quindi prendere queste ultime parole con il beneficio del dubbio). Non trovo che le inesattezze storiche vadano ad urtare la qualità del prodotto, in quanto la tesi alla base della storia non viene danneggiata in alcun modo.



Tale tesi è, se non si fosse capito, che la natura del fascismo è nella paura e che l'unico modo per soffocarlo è non cedervi, in massa. M Il figlio del secolo è infatti una storia che principalmente tratta di paura, inquadrando anche la rabbia dell'uomo comune deluso dai risultati della prima guerra mondiale come un tipo di paura.



Le paure stesse di Mussolini sono esplorate (per quanto solo superficialmente in questa stagione) e informano gran parte delle sue azioni. L'intero comparto narrativo è secondo me estremamente solido e riesce nel suo obiettivo a pieno. Ci sono delle scene in cui il regista sembra un po' crogiolarsi nella rappresentazione della violenza ma personalmente non mi sono mai sembrate "troppo".
Dove si scricchiola
Come ho citato in apertura, non penso che questa sia una serie perfetta quindi è giusto che dedichi qualche frase anche a spiegare cosa non ho apprezzato, Principalmente si tratta di alcuni elementi di sostegno al racconto ma che non riguardano la scrittura.



Innanzitutto trovo che Luca Marinelli sia stato fantastico ma non posso dire lo stesso di tutti gli altri attori coinvolti nella serie tv. Ho potuto guardare gli episodi in italiano, apprezzando quindi a pieno le prove attoriali e alcune non mi sono sembrate all'altezza, specie quando affiancate a Marinelli.



Francesco Russo nel ruolo di Cesare Rossi è secondo solo a Marinelli ed è uno dei pochi che riesce a condividere la scena con il protagonista senza venirne messo in ombra. Sfortunatamente non è il caso con altri dei ruoli secondari. Inoltre di tanto in tanto le scenografie non mi han convinto, è capitato che alcune scene all'aperto sapessero molto di fittizio.



Un plauso alle colonne sonore, molto carine e che accompagnano bene le scene a cui sono associate.



M Il figlio del secolo è una serie tv molto più solida e tematicamente ricca di quanto non potessi aspettarmi. In un periodo storico come il nostro è sempre importante ricordare i momenti bui della nostra storia recente poiché la storia è destinata a ripetersi ma sta a noi reagire in modo adatto. Come si vede negli atti finali della serie tv, sta a noi non rimanere in silenzio.



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domenica alle 12:10

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Non ho capito il nesso con la serie Chernobyl

 

Le opere che si riferiscono a fatti storici spesso tendono a "romanzare" gli avvenimenti ma con approcci e risultati diversi. Lo stile di questo resoconto è più simile allo stile serio di "Chernobyl" piuttosto che a qualcosa di più esagerato e parodistico.