Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo – Recensione
Amanti dei punta e clicca, preparatevi a una grande sfida: Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo, protagonista della nostra recensione, vi farà vivere incredibili emozioni. Pubblicato da dV Games e realizzato da Marco Pranzo, questo gioco da tavolo narrativo ci poterà a esplorare il mitologico labirinto.
Il Minotauro, suppongo?
Qualsiasi amante dei videogiochi, dall'esperto di turno al neofita, conosce la definizione di punta e clicca. Uno dei generi più antichi, che vanta tra le sue fila opere storiche come Broken Sword, Monkey Island e Leisure Suit Larry, ma che affonda le sue origini negli anni Ottanta, con titoli quali Labyrinth e Enchanted Scepters.
Tutt'oggi, i punta e clicca godono di una discreta fama, nonché di un vasto pubblico di appassionati. Le recenti remastered del già citato Broken Sword, di Grim Fandango e simili certificano un amore intramontabile. Ecco perché non ci stupisce che un editore come dV Games abbia deciso di provare a trasformare un genere tipicamente videoludico in un boardgame.
Nasce così Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo, titolo che come lascia intuire il nome ci porta all'interno della mitologia greca, specificatamente rifacendosi al mito del Minotauro. Il gioco non racconta però direttamente la storia di Minosse e della nascita della creatura, figlia dell'unione tra Pasifae e un toro, ma piuttosto di un momento successivo, in cui il protagonista è proprio il giocatore.
Come si gioca a Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo
La narrazione di Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo inizia con un naufragio, che ci porta ad approdare sulle coste di Creta. Poseidone, che nella sua magnanimità ci ha salvato, chiede in cambio un favore: salvare proprio il Minotauro dalle grinfie di Teseo. Per farlo, saremo chiamati a interagire con alcune celeberrime figure, da Arianna fino a Efesto, usando la nostra abilità per risolvere vari enigmi.
Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo non presenta un vero e proprio tabellone di gioco, bensì quattro mazzi distinti. Uno è composto da carte oversize, che andranno a comporre la mappa di gioco. Altri tre invece, di dimensioni regolari, includono gli eventi, le carte oggetto e le profezie. Queste ultime sono le imprese che dovremo portare a termine per avere successo nell'avventura.
Il gioco è completato da una pedina Eroe e da 8 segnalini Favore, che saranno specchio di quanto gli dei greci stiano apprezzando il nostro operato. Alcune azioni ci faranno guadagnare punti Favore, altre invece ce ne faranno perdere. Alla fine della partita, un confronto tra profezie completate e punti favore residui permetterà di calcolare il punteggio complessivo. Questo, ovviamente, a patto di sopravvivere fino alla conclusione dell'avventura.
Io quell'albero non lo toccherei
Come gli estimatori di punta e clicca sapranno bene, questo genere di titoli comprende una fase di esplorazione, con vari indizi visivi da cogliere, e una d'interazione in cui combinare gli oggetti raccolti con elementi ambientali. Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo funziona nella stessa identica maniera. Le carte evento rivelano quali parti di mappa disporre: da quella contenente la pedina Eroe potremo spostarci per scoprire nuove aree e interazioni.
Ogni zona riporta un numero, collegato a una certa quantità di eventi. Alcuni ci porteranno a una semplice interazione, in cui leggere il retro della carta stessa. Altri invece, riportanti punti di domanda, richiederanno l'utilizzo degli oggetti recuperati. Affiancando le carte e girandole potremo trovare interazioni generiche, specifiche oppure nessuna delle due. Nel caso ci sia un paragrafo, dovremo leggerlo e applicarne gli effetti, altrimenti rimetteremo a posto la carta in attesa del momento giusto.
Con il proseguo dell'avventura, ci troveremo ad avere un discreto numero di eventi e oggetti da usare e saremo chiamati a scegliere saggiamente, pena la rapida perdita di punti Favore. Questi si riveleranno fondamentali per accedere ad alcune aree: perdetene troppi e non potrete esplorare percorsi secondari con utili strumenti. Se saremo così abili da terminare la campagna, potremo anche sbloccare uno dei vari finali disponibili, più o meno buoni a seconda delle nostre scelte.
Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo, un punta e clicca alla portata di tutti
Nonostante la sua struttura fatta di combinazioni e di possibili errori, Il Labirinto di Dedalo ha una difficoltà di completamento piuttosto bassa. Il gioco di Marco Pranzo si concentra in maniera importante sull'ambientazione e sulle interazioni, senza mai proporre veri enigmi da risolvere. Non aspettatevi quindi un'esperienza in stile escape room, quanto piuttosto una sorta di visual novel con varie interazioni.
La possibilità di sbagliare alcune scelte è concreta, ma non esiste, come in opere quali T.I.M.E. Stories e simili, un vero e proprio game over. Semplicemente, potremmo ritrovarci senza punti Favore e dunque tagliati fuori da alcune aree. Questo comporta la perdita di punti nel giudizio finale, ma non l'impossibilità di completare la storia. Anche i finali presenti non sono così distanti l'uno dall'altro, il che rende (purtroppo) superflua una seconda partita. Salvo un paio di eccezioni, non avremo bivi narrativi o strade secondarie che rimarranno inesplorate.
Anche così però, Lost in Adventure: Il Labirinto di Dedalo rimane un'avventura affascinante, accompagnata da disegni di grande qualità. Vedere le varie aree (e in particolar modo il labirinto) che si dipanano davanti ai nostri occhi è davvero piacevole. Intrigante anche la gestione dei dialoghi, nonostante a tratti il protagonista possa sembrare cinico e un filo smargiasso. Buona anche la durata complessiva: se esplorerete ogni angolo, ci vorranno un paio d'ore per terminare l'avventura.
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