LA SAPONIFICATRICE DI CORREGGIO di Francesca Mongavero: recensione
La saponificatrice di Correggio di Francesca Mongavero è uno dei titoli della nuova collana “Ner900” di Giunti Editore, a cura di Gianni Biondillo, un progetto che coniuga narrativa noir e approfondimento storico. La collana si propone di indagare i lati più oscuri della società del Novecento, con particolare attenzione a eventi realmente accaduti e personaggi controversi, reinterpretati attraverso una lente narrativa che mescola cronaca, psicologia e finzione. In questo contesto, il romanzo di Mongavero si concentra sulla figura di Leonarda Cianciulli, la tristemente celebre “saponificatrice di Correggio”, per offrire un ritratto complesso e inquietante di una donna segnata dal destino e dalla follia.
Trama
Leonarda Cianciulli è una donna nata e cresciuta in un'Italia rurale, segnata da superstizioni, povertà e un destino crudele che sembra accanirsi su di lei. Dopo aver subito una serie di aborti spontanei e perso numerosi figli, Leonarda si convince che la sua famiglia sia vittima di una maledizione. Questa convinzione, unita a un contesto di disperazione e fragilità mentale, la porta a credere che solo il sacrificio umano possa proteggere i suoi figli.
La narrazione segue il suo progressivo sprofondare nella follia, esplorando la sua vita familiare, i suoi rapporti con le vittime e le motivazioni dietro i macabri crimini che l'hanno resa una delle prime serial killer italiane. Leonarda non solo uccide le sue vittime, ma trasforma i loro corpi in sapone e dolci, convita di compiere un gesto necessario e salvifico.
“So io sola, vidi dietro la porta, la morte, la dinoccolata, che con le occhiaie vuote stendeva le braccia ossute, facendomi capire che era venuta a rapirmi la mia piccola. La guardavo, senza poter parlare, come paralizzata, né potevo alzarmi per proteggere la mia bimba. Non ditemi di no, io la vidi la scheletrita ladra si era nascosta sotto la culla del mio sventurato piccino e vedendosi scoperta se ne andò a nascondere dietro la porta di casa mia con le braccia tese che distendendole poco a poco, come fa l'ippinotizzatore, mi rapiva il mio piccino. Oh cari Voi ve ne ridete? Ancora, la ladra mi spezzò, mi annientò. mi rese infelice senza poter dire nulla, con l'orrore di un avvenire orrendo”.
Recensione
Francesca Mongavero riesce a combinare rigore storico e potenza narrativa in modo magistrale. La sua scrittura è evocativa, capace di restituire con vividezza l'atmosfera del Novecento italiano, un'epoca in cui superstizioni e difficoltà economiche potevano condizionare profondamente le vite delle persone. Leonarda Cianciulli non viene mai rappresentata come un semplice mostro, ma come una figura complessa, umanizzata da un passato di sofferenza e ossessioni radicate in credenze popolari.
“Una zingara, tra le linee della mano della candida fanciulla, legge un matrimonio e un'abbondante figliolanza destinata a perire; più avanti, una giovane gitana profetizza alla poverina, stanca delle litigate con la madre e la una sorella, un bivio poco allettante – ‘nella mano destra il carcere, nella mano sinistra il manicomio‘ “.
Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è la sua capacità di andare oltre il sensazionalismo dei crimini per concentrarsi sulla psiche della protagonista. La Mongavero scava nei pensieri più oscuri di Leonarda, mostrando come il confine tra vittima e carnefice possa diventare ambiguo. Il ritmo della narrazione è ben calibrato, alternando momenti di tensione a pause riflessive che permettono al lettore di assimilare l'impatto emotivo della storia.
“Leonarda Cianciulli sposa Raffaele Pansardi e abbraccia il suo fato, che ora ha i tratti di una granitica consapevolezza: è maledetta, il suo destino è segnato”.
“Cosa c'è per Leonarda? Il carcere o il manicomio. O, forse, solamente se stessa”.
Tuttavia, alcune sezioni potrebbero risultare leggermente prolisse per chi predilige una narrazione più diretta. Nonostante ciò, l'equilibrio tra introspezione e azione è tale da mantenere vivo l'interesse fino alla fine.
LA MENTE DI LEONARDA CIANCIULLI: UN VIAGGIO NELLA FOLLIA
Francesca Mongavero dipinge Leonarda Cianciulli con straordinaria complessità, trasformandola da semplice “mostro” a figura tragicamente umana. La sua follia non è fine a sé stessa, ma radicata in un passato di traumi e dolori: una maledizione materna, aborti spontanei, figli perduti. Ogni perdita sedimenta nella sua mente, alimentando un'ossessione per il controllo e la protezione della sua famiglia. L'autrice riesce a rendere credibile il passaggio graduale di Leonarda verso l'orrore. Le sue azioni, pur ripugnanti, trovano una logica distorta nella sua mente, basata su credenze popolari e superstizioni dell'Italia rurale del Novecento. Questo dualismo tra amore materno e crimine di un personaggio che è al tempo stesso vittima e carnefice, fragile e terribile.
“La brama nasce quando manca qualcosa, e in certi casi si tramuta in ossessione: è uno smottamento che sconquassa dalle fondamenta e apre una voragine. Per colmarla, si sarebbe disposti a tutto”.
“La ‘vera' Leonarda è già morta, tanto tempo fa, prima dei figli, prima del matrimonio, quando qualcosa è andato storto e ha mandato all'aria ogni prospettiva di una vita serena, normale“.
Il punto di forza del libro sta nel modi in cui l'autrice porta il lettore a empatizzare, seppur brevemente, con Leonarda. Mongavero scava nei suoi pensieri e nelle sue paure, mostrando come l'essere umano possa giustificare l'orrore in nome di un bene superiore. Questa introspezione lascia un segno profondo, costringendo il lettore a interrogarsi sui limiti della sanità mentale e sul peso delle convinzioni personali.
CONCLUSIONE
La saponificatrice di Correggio è un romanzo intenso, che lascia il segno. Si distingue per la profondità psicologica della protagonista, l'accuratezza storica e la capacità di raccontare un periodo e una mentalità che, seppur lontani nel tempo, suscitano ancora riflessioni sulla natura umana e sui suoi limiti.
Consigliato a chi ama il noir psicologico e le storie che affrontano il lato più oscuri della società, La saponificatrice di Correggio rappresenta una lettura coinvolgente e inquietante, degna di occupare un posto di rilievo nella collana “Ner900”.
Potete trovare questo inquietante e intenso libro QUI.
L'Autrice
Francesca Mogavero, classe 1986, è torinese di nascita, lucana e siciliana d'origine e monferrina di recente adozione. Lavora in ambito editoriale dai tempi dell'università e ha pubblicato racconti in riviste e antologie. Ama i Doors ma anche il Boléro, i Jefferson Airplane, Joe Strummer, le fiabe, il vino rosso e tante altre cose. Vive tra le colline con un marito e quadrupedi in numero variabile. Nel 2021-2022 ha vinto una borsa di studio per la Scuola annuale di Scrittura Belleville (Milano).