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LA COSCIENZA DELLE PIANTE di Nikolai Prestia: recensione

La coscienza delle piante di Nikolai Prestia, edito Marsilio Editori, è un romanzo di narrativa contemporanea incentrato sul personaggio di Marco Prezzini, in cui vengono esplorate le pressioni sociali e psicologiche che influenzano i giovani nel loro percorso di vita.



Trama



Marco Prezzini, è un ragazzo di trentadue anni, ricoverato in ospedale dopo un attacco di panico. Durante il ricovero, Marco ripercorre il proprio passato, rivivendo le esperienze universitarie a Siena, dove il mancato superamento di un esame ha innescato un ciclo di insicurezze, menzogne e delusioni. Questo viaggio interiore, scandito dal consumo delle sue ultime quattro sigarette, lo porta a confrontarsi con i fallimenti e con il peso delle aspettative familiari e sociali.



“Attorno a me l'età media è bassa soltanto per i cimiteri. Apro gli occhi. Li ho tenuti spalancati per quasi tutto il tempo, soltanto adesso sento di averli sotto controllo. Le immagini riesco a comprenderle, scorrono senza ostacoli, non tornano indietro e non si accavallano. Il Valium deve aver fatto effetto. “Senti, che mi chiami l'infermiera?” mi domanda la signora distesa sul lettino accanto alla mia barella. Io la ignoro, portandomi la mano sinistra sul viso per nascondermi. Non voglio alcuna interazione. Vorrei sparire”.

Recensione



Nikolai Prestia ci porta nella vita di Marco Prezzini, un giovane ragazzo segnato dal peso delle aspettative sociali e familiari. Il romanzo, comincia con Marco in ospedale, un evento scatenato da un attacco di panico che diventa il punto di partenza per un profondo viaggio introspettivo. La narrazione si sviluppa tra presente e passato, esplorando come le ambizioni non soddisfatte e le pressioni esterne abbiano influenzato il suo senso di identità.



“Il cuore palpita con un battito accelerato, la mano sinistra trema, la fronte sembra sudare freddo e le vertigini minano il mio già precario equilibrio. Sta tornando, penso. Stavolta ne comprendo i sintomi: la bestia non deve riavermi, così concentro il pensiero su un ricordo bello”.



Prestia dipinge il percorso di Marco come una riflessione sui sacrifici personali e sulla complessa ricerca di se stessi. La storia si addentra nei pensieri e nelle emozioni del protagonista, con uno stile intimo e coinvolgente, che rispecchia le paure e le speranze comuni a molti giovani adulti. La coscienza delle piante può essere vista come una metafora della resilienza e della crescita interiore: proprio come le piante, Marco lotta per trovare il suo spazio e le sue radici, anche in un terreno apparentemente sterile.



IL MALE DEL SECOLO TRA GLI STUDENTI: SUICIDIO E SALUTE MENTALE



Il problema della salute mentale e del suicidio tra gli studenti rappresenta uno dei mali più gravi della nostra epoca, influenzato da un mix di pressioni sociali, aspettative personali e isolamento emotivo. In La coscienza delle piante, Nikolai Prestia offre un importante lezione su come l'umanità possa trarre insegnamento dai ritmi naturali e dai legami invisibili che ci circondano.



“Non so davvero quale sia stato il meccanismo: dapprima era stata solo un'idea, una remota possibilità, troppo assurda, quasi più una paura da scongiurare che una probabilità. Ma pian piano era entrata dentro di me, fiutando le tracce, come un segugio, della mia immobilità e della mia paura sempre più atroce, convincendomi che fosse davvero l'unica via di uscita”.



Il libro ci invita a riflettere su quanto sia cruciale fermarsi e prendersi cura del proprio benessere interiore, non diversamente da come si deve nutrire la vita nel mondo esterno. Gli studenti spesso si trovano sommessi dalle aspettative accademiche e sociali, perdendo di vista l'importanza di dare spazio alla propria salute mentale. La visione di Prestia può suggerire a chi legge l'importanza del rallentare e di ascoltare la propria voce interiore, soprattutto nei momenti di crisi.



“Niente e nessuno, credevo, avrebbe potuto distogliermi dal gesto estremo: speravo e confidavo nella totale indifferenza dell'universo nei miei confronti. Il suicidio era il modo perfetto per scendere dal palcoscenico della mia esistenza, così da scolpire il mio ruolo, alla fine, non era da protagonista, ma da semplice comparsa”.



“Si faceva largo in me una nuova prospettiva: ipotizzavo più la morte che la laurea, il giorno del mio funerale più che la festa con i miei colleghi”.



In un mondo sempre più competitivo e connesso solo superficialmente, l'insegnamento del libro ci ricorda che il valore di ciascuno non deriva esclusivamente dai risultati o dalle aspettative, ma dalla capacità di vivere in armonia con se stessi. Questa riflessione potrebbe offrire agli studenti uno spunto per affrontare con maggiore consapevolezza e resilienza i momenti di difficoltà e per trovare nuovi percorsi di significato in una società che spesso ignora i bisogni emotivi.



LE PRESSIONI SULLE SPALLE DEGLI STUDENTI: FAMIGLIA, SOCIETÀ E RENDIMENTO UNIVERSITARIO



Il tema delle pressioni che gravano sulle spalle degli studenti, tra aspettative familiari, sociali e di rendimento universitario, si lega in modo interessante al messaggio implicito di La coscienza delle piante di Nikolai Prestia. Nel libro, Prestia ci guida a osservare il mondo da una prospettiva più naturale e meno condizionata, suggerendo che esiste una saggezza intrinseca nei ritmi e nelle connessioni della vita.



“L'inadeguatezza, la pressione, la paura di deludere o il semplice desiderio di non apparire come un incapace: tutte queste cose mi portarono a mentire. Soffrivo il fatto di essere un fuori corso, ero stanco di vedermi attraverso gli occhi degli altri come un fallito”.



Le piante nel loro adattarsi alle condizioni ambientali, non vivono con le stesse pressioni che la società moderna impone agli esseri umani. Gli studenti, al contrario, sono spesso spinti a seguire aspettative rigide e percorsi prestabiliti, sotto il peso delle richieste familiari, della competizione sociale e delle valutazioni accademiche. Questa tensione può portare al burnout e a un senso di smarrimento, poiché viene data importanza al risultato più che al percorso personale.



“Per tutta la vita ero stato un bravo ragazzo: uno studioso, così mi descriveva la gente che in paese mi conosceva. Mai una sbronza, mai un voto brutto a scuola, mai nulla da ridire sul mio conto. Adesso invece, mi portavo ancora addosso il peso della prima bocciatura e i postumi della prima sbronza, ma ero pur sempre io. Mi sentivo come i miei amici del liceo, quando a sedici anni, in classe, raccontavano le loro bravate, che io non potevo comprendere: dall'alto della mia vita giusta, costruita sul rispetto delle regole e dei divieti imposti da mio padre – non in maniera esplicita ma attraverso il suo tono severo -, li giudicavo, li allontanavo”.



La coscienza delle piante ci ricorda l'importanza di rallentare, di ascoltare e di trovare un equilibrio con noi stessi e il mondo circostante. La vita non è una corsa a un traguardo esterno, ma un processo di crescita che richiede cura e pazienza. È essenziale radicarsi in ciò che è significativo per ciascuno, dando spazio al proprio ritmo, senza che il valore personale sia misurato solo attraverso i risultati o l'approvazione esterna.



“Dopo quel parziale andato male, tra gennaio e febbraio del quinto anno non diedi alcuna materia. Avevo il terrore al solo pensiero di sedermi davanti ai professori”.



Questo libro offre quindi uno spunto di riflessione prezioso, invitando gli studenti a guardare oltre le aspettative e a valorizzare una crescita interiore e autentica, libera dalle pressioni sociali.



IN SINTESI:



Con una prosa fluida e riflessiva, il romanzo non cerca risposte semplici, ma piuttosto invita il lettore a riflettere sul significato del successo e sul valore dell'autenticità in un mondo frenetico. La coscienza delle piante rappresenta un'importante aggiunta alla narrativa contemporanea, capace di parlare con schiettezza e profondità alla generazione attuale.



Potete trovare questo introspettivo e contemporaneo libro QUI.



L'autore



Nikolai Prestia nasce nel 1990 a Nizhny Novgorod, in Russia. All'età di otto anni, insieme alla sorella, viene adottato da una coppia italiana che vive in Sicilia. Si è laureato in Giurisprudenza all'Università di Siena e attualmente vive a Roma. Con Marsilio, nel 2021 ha pubblicato il suo romanzo d'esordio, Dasvidania, con il quale si è aggiudicato il premio letterario Massarosa 2022.

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