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NerdPool incontra Zoe Thorogood

In Tutta sola al centro della TerraZoe Thorogood ha realizzato una storia autobiografica molto originale e dallo stile grafico unico, raccontando la depressione che l'ha accompagnata dall'adolescenza. Ospite alla scorsa Lucca Comics & Games per Bao Publishing, abbiamo avuto l'occasione di incontrarla e di parlare della sua opera. Vi lasciamo quindi all'intervista, buona lettura!



Ciao Zoe, benvenuta su NerdPool e grazie per questa intervista. Nel tuo fumetto Tutta sola al centro della Terra ripercorri un periodo difficile della tua vita. Cosa ti ha spinto a scriverlo?



Inizialmente non pensavo di pubblicarlo e non ho iniziato a scriverlo sapendo che un giorno sarebbe diventato un fumetto. Durante la pandemia, quando eravamo in lockdown, ero in una relazione a distanza con un ragazzo che improvvisamente mi ha lasciato. E l'ha fatto al telefono, quindi, finita la chiamata, mi sono guardata intorno e ho pensato che ogni cosa nella mia vita stesse cadendo a pezzi. Avevo appena pubblicato il mio primo fumetto ma, per colpa del Covid, non c'erano fiere o eventi in cui poterlo presentare, la mia relazione era finita, ero sull'orlo di un crollo mentale e allora ho iniziato a disegnare. Nel frattempo, ballavo nella mia cucina come una pazza, ascoltando a tutto volume Happy Together dei The Turtles e mi ricordo di aver pensato che se ci fosse stato qualcuno a guardarmi mi avrebbe preso per matta. Al tempo stesso mi sembrava una bella immagine e l'ho disegnata, realizzando l'illustrazione che sarebbe poi diventata la copertina del volume.



Da quel momento ho iniziato a disegnare qualche pagina per raccontare le mie esperienze, senza ancora pensare che potessero essere tutte parte di una storia, le ho pubblicate online e molte persone sembravano sentirsi in sintonia con i miei racconti, chiedendomi anche se sarebbero state poi pubblicate in un fumetto. Allora ho pensato che potesse essere una buona idea realizzare un libro ed è per questo che Tutta sola al centro della Terra racconta del mio tentativo di capire come sviluppare una storia, perché non avevo davvero una storia in mente.



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In tal senso è molto interessante il fatto di riproporre a metà volume la copertina, come se la storia ripartisse dall'inizio.



Sì, è stato molto divertente inserire questo elemento e ammetto che sono molto orgogliosa di aver avuto questa idea. (ride)



È molto difficile definire il tuo stile di disegno visto che in Tutta sola al centro della Terra fumetto è presente un interessante mix di elementi diversi. Quali sono le tue maggiori influenze artistiche?



Penso che le mie prime ispirazioni arrivino dal mondo dei videogiochi. Mi ricordo di aver giocato e di aver guardato mio fratello giocare a Borderlands quando avevo circa 12 anni e mi piaceva tantissimo lo stile del gioco e il character design. Sono sicuramente influenzata anche dal mondo dei manga molto di più che dal fumetto americano. Quindi il mio stile è un mix di concept art di videogiochi, manga e sicuramente anche le opere di artisti come Tillie Walden o Daniel Warren Johnson… il tutto combinato per creare qualcosa di strambo e bizzarro. (ride)



In questi anni hai scritto e disegnato storie anche per Marvel e DC. Come cambia il tuo modo di lavorare in questi casi rispetto ai tuoi lavori più personali?



Mi sono divertita molto a lavorare per Marvel e DC, ma la difficoltà più grande, per una come me che vuole sempre provare ad andare oltre gli schemi, è che in questi casi bisogna seguire determinate regole. Diventa molto più difficile essere creativi e quando provi a farlo bisogna comunque ricevere l'approvazione di altre 4/5 persone. Quando lavoro per questi editori, che comunque non accade molto spesso, tendo a “giocare” in maniera più sicura, anche perché si lavora su IP (Intellectual Property), quindi bisogna prestare maggiore attenzione, ci sono tante figure coinvolte. Al contrario, con i miei personaggi originali ho una libertà molto maggiore.



Nel tuo fumetto parli anche della paura del successo. Pensi di essere riuscita a superarla con il passare del tempo?



Sta sicuramente diventando più facile e in questo momento mi piace molto andare alle fiere, parlare con i lettori e le lettrici o con altri fumettisti. Ho ancora un po' di ansia, soprattutto prima di iniziare un'intervista o un panel, ma una volta partita mi rendo conto che è qualcosa di familiare e che posso affrontare senza problemi. In generale, penso che il mondo del fumetto, che si parli del pubblico o degli autori, sia popolato di persone accoglienti, perché alla fine siamo tutti dei nerd con una passione in comune, e quando mi rendo conto di questo posso dire “ok, allora posso essere un po' stramba anche io”. (ride)



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In Tutta sola al centro della Terra racconti di quanto la depressione sia un mostro terribile, e lo dimostri anche attraverso il suo aspetto. Da dove viene il suo design?



In realtà è nato quando mi sono trasferita da casa dei miei genitori, ero molto nervosa e in quel periodo ho iniziato a prendere l'abitudine di disegnare quello che vedevo davanti ai miei occhi mentre mi trovavo in posti diversi, solo con la penna, ma era qualcosa di molto terapeutico. E al tempo stesso ho cominciato a inserire spesso nei disegni questa creaturina mostruosa nascosta in qualche angolo, che è poi diventata l'immagine della depressione in Tutta sola al centro della Terra. Stavo già disegnando questa creatura che mi seguiva senza sapere il perché e mi è sembrato sensato utilizzarla. Chiaramente l'ispirazione principale è il Senza-Volto de La città incantata e anche il sole e la luna di Soul Eater, con questo grande sorriso che diventa molto inquietante. Rispetto ai primi sketch ho modificato un po' il design perché volevo che fosse inquietante e snervante, ma in realtà più lo guardi e più diventa quasi buffo. Alla fine del libro non è più così spaventoso.



Di recente, hai deciso di donare l'intero ricavato delle vendite del fumetto fino a fine anno in beneficenza per la cura delle malattie mentali e pensiamo che sia un gesto davvero significativo. Anche Bao Publishing ha deciso di fare lo stesso per l'edizione italiana. Pensi che oggi si dovrebbe parlare di più di salute mentale e diffondere maggiore consapevolezza su questo tema?



Assolutamente. Senza volerlo sono diventata una portavoce su questi temi, e il mio modo di comunicare è attraverso l'arte, ma ci sono anche tante altre modalità per farlo. Io faccio molta fatica ad aprirmi in modo tradizionale, ma ci riesco tramite i fumetti. In generale, penso che sia davvero importante parlarne e so che è stato un taboo per tantissimo tempo, anche se nel mio caso non è stato così perché ne ho avuto a che fare sin dall'infanzia e non me ne sono mai vergognata, ma so che per tante persone è fonte di imbarazzo, soprattutto per le generazioni più vecchie e per i giovani ragazzi, molto di più che per le ragazze della nostra età. Parlare è il primo passo e creare opere che possano incanalare queste sensazioni può essere un'ottima modalità per persone più introverse come sono io, che si tratti di fumetti, musica o altro… e non bisogna neanche essere bravi a farlo, basta avere uno spazio in cui riversare i propri pensieri.



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Quali sono invece i tuoi progetti futuri? C'è qualcosa che puoi rivelarci?



Zoe: sto lavorando a una serie creator-owned, stavolta di finzione, che si intitola Head Trauma e presenta in qualche modo gli stessi temi delle altre mie opere, salute mentale, isolamento… tutte cose divertenti! (ride) Racconta di un ragazzo che soffre di PTSD (Disturbo da stress post-traumatico) ed è assillato da pensieri ossessivi che un giorno iniziano a manifestarsi causando lo scoppio della testa delle persone che gli sono vicino. È una sorta di commedia horror slice of life molto bizzarra, ma vediamo poi come si svilupperà.



Ringraziamo ancora Zoe Thorogood per la disponibilità e Bao Publishing per averci concesso questa intervista. Vi consigliamo assolutamente di recuperare Tutta sola al centro della Terra, un'opera importante per le tematiche trattate e che vi farà sicuramente riflettere.

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