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Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered – Recensione

Era stata invocata a gran voce. I nomi di Kain e Raziel hanno riecheggiato per anni tra le orde di fan che chiedevano un ritorno della saga vampirica più famosa dei videogiochi. Questo fino a quando Aspyr Media e Crystal Dynamics non hanno deciso di puntare tutto sulla rimasterizzazione di due dei capitoli più conosciuti e amati. Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered è realtà, così che tutti possano correre a scoprirla. Benché, però, non manchino problemi, la gioia di poter rimettere le mani su una storia simile, siamo certi, riuscirà a superare ogni fastidio. Fiondiamoci, ordunque, insieme a Raziel nelle profondità della terra di Nosgoth e di questa recensione!



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È vivo!



Sicuramente, per i giocatori veterani, Legacy of Kain presenta un punto fisso nel creato dei videogiochi, anche grazie alla sua trama ricca di eventi e sapientemente narrata (e un'arma leggendaria). Dopo le vicende del primo capitolo della saga, Blood Omen, in Soul Reaver 1 vedremo cos'è successo a Nosgoth dopo che Kain ha deciso di regnare incontrastato sulle terre come vampiro. Vestendo i panni di Raziel, primo a sperimentare un enorme mutamento fisico e conseguentemente punito ed esiliato da Kain, il giocatore si muoverà in una Nosgoth profondamente mutata dal tempo, con l'unico obiettivo di porre fine alla vita del signore dei vampiri.



Dopo un molto eloquente “Continua…”, è chiaro che i giocatori si dovranno addentrare poi in Soul Reaver 2, che porterà Raziel indietro nel tempo a prima che i Pilastri di Nosgoth venissero corrotti in Blood Omen. Qui, con l'aiuto del Guardiano del Tempo Moebius, il vampiro dovrà modificare drasticamente il passato per prevenire il futuro da cui egli è provenuto.



Per evitare spoiler, pur comprendendo che la saga si porta addosso decenni di vita, non continueremo oltre nel raccontare i fatti di trama, per non rovinarvi la sorpresa di giocare veramente una delle colonne portanti del videogioco. Legacy of Kain, tutta, presenta una storia che forse solo pochi altri titoli sono riusciti ad eguagliare, che negli anni ha fatto innamorare tutti i giocatori del mondo. Una delle saghe videoludiche più importanti da scoprire e che ancora oggi si difende bene verso i videogiochi di nuova generazione.



Rimasterizzare, che passione!



Se vi starete chiedendo se oggi vale la pena mettere le mani su Soul Reaver 1 & 2 Remastered, la risposta è indubbiamente si, ma con le dovute precauzioni. Per quanto Crystal Dynamics sia uno sviluppatore leggendario, bisogna tener conto del fatto che questi titoli siano usciti agli albori dello sviluppo in 3D. Oggi, per forza di cose, sicuramente risultano non invecchiati abbastanza bene, specialmente il primo capitolo.



Dal punto di vista del gameplay non ci sono particolari miglioramenti, salvo che per l'aggiunta di una mappa e la possibilità di muovere liberamente la telecamera. Sarà fantastico guardare il soffitto, finalmente. Nel nucleo, il titolo si presenta come un action, appunto, con intermezzi platform ed enigmi da risolvere. Solo in questo caso voglio dare un suggerimento ai neo arrivati riguardo l'enigma della campana in Soul Reaver 1: sappiate che avete circa 15 secondi per attivare anche l'altra campana e lanciarvi nel vuoto è un'opzione da considerare (N.d.r.).



Ad aggiungere un tocco di pepe per i nuovi arrivati, sappiate anche che, specialmente nel primo capitolo, combattere i nemici non significa solamente spammare i tasti d'attacco a caso. Molte delle creature presenti sono non morti, pronti a resuscitare ogni volta per infastidirvi. Grazie ad un po' di ingegno, però, si può porre fine alla loro esistenza, utilizzando la luce del sole, l'impalamento, l'acqua e tanto altro. Meccaniche, queste di gameplay, che arricchivano già all'epoca un gioco che si apprestava a conquistare pubblico e critica.



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Ma anche un po' di pigrizia



Punto focale di questa operazione nostalgia è sicuramente la parte grafica. Soul Reaver 1 & 2 Remastered presenta nuovi modelli che, paragonati a quelli originali, fanno sicuramente faville. Per gli amanti del retrò, inoltre, sarà possibile switchare tra vista classica e rimasterizzata con la semplice pressione di un tasto.



Come dicevamo poc'anzi, ora sarà possibile guardare anche in alto muovendo la telecamera liberamente. I titoli originali, in passato, non avevano skybox, ora invece hanno esteso i poligoni e le texture anche al soffitto, senza snaturare le ambientazioni e permettendo ancora di più ai giocatori di ammirare i paesaggi e gli ambienti.



Anche le musiche sono state rispolverate e tirate a lucido, ma in alcuni punti, però, l'audio lascia leggermente a desiderare (enigma della campana, per esempio).



Insomma, pur essendo altamente richiesta e attesa, questa remastered risulta anche abbastanza pigra. Indubbiamente Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered resta un ottimo modo di mettere mano a due capitoli fondamentali della saga, resta il dubbio che forse 30 € siano un tantino esagerati per il prodotto finale.



Piccola nota a margine: se il vostro obiettivo è recuperare tutta l'avventura a Nosgoth, segnaliamo che per i possessori di PlayStation Plus Premium è possibile trovare nella raccolta giochi anche Blood Omen 1 e 2. Con questi titoli vi mancherà solo il tassello finale, Defiance, per concludere le avventure di Kain e Raziel.



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Il doppio Platino di Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered



Eccoci nella sezione più amata dai cacciatori di trofei. Gli elenchi delle coppe di Soul Reaver 1 & 2 Remastered non saranno molto difficili da espugnare, ma avranno le loro particolarità. Il primo Soul Reaver sarà quello più complesso e la lista trofei vi chiederà di vedere tutto quello che il gioco avrà da offrire. Collezionabili, azioni particolari, trofei mancabili e storia saranno gli obiettivi da conquistare. In Soul Reaver 2, invece, non ci saranno trofei relativi ai collezionabili ma una speedrun da conquistare e ulteriori coppe mancabili a cui fare veramente tanta attenzione. Inoltre vi segnaliamo anche che la lista trofei di Soul Reaver 2 non presenterà il trofeo di Platino nella versione PS5; per la tanto agognata coppa, infatti, bisognerà giocare la versione PS4 del titolo, che invece presenterà il trofeo. In circa dodici ore dovreste riuscire a conquistare entrambe le coppe e sfoggiarle anche in bacheca. DING!




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