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Kraven – Il cacciatore: il deprofundis dell'universo creato da Sony

A volte si può immaginare l'esito finale di certe esperienze ben prima che queste si concludano effettivamente. Dobbiamo dire dunque che già prima di recarci in sala, visti i trailer, le aspettative sul film erano già sotto zero, ma il beneficio del dubbio non lo si nega a nessuno. Purtroppo, per questo Kraven il cacciatore diretto da J. C. Chandor, le aspettative negative non sono state smentite, ma anzi sono state confermate in toto. Difficile salvare qualcosa di un film veramente mal scritto e ancor peggiormente realizzato. Di seguito le nostre impressioni pressoché senza spoiler!



Una breve sinossi



Kraven – Il Cacciatore racconta la violenta storia della nascita e del destino di uno dei villain più iconici della Marvel. Ambientato prima della sua famigerata vendetta contro Spider-Man, Aaron Taylor-Johnson interpreta il protagonista di questo film vietato ai minori di 14 anni.



I protagonisti



Partiamo con il dire che il Kraven del film non è quello dei fumetti. Si tratta di una sua versione sbiadita e terribilmente distorta. Un protagonista banalizzato e svuotato di tutto il suo carisma. Il problema alla base è che, come per tutti gli altri protagonisti dell'universo di Sony, nei fumetti questi personaggi sono nati e si sono sviluppati in relazione a Spider-Man, e senza di lui sono altro. Il punto è: cosa sono? Chi è questo Kraven? Si tratta di un personaggio insulso.



Kraven nei fumetti non ha poteri, è un uomo che ha raggiunto il massimo delle capacità umane dopo anni di addestramento. Nel film, invece, acquisisce dei poteri in modo totalmente accidentale e terribilmente forzato. Kraven non è un eroe che va a caccia di criminali, ma uno psicopatico ossessionato dalla caccia e che considera Spider-Man come la sua preda ultima. Qui c'è un vago riferimento ai ragni, percepiti come la sua peggiore paura, ma è totalmente casuale e disconnesso dal resto della trama. Inoltre, la sua missione di caccia ai criminali non viene mai davvero giustificata fino in fondo. Sembrerebbe piuttosto il capriccio di un ricco viziato annoiato. Anche l'attore protagonista, Aaron Taylor Johnson, è fin troppo belloccio per ricoprire il ruolo di Kraven.



Rihino, che compare nella sua forma effettiva solo nel finale (anche qui non si capisce perché ci si debba trasformare), è un villain insulso, senza alcun vero carisma e una caratterizzazione efficace. Guidato da un desiderio di vendetta banale, non riesce mai a guadagnare una vera profondità o originalità. Non è nemmeno troppo riuscita la sua caratterizzazione da scherzo della natura condannato dalla sua stessa sete di vendetta.



Ariana DeBose, nel ruolo di Calipso, è un personaggio un po' messo lì. Anche lei sembra collegarsi casualmente a Kraven, guidata da un disegno divino più confuso della trama stessa. Non si capisce quale sia il suo ruolo, quali poteri abbia, sembra messa lì solo per fare numero. Russel Crowe, invece, è ridotto al solito ruolo di gangster alcolizzato russo, se la cava ma il suo protagonista è un vero concentrato di stereotipi. Dimitri, Fred Hechinger, si salva solo per la caratterizzazione che acquisisce sul finale come Camaleonte (Un colpo di scena più che telefonato).



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Il film



Durante la visione tutto sembra accadere abbastanza casualmente. Tra scene telefonate e passaggi a vuoto, il film non ha un momento di picco ma è terribilmente piatto. Ci sono cambi di scenario repentini, enormi spiegoni e flashback insopportabili nel loro essere terribilmente didascalici. Non c'è nessuna sequenza davvero epica, ma è tutto abbastanza noioso e scontato.



La fotografia è anonima, le musiche totalmente assenti di carattere. La CGI è imbarazzante, sia per quanto riguarda gli animali che quella di Rihino, al punto da ricordare un gioco di bassa fascia della PlayStation 2. Il montaggio è completamente sbagliato, con parti inutili, altre troppo lunghe e altre ancora troppo frenetiche e confuse. Inoltre, come tipico delle produzioni Sony, il film fa un uso troppo parsimonioso del sangue rispetto alle scene teoricamente violente.



Manca totalmente un'epicità, una qualsiasi profondità o un guizzo. Si dice che sia ambientato prima della vendetta di Kraven contro Spider-Man, ma perché dovrebbe vendicarsi di un arrampicamuri che nemmeno compare o viene citato in nessuno dei film del franchise, figurarsi questo? Kraven è un film che forse sarebbe stato accettabile come B movie apocrifo negli anni '90, ma il budget non giustifica nemmeno lontanamente il risultato finale. Per fortuna, la comicità che non funziona affatto è ridotta al minimo.



Se dovessimo salvare qualcosa sarebbe l'interazione sul finale tra Kraven e Camaleonte, ma è una goccia in mezzo all'oceano.



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Tirando le somme



Voci recenti affermano che questo dovrebbe essere l'ultimo film dell'universo di Sony su i villain di Spider-Man. Speriamo, perché il risultato per ora è stato un complessivo spreco di soldi, tempo, di materiale e un insulto ai lettori di fumetti, agli spettatori appassionati e generalisti e a chi ha creato e dato lustro a questi personaggi. Speriamo che quindi coon questo Kraven si sia posta fine a questo stillicidio.

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11 dicembre alle 15:40