SlavicPunk: Oldtimer – Recensione Speedrun
SlavicPunk: Oldtimer è un titolo sviluppato da Red Square Games, piccolo studio polacco di Cracovia, che si era già fatto conoscere con il gioco da tavolo SibirPunk, ispirato al celebre Dungeons & Dragons. Questo nuovo sparatutto con visuale isometrica prende spunto dal mondo di SibirPunk e dalle opere dello scrittore di fantascienza Michał Gołkowski, trasportandoci in un universo crudo e futuristico. Vestiremo i panni di Janus, un mercenario potenziato che si aggira in una metropoli decadente nota solo come “La Città”, cercando rifugio dai suoi tormenti in un ambiente tanto violento quanto spietato.
Dentro “la Città”
La storia comincia con una missione di recupero, in cui Janus è incaricato di trovare un dispositivo per un personaggio di nome Sonia. Non ci viene detto molto sul dispositivo, e questa mancanza di spiegazioni prosegue per tutto il gioco. In molti casi, il giocatore è lasciato a interpretare da sé vari dettagli e indizi, un approccio che può disorientare. La Città è uno scenario distopico, infestato dal crimine e segnato dal degrado. Janus, antieroe segnato dal tempo, è un personaggio duro e disilluso, in linea con la tradizione dei protagonisti d'azione slavi. Tuttavia, il suo sarcasmo e la tendenza a battute forzate finiscono a tratti per renderlo fastidioso, mentre i dialoghi scadono spesso nell'imbarazzante. La storia stessa fatica a coinvolgere, con pochi colpi di scena e personaggi privi di carisma, e l'ambientazione non offre elementi distintivi rispetto ad altri mondi cyberpunk simili.
Tra schivate e furtività: il mix di meccaniche
SlavicPunk: Oldtimer presenta un sistema di combattimento basato sulla mira e lo sparo, con la possibilità di eseguire capriole per evitare i colpi nemici e uno scatto arricchito da effetti visivi. Nonostante il sistema non introduca grandi innovazioni, risulta funzionale e offre una sfida equilibrata. Come anticipato, Il combattimento richiede al giocatore di pianificare gli attacchi per massimizzare il caos, aiutato da un'opzione stealth (hacking) che permette di evitare telecamere e sfuggire alla vista dei nemici. Tuttavia, queste meccaniche rimangono semplici e simili a quelle di altri titoli, come John Wick Hex, e la sfida non risulta mai particolarmente complessa.
Un fumetto cyberpunk prende vita tra ombre e colori
Uno dei punti di forza di SlavicPunk: Oldtimer è lo stile visivo, con cutscene in stile fumetto che utilizzano ombre nette e colori intensi, creando un effetto simile a quello di un romanzo grafico. La resa visiva è supportata da una buona colonna sonora che accompagna l'esplorazione e dona un tocco atmosferico al freddo e innevato mondo di gioco. Tuttavia, durante i combattimenti, la musica non riesce a mantenere l'intensità dello scontro, riducendo la tensione. La città stessa alterna strade innevate e ampie a interni stretti e fatiscenti, popolati da civili e bande; esplorando questi spazi, si trovano casse di rifornimenti e robot ragno con scopi poco chiari, che offrono munizioni, consumabili e, raramente, nuove armi.
Il Platino di SlavicPunk: Oldtimer
Ottenere tutti i trofei di SlavicPunk: Oldtimer rappresenta una sfida semplice. La maggior parte delle coppe richiede di accumulare uccisioni con armi specifiche, potenziare le proprie armi e completare la storia. Sebbene il gioco non risulti eccessivamente complicato, i trofei legati agli scontri e ai miglioramenti richiedono un minimo di pianificazione. Nulla però che non metta il Platino alla portata della maggior parte dei giocatori.
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