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The Casting of Frank Stone – Recensione

Ci siamo messi dietro la cinepresa per realizzare la recensione di The Casting of Frank Stone, ultima fatica di Supermassive Games. Ambientato nell'universo di Dead by Daylight, horror asimmetrico di Behaviour Interactive, il titolo promette di offrire un'esperienza spaventosa che faccia da prequel all'opera originale. Una premessa di tutto rispetto, peccato che qualcosa non abbia funzionato a dovere.



Succede sempre in America



Quanti film horror iniziano tra le strade di una qualsivoglia cittadina americana? Sarà per la dimensione del continente, sarà per il fascino offerto dalle varie aree, assassini e mostri sembrano avere una passione per gli Stati Uniti. E proprio questa è anche l'ambientazione di The Casting of Frank Stone, la cui trama si dipana a Cedar Hills, una cittadina dell'Oregon come tante altre. Il protagonista (involontario) della nostra storia è il titolare Frank Stone, serial killer che proprio a Cedar Hills ha scatenato la sua furia, fermato solo da un impavido agente.



La morte del criminale ha lasciato però una sorta di maledizione sulla cittadina, cosa di cui si renderà presto conto un gruppo di ragazzi intento a girare, nel 1980, una pellicola horror amatoriale. Murder Kills, questo il titolo del girato, viene bandito dalle autorità in quanto responsabile di scatenare una furia omicida negli spettatori. Per questo il gruppo decide di spezzare in frammenti la pellicola e dimenticarsene. Almeno fino a quando Linda Castle, l'allora regista, inizia a radunare nel 2024 i possessori dei frammenti.



Questa è, senza troppo svelarvi dei fatti che prenderanno vita a schermo, la storia raccontata da The Casting of Frank Stone. L'obiettivo di Supermassive Games è stato quello di fondere il concetto di multiverso ideato da Dead by Daylight con le meccaniche che hanno reso celebri le opere del team, da Until Dawn ai recenti House of Ashes e The Devil in Me. Sfortunatamente, qualcosa per strada è andato storto, rendendo il mix poco omogeneo e con alcuni problemi di fondo che fanno vacillare l'opera.



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Il gameplay di The Casting of Frank Stone



Se vi state chiedendo se la classica formula di Supermassive Games sia stata adattata al franchise di Dead by Daylight, ci duole dirvi che la riposta è no. Fin dalle prime fasi, The Casting of Frank Stone appare come il classico gioco cinematografico esplorativo, in cui però manca un elemento fondamentale: la paura. Le prime ore di gioco servono infatti a presentare il preludio e introdurre man mano i vari personaggi. Sfortunatamente, questi momenti sono confusionari e poco coinvolgenti.



La presenza bassissima di quick time event, che da sempre contraddistinguono le opere di Supermassive, porta a essere spettatori passivi di un film nemmeno troppo ben recitato. Certo, anche questa volta è presente il doppiaggio in italiano, ma gli attori sembrano molto più sotto tono che in altri titoli. Non aiuta la necessità di calare il gioco su una trama già esistente, chiamando in causa l'Entità di Dead by Daylight e cercando di rendere propri dei concetti nativi di un'opera completamente diversa.



Lo sforzo è encomiabile, ma il risultato è rivedibile. Lo stesso dicasi per i momenti in cui i QTE appaiono: molto spesso saremo letteralmente colti di sorpresa, a causa dell'assenza di “segni premonitori”. Trovarsi di fronte alla richiesta improvvisa di premere tasti, pena la morte di uno dei protagonisti, è quanto meno frustrante. In questo, The Casting of Frank Stone ci è parso un passo indietro rispetto ai prodotti più celebri di Supermassive, una sorta di “compitino” per portare a casa la pagnotta.



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Il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco



Se come detto avete il polso di Until Dawn e di tutto ciò che è seguito a questo teen horror, avrete anche una vaga idea di ciò che The Casting of Frank Stone ha in serbo per voi. L'assenza di scarejump o momenti terrificanti, salvo fatto l'apparizione dell'Entità verso la fine del gioco, tolgono però mordente alla narrazione. Di fatto quello che resta è un po' di gore, accompagnato dal rischio improvviso di eventi mortali.



Gli stessi personaggi, che saltano tra due archi temporali distinti, risultano difficili da decifrare e delineare, tanto che anche i giocatori più empatici faranno fatica a simpatizzare per il gruppo. Le relazioni sono ben strutturate, con la consueta possibilità di bivi proposta mediante scelte multiple di dialogo. Anche qui, però, questo schema sembra amalgamarsi a fatica con i concetti introdotti da Dead by Daylight, che punta sulla presenza di vari serial killer e sul concetto di nutrirsi della paura delle vittime. Con The Casting of Frank Stone, l'Entità avrebbe fatto sicuramente fatica a suggere qualcosa da noi.



Allo stesso modo, gli enigmi non riescono mai a offrire una vera sfida. Di solito le prove si consumeranno all'interno di una singola stanza o in due adiacenti, togliendo fascino all'esplorazione e alla ricerca. Interessante invece in questo senso la presenza dei Relliks, ossia collezionabili che potranno essere rintracciati nascosti in piccoli bivi e che richiamano gli assassini resi celebri proprio da Dead by Daylight. Oltre a essere simpatici da vedere, forniranno anche tasselli di lore ai giocatori.



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Il comparto tecnico di The Casting of Frank Stone



Se a livello di gameplay l'opera di Supermassive Games non brilla per qualità, lo stesso non si può dire per il comparto tecnico. The Casting of Frank Stone propone una grafica affascinante, con effetti di luce gestiti in maniera magistrale e ambientazioni convincenti, seppur un filo anonime. Anche le espressioni facciali dei personaggi sono realizzate con cura, mentre abbiamo già evidenziato che sul fronte doppiaggio poteva essere fatto qualcosa di più.



Di contro, gli effetti ambientali sono sempre piacevoli, così come le colonne sonore che accompagneranno la nostra avventura horror a Cedar Hills. Il tutto per una durata variabile che può arrivare fino a 8 ore, in base alle nostre scelte e alla capacità di tenere in vita i protagonisti. Come da tradizione, inoltre, anche The Casting of Frank Stone offre finali alternativi e linee di dialogo da scoprire, dunque preparatevi ad almeno un paio di playthrough per vedere tutto.



Sfortunatamente, la ripetitività di certe richieste e una storia non certo memorabile renderanno più pesante di quanto dovrebbe essere rigiocare la storia da zero. Dover attivare i generatori, per quanto pertinente con l'idea originale di Dead by Daylight, più volte durante l'avventura farà storcere il naso anche ai giocatori più pazienti e fedeli al brand.



Il Platino di The Casting of Frank Stone



Se siete alla ricerca di un Platino facile, allora The Casting of Frank Stone fa al caso vostro. Data la bassa interazione richiesta ai giocatori, sarà sufficiente fare attenzione ai pochi QTE presenti e fare le scelte giuste per ottenere la coppa blu. Per completare la missione bisognerà però giocare la storia almeno due volte, dato che dovrete salvare e uccidere tutti. Inoltre troverete ad attendervi varie richieste di miscellanea, da verificare e gestire magari prima di avviare la partita. Niente comunque che i cacciatori più abili non possano gestire.




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10 ottobre alle 10:00