Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Frogue – Recensione Speedrun

Un castello oscuro e un clan di guerrieri sono i due antagonisti di Frogue, protagonista della nostra recensione Speedrun. Il titolo di Wired Dreams Studio, pubblicato su PlayStation da QUByte Interactive, propone una formula roguelike unica nel suo genere. Basterà questo elemento a rendere il gioco degno di essere ricordato?



L'importante è saltare



Ne sono passati di anni da quando il coinvolgente The Binding of Isaac, uno dei primi roguelike di successo, si faceva largo nei nostri cuori. Quello di Edmund McMillen non fu certo il primo gioco del genere mai realizzato (i più “stagionati ricorderanno ad esempio Beneath Apple Manor su Apple II), ma sicuramente ne è stato un validissimo esponente. Per citare i numerosi capolavori pubblicati, da Hades a Risk of Rain e via discorrendo, dovremmo scrivere una piccola enciclopedia. Ci fermeremo però qui per lasciare il giusto spazio a Frogue, definito come un roguelike bullet hell platformer.



La descrizione include l'esatta essenza dell'opera di Wired Dreams Studio: un gioco di piattaforme in cui dovremo schivare gli attacchi dei nemici ed eliminarli, il tutto con una formula “vinci o ricomincia” tipica dei roguelike. La trama è funzionale a questa meccanica e ricorda marginalmente quella di un altro caposaldo del genere, ossia Rogue Legacy. Ogni 100 anni il Castello Maledetto fa la sua comparsa nel mondo, con il solo scopo di diffondere il male. Gli unici in grado di prevenire questo nefasto avvenimento sono i membri del clan Anuro che, esattamente come si può intuire, è composto da guerrieri dall'aspetto di rane antropomorfe.



I nostri anfibi, oltre che abili salterini, sono anche esperti ninja in grado di passare i mostri del castello a fil di spada. Incuranti dei pericoli e consapevoli di essere l'unica salvezza per il mondo, si avventurano nel castello con l'obiettivo di sigillare nuovamente il Castello Maledetto. La trama non si dipana più di così, risultando come da tradizione del genere un pretesto per farci affrontare i piani dell'edificio. Tra ondate di mostri e potenti boss, solo le rane più coraggiose potranno però uscirne vive.



https://www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2024/08/frogue-recensione-review-1.jpg



Il gameplay di Frogue



Come abbiamo detto, i tre generi di riferimento di Frogue sono anche uno specchietto delle meccaniche di gioco. Ogni stanza del castello contiene nemici da sconfiggere. Per attaccarli, la nostra rana ninja potrà saltare sulle pareti sguainando la spada, oppure lanciare l'arma per recuperarla in un secondo momento. In tutto questo i nemici non staranno in attesa della morte, ma contrattaccheranno sparando proiettili di energia o cercando di attaccarci. Questa è la formula magica di Frogue, in cui però manca ancora un elemento: dopo ogni salto infatti il tempo si fermerà, dandoci modo di pensare alla prossima mossa.



Ogni stanza di Frogue è quindi a metà tra una sfida action e un puzzle game, in cui dovremo pensare ad azioni e reazioni per sopravvivere. Questo anche perché la morte coinciderà con la perdita dei progressi, obbligandoci a ricominciare da zero. La sfida inoltre diventa sempre più intensa, mitigata però dalla presenza di vari power-up che ci renderanno la vita più semplice (ma non troppo). Nelle stanze del tesoro saremo solitamente chiamati a scegliere tra tre potenziamenti: prendere quello più adatto alla build del momento sarà fondamentale per avere successo nell'impresa.



Questo è di fatto tutto ciò che Frogue ha da offrire ai giocatori: tolto il finale segreto, non ci sarà nessuna modalità aggiuntiva né collezionabili o altro da recuperare. I giocatori più abili saranno in grado di completare la storia in un'oretta circa, qualora riuscissero a non farsi uccidere. Ovviamente i primi tentativi saranno un fallimento, complice la necessità di comprendere al meglio le meccaniche di gioco. Molto piacevole il comparto tecnico, con una colonna sonora coinvolgente e una grafica stile retro ma dai modelli poligonali ricercati. Sia il protagonista che i mostri sono molto curati, così come gli effetti dei vari attacchi a schermo. Più che buona la longevità, considerati il prezzo di vendita del gioco e le ampie possibilità di rigiocare la campagna, vista la natura randomica di livelli e potenziamenti.



Il Platino di Frogue



Una delle note dolenti dei roguelike è solitamente la lista trofei. Frogue non fa eccezione, proponendo una serie di sfide che richiederanno un mix di abilità e fortuna. A fianco alle coppe story-related, ce ne sono infatti varie che ci chiederanno di compiere particolari azioni, oltre a quella ottenuta per aver visto il vero finale del gioco. Nota ancora più preoccupante è che in elenco è presente un trofeo, quello che chiede di ottenere tre spade, che nessun giocatore è ancora riuscito a sbloccare. Sarete voi i primi a farcela?




L'articolo Frogue – Recensione Speedrun proviene da PlayStationBit 5.0.

Continua la lettura su www.playstationbit.com

22 settembre alle 17:00

Piace a 2 persone