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The Penguin – la recensione dei primi cinque episodi

Colin Farrell è pronto ad indossare di nuovo protesi e maschera per tornare a vestire i panni del Pinguino. Dopo averlo presentato nel film The Batman, Matt Reeves si sposta nelle vesti di produttore esecutivo della nuova serie sul personaggio, volta ad approfondire la sua storia e riempire il gap tra i due film di Batman. The Penguin, oltre a Colin Farrell nei panni del Pinguino, vede come protagonisti Cristin Milioti, Rhenzy Feliz e Mark Strong.



La serie, ambientata una settimana dopo gli eventi di The Batman, esplora l'ascesa al potere di Oz Cobb nella malavita di Gotham City, da autista dei Falcone al personaggio che noi tutti conosciamo.



THE BATMAN, Colin Farrell, as Oswald Cobblepot / the Penguin, 2022. © Warner Bros. / Courtesy Everett Collection



Questi primi cinque episodi di The Penguin sono, perlomeno sotto un lato estetico e registico, perfetti per essere ambientati nell'universo creato da Matt Reeves. Come per The Batman (2022), la serie riesce a trasmettere lo sporco e la corruzione della città, non solo attraverso le azioni dei protagonisti ma anche grazie alla fotografia e ai suoi giochi di luci.



Colin Farrell nei panni del Pinguino si dimostra essere ancora una volta una scelta atipica ma quanto mai perfetta. In questa occasione, a differenza del film, viene stranamente dimagrito per renderlo più fluido nei movimenti ma un pelo diverso rispetto alla controparte fumettistica. Ad aggiungersi al cast, Cristin Milioti interpreta quello che verrebbe definito l'antagonista della serie ma non risulta mai minacciosa se non nello sguardo. Una piccola sorpresa è stato il personaggio interpretato da Rhenzy Feliz, Victor, un ragazzo di strada che, dopo essere stato costretto da Oz a lavorare per lui, lo prende sotto la sua ala. Grazie alla sua backstory, nel terzo episodio (il migliore finora) vediamo gli eventi di The Batman sotto un occhio comune, di chi ha vissuto il disastro sulla propria pelle.



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Purtroppo, però, i lati positivi della serie finiscono qui. Nonostante abbia un'estetica affascinante, una regia intelligente e delle interpretazioni incredibili, lo sviluppo narrativo risulta troppo lento e poco ammaliante. L'ascesa di Oz in molti casi, seppur dopo aver dimostrato la sua intelligenza nel muoversi, sembra essere fortuita o di poco merito. Purtroppo, ambientare un prodotto nell'universo di Batman (ma senza di lui) è sempre stato complesso data la sua rinomata presenza sulle scene del crimine e anche The Penguin, dopo il successo del film di Matt Reeves, ha risentito un pò questa situazione.



Ora bisogna aspettare gli ultimi tre episodi per vedere dove The Penguin porterà lo sviluppo dell'ascesa di Oz in questa Gotham City mai stata così terrena. Hyper per The Penguin?



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19 settembre alle 11:10