RICORDATEMI COME VI PARE di Michela Murgia: recensione
In Ricordatemi come vi pare, libro autobiografico edito da Mondadori, Michela Murgia ci racconta le dieci vite che ha vissuto con coraggio, passione e sfacciataggine.
Trama
Nella seconda settimana di Luglio 2023, un mese prima di lasciarci, Michela Murgia ha deciso di incontrare tutti i pomeriggi il suo editor, nonché amico, Beppe Cottafavi per raccontare la sua storia. Era molto provata dalla malattia, ma ha voluto comunque riportare ciò che riteneva importante e utile da far sapere della sua vita.
“Non ho mai pensato di mostrarmi diversa da come sono per compiacere qualcuno. Persino a chi mi odia credo di essere stata utile. Perchè, per contrasto, quella gente ha potuto definire se stessa”
Michela narra il suo viaggio vissuto su questa terra, partendo dalla Sardegna, luogo di nascita e di crescita personale. La sua è stata un'infanzia difficile trascorsa in un piccolo paesino di provincia, contrassegnata da un rapporto del tutto semplice con i genitori, oltre che atti di bullismo a scuola. La situazione insostenibile che vive tra le mura domestiche la porta ad andar via a 18 anni per vivere con la zia. Michela è una ragazza intelligente, sveglia, sfacciata e questo le crea molti problemi nel quotidiano.
In ogni posto di lavoro che va succede sempre qualcosa che la fa allontanare, fino a creare attorno a lei la nomea di guastafeste e rompiscatole. La sua vita cambia nel 2005, quando Michela accetta di lavorare in un call center. La sua desolante esperienza lavorativa dura solo un mese e mezzo, ma da qui nasce l'idea di scrivere il tutto su un blog anonimo dal nome “Il mondo deve sapere”. Ci racconta l'inferno del telemarketing, le tecniche di persuasione, i salari da fame e i raggiri psicologici. Il blog ottiene molto successo, viene scoperta ed ingaggiata da una casa editrice che ne farà un libro.
Dopo la pubblicazione di “Accabadora”, premio Campiello del 2010, Michela diventa un personaggio pubblico molto influente ma anche scomodo. Partecipa alla politica e ai programmi televisivi, è attiva sui social soprattutto con la sua campagna contro la stampa ancora sessista nei confronti delle donne. Diventa un simbolo della lotta per i diritti delle minoranze e ci narra la bellezza della sua famiglia “queer”, dove non conta il legame di sangue ma quello di affiliazione.
“Se dovessi dire che mestiere faccio, direi che, stando dentro la realtà, guardo il punto nero, quello scuro, e lo descrivo, racconto come si smonta, come si decostruisce e come si può battere”
Nella parte finale di questa autobiografia, Michela ci racconta anche molte cose inedite su di sé, come ad esempio la sua passione per la moda, l'opera, la cultura coreana, il K-pop e il mondo fantasy di Lot, gioco di ruolo online di fine anni '90. Il suo addio al mondo è un turbinio di pensieri e parole, che ci lasciano un'eredità importante: cercare di trovare il nostro posto nel mondo e di non avere paura di dimostrare dissenso di fronte a qualcosa che a noi pare ingiusto.
“Quello che dovevo dire l'ho detto. Ora è come se la mia voce riverberasse una eco che continua a risuonare anche se io non sto più parlando. Ho generato un'identificazione tra quello che dicevo e quello che ero. Sembra che parli e mi pronunci anche quando non lo faccio. Questa cosa l'ho pagata. Con tanti haters. Però mi ha ripagata. Posso ora permettermi l'egemonia del silenzio”
Recensione
Per una settimana intera, precisamente dalle 18 alle 20, Michela ha narrato al suo amico Beppe la sua vita, mostrandogli anche scritti inediti, messaggi e conversazioni tra personaggi fantasy. Il risultato è un'autobiografia graffiante, sfacciata, forte come era lei. Sebbene il suo corpo era in procinto di spegnersi, il suo animo era ancora in piedi, pronto a difendere le sue idee.
Per questo, Michela è sempre stata un bersaglio di chi non accetta che il progresso della società passa non solo dalla tecnologia, ma anche dall'uso di un linguaggio e di un comportamento rispettoso. E' stata oggetto di critiche, insulti e minacce in piazza. Le hanno detto di tutto, ma ha continuato la sua lotta imperterrita. Non si è mai pianta addosso e non ha mai cercato di fare la vittima. Il tutto si evince leggendo queste pagine, in cui traspare anche il suo lato più fragile e sensibile.
La lettura è scorrevole e a tratti emozionante. Riesci a percepire il suo pensiero, come se a pronunciarlo sia proprio lei che si trova seduta di fianco a te. Si può non essere d'accordo su alcune sue idee, ma Michela non era, non è e non sarà mai una nemica dell'essere umano.
La sua eredita è una voce importante che ancora echeggia nella nostra società. Il suo canto è tuttora qui con noi, molto forte e ridondante. Quello che possiamo fare è preservarlo, per far sì che si continui ad avanzare, anche se lentamente. Siamo un esercito, si cammina tutti insieme, mano nella mano, verso la vera libertà.
Il libro potete trovarlo qui
Autrice
Michela Murgia (1972 – 2023) è stata un'attivista, scrittrice, opinionista e critica letteraria italiana. Ha esordito come scrittrice nel 2006 con Il mondo deve sapere. Tra le sue opere, tradotte in più di trenta paesi, ricordiamo Accabadora (Premio Campiello 2010), Chirù (2015), Stai zitta. E altre nove frasi che non vogliamo sentire più (2021), God Save the Queer. Catechismo femminista (2022). Insieme a Chiara Tagliaferri è stata autrice di Morgana, due libri ispirati dall'omonimo podcast della piattaforma Storielibere.fm.
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