Nerdpool incontra Luana Vecchio
Sin dalla sua uscita, Lovesick ha catturato la nostra attenzione e si è insinuato nelle nostre menti. Quando abbiamo saputo che Luana Vecchio sarebbe stata presente a Lucca Comics & Games non potevamo certo perdere l'occasione di farle qualche domanda sulla sua opera che, inoltre, le è valsa il premio per la miglior copertina proprio alla manifestazione lucchese. Di seguito, quello che ci ha raccontato.
Ciao Luana, complimenti per la tua vittoria come miglior copertina ai Lucca Comics Awards. Benvenuta su Nerdpool.it
Grazie.
Si dice sempre che le storie nascono dalla necessità di essere raccontate. Com'è nata inizialmente l'idea per una storia difficile come Lovesick?
Un po' dalla mia necessità di scrivere un fumetto su quel genere, perché credo non ce ne siano abbastanza sul mercato americano e italiano. A me piacciono molto i fumetti horror e il genere erotico, ma credo che manchi il punto di vista femminile. Quindi quella è stata una delle tante spinte. Inoltre, mi intrigavano anche le leggende urbane delle red room, anche se in realtà volevo fare un fumetto sul BDSM, ma sentivo che mancava qualcosa. Quando ho scoperto di queste red room ho cominciato ad associare gli elementi: una dominatrice sul dark web che fa delle red room. Da quel momento, è scattata l'idea per la storia.
Parlando di figure femminili, Domino è ormai iconica. Noi vediamo la sua trasformazione, mentale e grafica, nel corso di Lovesick. Qual è il lato che preferisci di lei e perché?
A me piace molto il fatto che quando lavora sia super professionale, nonostante sia una persona rotta dentro. Quando lavora questo non traspare, ma quando le telecamere si spengono esce fuori il suo lato umano. Mi piace il suo dualismo. I suoi clienti la vedono come una dea, un essere inumano, proprio perché Domino sul lavoro si pone in quel modo. Mi piace proprio questo dualismo dettato dalla figura non umana quando le telecamere sono accese, mentre è quasi come noi una volta che lo show è finito.
L'evoluzione di Domino porta a un finale molto intenso. Quando hai iniziato a scrivere Lovesick avevi già in mente quel finale o la storia si è evoluta in corso d'opera, man mano che Domino scopriva se stessa e gli altri personaggi?
Principalmente, Lovesick l'ho autoprodotto. Ne ho realizzato tre capitoli e per me quelli erano il finale di Lovesick. A quel punto, l'ho distribuito sulle piattaforme digitali, ma quando il publisher di Image Comics mi ha chiesto se volessi pubblicarlo con loro avevo già scritto una nuova parte della sceneggiatura. Quei tre capitoli non mi bastavano, e da lì l'ho sviluppato. Quindi, no, non avevo in mente quel finale perché, per me, il finale era quello del terzo capitolo. Il finale è arrivato dopo, e credo che neanche quello sia abbastanza come finale.
Concordiamo pienamente, anche noi ne vorremmo ancora, specialmente perché con Lovesick tu ti sei spinta al limite di quello che si può scrivere. Quanto credi sia importante continuare a spingere questa asticella sempre più in là?
In generale nel fumetto, o in Lovesick in particolare?
In generale.
Secondo me, dipende tutto da cosa sente l'autore. Non deve sentirsi frenato, ma allo stesso tempo io sono fortunata perché il mio Publisher di Image Comics (Eric Stephenson) mi lascia molto spazio. Posso capire se invece un altro autore non riesce a spingere in quel modo, perché magari è un esordiente o si relaziona con una casa editrice che non gli lascia questo spazio. Per me, è importante, ma capisco perfettamente i limiti che ti può dare il mercato. Non solo quello, anche solo spingere per fare un po' la persona trasgressiva non ha alcun senso. Deve essere una cosa che senti da te, infatti, per me, è stata un'autoproduzione. Nessuno mi metteva paletti, quindi dipende da molteplici fattori quanto ci si possa spingere al limite e capisco perfettamente quando l'autore non può farlo.
A proposito di limiti, un autore che ha spinto l'asticella, mostrando per la prima volta il BDSM nel fumetto, è Stjepan Šejić, autore di Sunstone. Parlando proprio di artisti, quali ti hanno formato nel corso degli anni?
Ce ne sono molti perché disegno da quando ero bambina. Sono partita con Sailor Moon, la serie animata, poi da adolescente ho iniziato a leggere i manga e ricordo Oh! Great così come l'autore di Black Lagoon, Rei Hiroe. Ma leggevo anche Marvel, e ricordo Terry Dodson perché ho imparato a usare l'inchiostro grazie a lui quando copiavo la sua Gatta Nera. Adesso, quando ho cominciato a realizzare Lovesick, guardavo molto Paul Azaceta su Outcast e Wes Craig su Deadly Class.
Ultima domanda. Sappiamo, visto l'annuncio ufficiale, che torneremo nel mondo di Lovesick con la nuova serie prequel Doll Parts: A Lovesick Tale. Cosa possiamo aspettarci e cos'altro possiamo ancora esplorare di questo mondo così intrigante?
Da esplorare tanto perché in genere, secondo me, non viene molto esplorata la crescita di una giovane ragazza, un'adolescente. Doll Parts comincia con Domino che ha dodici anni e termina quando lei ne ha diciotto per cui c'è molto da vedere. Sarà proprio il viaggio di questa ragazza, la scoperta di se stessa, a scuola e in famiglia, così come il mondo esterno e, soprattutto, quello online. Questo perché è ambientato nel 2008 quindi ci sono i forum e l'esperienza di una ragazza in questi luoghi online. Verrà raccontato proprio il punto di vista femminile che, secondo me, spesso manca, soprattutto nel caso di una giovane adolescente.
Grazie mille per la disponibilità, Luana
Grazie a voi, è stato un piacere.