Ratyrinth – Recensione Speedrun
Quando il gatto non c'è, i topi o ballano o fanno come in Ratyrinth, protagonista della nostra recensione Speedrun. Eastasiasoft propone agli appassionati di platform una sfida senza esclusione di colpi, seppur con tanti elementi in comune con altre opere in commercio.
Un topo, ma pochi labirinti
In tempi non sospetti, abbiamo analizzato per voi titoli come Awesome Pea e Witch Quest, platform bidimensionali con alcune caratteristiche simili. In entrambe le opere, la curva di difficoltà era volutamente sbilanciata, per offrire quell'esperienza “a là Super Meat Boy” limata però su un gioco dal prezzo contenuto. Alla stessa famiglia appartiene anche Ratyrinth, opera che senza troppi giri di parole risulta fin dalle prime fasi abbastanza vuota e poco ispirata.
Il protagonista del gioco è un topolino che dovrà ritrovare la strada di casa, superando tante insidie e i titolari labirinti. Per farlo potrà ricorrere alla sua unica abilità: saltare. Nei 50 livelli che compongono la campagna, unico elemento che viene offerto ai giocatori, ci si troverà di fronte a sfide platform di difficoltà crescente. Le mappe, oltre ad essere costellate di nemici, saranno piene di ostacoli spesso nascosti. Un solo errore e sarà game over, il che obbligherà a ricominciare il livello corrente dal principio.
L'assenza di checkpoint e la penalità a cui il giocatore va incontro in caso di fallimento sono pressoché le stesse proposte da mille altri giochi sui generis. A quelli già citati se ne unisce infatti un vasto plotone che, per ragioni di sintesi, non stiamo qui a declinare. Vi basti sapere che in una decina di minuti vi sarete fatti un'idea di tutto ciò che Ratyrinth ha da offrirvi.
Il gameplay di Ratyrinth
Come detto, il titolo di eastasiasoft è un platform bidimensionale, in cui però la componente labirintica è pressoché assente. Il nostro topolino si muoverà in mappe sviluppate principalmente in larghezza, in cui superare ostacoli per arrivare a una porta che fa da via di fuga e, di conseguenza, da conclusione dello schema.
I livelli proporranno un classico try and error, in cui bisognerà provare più volte per capire la miglior strada (o spesso l'unica corretta) da percorrere. I nemici, dal canto loro, non se ne staranno fermi a guardarci. Tenteranno di eliminarci con pattern predefiniti di attacco: le rane salteranno, i pulcini ci tireranno le uova e così via. Capire le mosse e studiare la tattica sarà impresa all'altezza di chiunque, così come il completamento della storia.
Ratyrinth non ha altro da offrire, se non dei frutti nascosti nei livelli che cambiano paletta di colori allo schermo grigio. L'assenza di extra o ricompense (vere) legate alla caccia ai collezionabili rende tutto molto piatto e monotono. Non aiutano una colonna sonora orecchiabile ma sempre uguale e una grafica compassata in stile retro. Risicata anche la longevità, dato che per completare per intero la campagna saranno sufficienti un paio d'ore, al netto anche di eventuali errori.
Il Platino di Ratyrinth
Cosa aspettarsi da un gioco di eastasiasoft? Un Platino facile, probabilmente, che è esattamente quello che Ratyrinth offre ai giocatori. Per ottenere la scintillante coppa blu basterà infatti portare a termine i 50 livelli del gioco. Potrete ignorare morti, nemici e collezionabili: non serviranno per alcun trofeo. Triste? Forse. Facile? Sicuramente sì.
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