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Oggi ci sono le elezioni in Svezia, una nazione che ha dato molto in termini di accoglienza, ma con evidenti difficoltà nell'integrare l'importante numero di profughi. I socialdemocratici rischiano dopo svariati anni di governo a vantaggio del partito di destra. Qui un articolo odierno del corriere della sera.
agorà
Purtroppo è proprio così.Impegnato tentativo di integrazione da parte delle istituzioni a vantaggio dei profughi ospitati, risultati deludenti.
Bisogna aspettare decenni per far incontrare le culture, processi troppo rapidi e forzati non funzionano.Soprattutto con i numeri di affluenza e volumi di cui parliamo.
Speriamo non si degeneri negli estremismi sfruttando il malcontento.
Cthulhu
L'integrazione va fatta con calma e cautela, con l'ipocrisia non si fa niente a parte alimentare gli estremismi
Peis1x
Rispondo a entrambi: l'integrazione necessita ovviamente di anni, ma durante questo arco temporale si verificheranno per forza delle tensioni sociali, malcontento e sfiducia, che spesso porteranno a bocciare democraticamente e prematuramente il processo di integrazione avanzato dalla forza politica in questione. Situazioni come quella descritta nell'articolo sono fuorvianti e inacettabili come step di integrazione
agorà
La Svezia ha fatto di tutto con i profughi, ha messo al loro servizio ogni singolo strumento dello stato sociale come modernamente inteso.Ha fatto di tutto e ha fatto più di tutti gli altri paesi occidentali per compiere una buona integrazione.
Il risultato? Aumento della criminalità, disagio sociale e sostituzione culturale (con i Natali vietati e le norme comportamentali stravolte, come vedi agilmente dall'articolo).
Sappiamo tutti a cosa condurrà questo nel lungo periodo; ciò che non è stato ascoltato ieri ed oggi come critica costruttiva a queste problematiche, sarà urlato domani e accompagnato con violenza da schieramenti abbandonati alla più totale intolleranza.
Gli esperimenti sociali e culturali sono rischiosi, non si cambia la natura umana, non è possibile.
agorà
@Je nie dieu Sul primo punto, capisco cosa intendi e da una prospettiva virtualmente ideale lo condivido.Esiste un però, quello della realtà che preme e spinge presso le porte del reale, delle esigenze più pratiche ed immediate.So che il pragmatismo a volte distorce le possibilità e le piega alla necessità più breve ma a volte non abbiamo che questo.
Per quanto inerente la tua seconda osservazione, non posso che sottoscrivere in toto.In sostanza si sono creati dei paradossi per i quali i principi liberali che "accolgono" con tolleranza finiscono,per una evidente depravazione sistemica, per essere annichiliti a loro volta e per primi dalla stessa cultura entrante e tollerata.Una discriminazione inversa.
m4ddok
C'è anche da dire che alcuni modi di pensare, agire, interpretare non saranno mai integrabili gli uni con gli altri tra le nostre culture; questo vuol dire che per forza l'uno scalzerà l'altro: uno rimarrà in uso, l'altro scomparirà. Ciò accade perché ci sono corollari culturali che non possono essere fusi, possono solo imporsi o scomparire, non sono adeguati nemmeno per convivere.
agorà
esattamente