NerdPool incontra Caterina Bonomelli
Fin dal suo debutto ci siamo affezionati a Caterina Bonomelli e ai personaggi della sua opera Sottopelle edito da Edizioni BD. La storia di Morana e Orione è giunta alla fine nel terzo volume di questa serie iniziata su Tacotoon. Allo scorso Lucca Comics & Games abbiamo incontrato nuovamente Caterina e abbiamo potuto parlare con lei della conclusione del suo fumetto e dell'evoluzione dei suoi personaggi. Ecco la nostra intervista con lei.
Ciao Caterina e ben ritrovata su NerdPool. A questo Lucca Comics & Games è disponibile l'ultimo volume di Sottopelle. Che cosa devono aspettarsi i lettori da questo capitolo conclusivo?
Tanto angst e dolore e tanti nudi maschili perché ho calcato un po' la mano ma posso, sono una ragazza, posso farle queste cose… E ha un pochino di horror in più dei volumi precedenti.
Infatti il tuo mondo magico è la parte più interessante della storia per come sia preciso ma allo stesso tempo senza tempo, dove c'è questo bellissimo mix di tecnologia, mondo social e magia. Come lo hai sviluppato e ampliato nel corso della storia rispetto al suo concept iniziale?
All'inizio era proprio un'infarinatura perché volevo disegnare le creature magiche nel quotidiano e quindi ho detto: “Massì, mettiamoci dentro questa cosa qua”. Poi in realtà mi è dispiaciuto perché i personaggi hanno trainato la trama a livello umano e quindi si è un po' persa la parte degli smartphone. Cioè ad un certo punto il wi-fi è andato via dall'isola. Nel terzo volume però torna prepotentemente perché si scopre – senza fare spoiler – che la parte legata ai video e alle dirette online che c'è sempre stata qui prende ancora un po' di spazio. La cosa più curiosa è che effettivamente appena ho iniziato a portare avanti i personaggi, i telefoni sono scomparsi, non ho avuto più il bisogno di metterli.
Nel secondo e terzo volume di Sottopelle l'elemento fantastico diventa più prominente con riferimenti alla necromanzia e alle streghe. Che tipo di ricerche hai fatto e a quale “mitologia”/tradizione ti sei maggiormente ispirata?
Leggo tanti manga e la manipolazione del sangue è una cosa che mi è sempre piaciuta tantissimo, diciamo che è un classicone. Giocando anche a D&D e ad altri giochi di ruolo i necromanti sono sempre nel cuore, sono il mio personaggio preferito perché in realtà la trovo una magia funzionale sotto più aspetti e anche molto potente. C'è anche da dire che a me piace disegnare il sangue come materia, mi piace colorarlo e farlo venire fuori bene, corposo… Non ho fatto tanta ricerca perché ho sempre paura di fare troppa ricerca e andare sul realistico, vedere le persone che praticano a loro modo la disciplina nel nostro mondo. Temevo che poi qualcuno si potesse offendere e quindi ho evitato. Ma è lì il bello di fare un mondo magico dove anche la mitologia legata alla magia te la inventi fondamentalmente dal nulla.
Senza fare spoiler uno degli aspetti che più hanno preso il lettore sono le identità di Orione e Agnese. Questo mistero era stato deciso fin dall'inizio? Perché rileggendolo si notano indizi, viene quindi da chiederti se era già previsto chi dovesse essere…
Paradossalmente tutto Sottopelle nasce da quello, era la storia che volevo raccontare. Quando però vuoi tanto raccontare qualcosa rischi di farlo nel modo sbagliato perché ti monopolizza la narrazione e quindi, per non far notare che quello ti sta monopolizzando la narrazione nella tua testa, tendi a rallentare. C'è da dire che è anche un argomento delicato. Oggi durante il firmacopie è arrivata una ragazza che fa parte della comunità Queer e mi ha fatto i complimenti per la rappresentazione che ho fatto. Per me è un onore, perché rappresentando un concetto che non vivo in prima persona mi sento in una posizione scomoda e quindi ho fatto ricerche sull'argomento. Tante persone che mi hanno scritto in privato nei DM: “Ma allora qual è la sua sessualità? Spiegami un attimo!”. Però il concetto di intersessualità, il fatto che lui sia entrambi, assolutamente era una cosa che c'era fin dall'inizio. E poi il primo disegno che avevo fatto di Orione era venuto bene sia da donna che da ragazzo e allora mi sono detta che non potevo scegliere ed era un tema di cui volevo già parlare.
A tal proposito in tutta la storia troviamo affrontate in maniera sottesa molte tematiche LGBTQ, ma non le hai mai approfondite troppo. Il motivo di non aver osato nel parlarne è per i motivi che ci hai detto prima, anche della delicatezza di affrontare questi temi?
In realtà paradossalmente non ce n'è stato bisogno perché per come Orione vive le esperienze durante il racconto, già puoi avere rappresentazione senza bisogno che si parli in modo didattico di quello che rappresenta. Per fortuna direi, che quando c'è didattica nei fumetti… Diciamo che io preferisco l'intrattenimento. Ma davvero i lettori hanno empatizzato proprio tramite la sua esperienza, magari tramite le sue espressioni visto che tendo ad inquadrarlo molto di faccia, “in soffrimento”. E quindi non c'era neanche bisogno che ne parlassi in modo esplicito. Da un certo punto di vista io avevo paura che le persone non lo capissero, invece in realtà il messaggio è passato. Non viene esplicitato niente perché secondo me dare definizioni in Sottopelle sarebbe stato riduttivo. Siamo in un mondo magico in cui non devi fare dei passaggi burocratici, cose mediche, è un po' diverso da tutta la trafila per raggiungere alcuni risultati. Quindi non ce n'è stato bisogno, ma anche per fortuna! Se io dovessi scrivere una biografia di una persona queer non mi prenderei mai il diritto di poterlo fare. Qua abbiamo un angelo, gli angeli sono intersessuali, hai anche il sedere parato dalla mitologia cristiana, paradossalmente!
Nella nostra precedente intervista avevi detto che Morana doveva essere relazionabile, ma anche insopportabile nel suo essere influencer. In parte l'obiettivo viene raggiunto perché non sempre capiamo i suoi comportamenti. Dall'altra ci si relaziona con lei e tutti i segreti che vuole svelare, la sua voglia di raggiungere una verità che tutti le nascondono. Credi di essere riuscita a mantenere il suo personaggio fedele a se stesso?
In realtà sono contenta che stronza era e stronza è rimasta, anche quando scopri che le sono successe certe cose. Ho sempre trovato insopportabile quando una persona che ha un carattere di merda come Morana poi salta fuori che ha avuto un passato difficile e allora tendi a giustificarla e c'è quasi una santificazione del personaggio. I lettori hanno empatizzato in lei perché da un certo punto di vista è il personaggio che si evolve di meno. Alla fine del terzo volume fa una scelta, però è una scelta che le costa fin lì perché ha in cambio qualcosa. Forse un po' mi dispiace non averla fatta evolvere di più, ma da un altro punto di vista sono contenta che sia rimasta insopportabile, che sia rimasta sulla sua posizione come personaggio. Poi secondo me lei è una rappresentazione dei problemi delle malattie mentali, è palese che non ci sta; soprattutto nel terzo volume si vede che certe cose che dice non si ricorda, però è molto umana anche nei suoi difetti e mi va bene così.
In questa storia abbiamo un triangolo e all'apice di questo triangolo troviamo Yacov, che pare stereotipato ma in realtà molto più complesso e sfaccettato, si svela piano piano. Crediamo che sia il personaggio più complesso di tutti. Come lo hai sviluppato e come lo cataloghiamo: è buono, è cattivo, è un buono che fa anche cose cattive?
In realtà sì, ma tanto buono e cattivo sono cose grigie. Secondo me buone e cattive sono le azioni, e sicuramente lui ha fatto delle azioni cattive, però nella sua mente le ha fatte sempre per fare del bene. Ci ha provato, era inevitabile far soffrire delle persone per le risorse che aveva lui. Io lo amo tanto come personaggio perché è il mio preferito e quello che umanamente secondo me è costruito meglio, è un po' il “neglected child” che se l'è fatta la vita, si è fatto una carriera ed è una persona molto in gamba. E comunque fino all'ultimo ha cercato di non farla scoppiare la bomba. Può sembrare una persona stupidotta, falsa, ma più che falsa è omertoso e ci ha provato fino all'ultimo. Però non sembra che non abbia mai amato Orione come se fosse la sua famiglia perché fondamentalmente lo è e lo rimarrà per sempre. Il finale di Sottopelle non è un finale chiuso e felice, ma nella mia testa la storia va avanti e assolutamente Yaya non va stigmatizzato. Io avrei fatto le sue stesse scelte e mi piace che lui sia un personaggio in difficoltà.
E citando il finale, abbiamo trovato che il finale di Sottopelle sia molto aperto e tutti i personaggi hanno ancora cose da dire nonostante tutto. Possiamo sperare di ritornare in quel mondo o dobbiamo immaginare noi i personaggi fare quello che vogliamo?
Sono triste perché lasciarli andare penso non lo vorrò mai fare. Tra l'altro ho avuto questa sensazione strana. Sono un'autrice emergente e penso di aver scritto un fumetto con poca testa, perché mi sembra di aver fatto 3 volumi di un prequel e che la storia da raccontare arrivi adesso che i lettori hanno conosciuto i personaggi. Quindi sì, mi sembra di doverla ancora raccontare perché sta andando avanti nella mia testa. Inoltre è stato un volume un po' sofferto perché ho consegnato il secondo ravvicinato al primo; per il troppo lavoro sono andata in overwhelming e mi è dispiaciuto che a posteri avrei voluto svilupparlo meglio il finale però si fa quel che si può con le proprie risorse. Spero in futuro di riuscire a continuare la storia, assolutamente. Poi le persone si sono affezionate ai personaggi e anch'io sono affezionata ed è bello. Ho questa sensazione che sia un prequel, come se fosse una saga e questo il film prequel. Ora che i personaggi sono evoluti hanno cose da dire secondo me. E poi infondo non si chiude niente, cavolo!
Esatto! Quando siamo arrivati all'ultima pagina abbiamo detto “Ma il quarto volume dov'è?”
Infatti, anch'io me lo chiedo! (ride)
Avevi detto che la pubblicazione online aiuta perché ti permette di avere un confronto con i lettori, ricevere consigli e pareri. Tu hai seguito anche i pareri e commenti dei lettori durante la pubblicazione su Tacotoon cambiando qualcosa o tutto era ben chiaro e definito al di là di quello che i lettori volevano?
Sono una persona estremamente aperta al dialogo, ma su queste cose sono testona. Fondamentalmente non è cambiato niente e ci ho messo tutto quello che ci voleva piazzare dentro. Inoltre ho sempre avuto lettori molto rispettosi che, dato che si intrattengono anche nello scoprire tutto dal niente, non mi hanno mai dato consigli, o me li hanno dati in generale sul modo di narrare e raccontare. Ne ho fatto tesoro, soprattutto di quelli dei miei colleghi. Mi hanno insegnato tantissimo e così ho fatto proprio gavetta con questo fumetto e c'è stato molto scambio da questo punto di vista. Ma dal punto di vista della trama e dei personaggi no, perché le persone volevano scoprirli e io pensavo “No, ditemi qualcosa! Aiutatemi perché io non so (che fare)!”. Tipo i capelli di Orione ho scoperto che piace di più con i capelli lunghi, ma io invece adoro i ragazzi con i capelli corti. Non la sapevo questa cosa e i lettori si sono lamentati quando li ha tagliati e quindi è nata “la ricrescita miracolosa”, è magia (ride).
Parlando di progetti in corso abbiamo One last time con Dario Sicchio, cosa ci puoi dire di questa storia in uscita sempre su Tacotoon? Cosa troveranno i lettori di diverso e di simile da Sottopelle?
One last time è un post-fantasy e io adoro i post-fantasy e mi piace che quando Dario me l'ha proposto è partito dicendo: “Abbiamo la combriccola dei vecchi generali del cattivo che ha perso” e in realtà me lo stai già vendendo. Mi piacciono i personaggi cattivi ma che cattivi non sono… E' bello anche tanto quando lo sono, perché vuoi sapere sempre di della loro parte umana. Io sono di quelle persone che avrebbe voluto la storia di Scar (NdE: antagonista de Il Re Leone), il racconto del cattivo. Adesso esce davvero il film su Scar e lo andrò sicuramente a vedere, sono storie che mi interessano. Ho anche amato tanto Frieren – Oltre la fine del viaggio, che è appunto un post-fantasy bellissimo dove piango ad ogni episodio. Quindi nei temi di One last time ci sono tante cose mie e tante di Dario. Siamo anche sulla stessa lunghezza d'onda perché siamo tanto amici, ci sentiamo tutti i giorni e grazie alla nostra amicizia possiamo andare oltre la professionalità. Se vogliamo cambiare qualcosa ce lo diciamo senza troppi preamboli, se ne parla e si cambia. I temi della storia sono un po' loschetti e torbidi, c'è dell'erotico, una cosa che mi dispiace di non aver messo in Sottopelle, dell'erotico “potente”. Avrei voluto fare uno spillatino, c'è tempo per farlo, lo dovrei costruire… Per tornare a One last time, Dario è molto bravo a scrivere, è bravo a far evolvere i personaggi e io mi sto affezionando ai personaggi che ha scritto, sono la loro prima fan. Mi sto divertendo a farlo, anche troppo, perché ci perdo molto tempo tanto che anche Dario mi dice: “Fanne meno, meno sfondi…” . Però il fantasy è un genere che mi piace e i personaggi torbidi sono il mio pane quotidiano.
Abbiamo parlato con te in occasione del tuo debutto e di quello di Sottopelle. Che cosa è cambiato in questi anni come autrice e provi ancora la stessa emozione della prima volta con la tua storia che dallo schermo diventa cartacea e nell'incontro con i tuoi lettori?
E' sempre bello. Certo, più lavori più è un lavoro, quindi perdi un pochino la magia. Non ho la magia del vedere il volume perché arrivo da una consegna pazza e disperata e sono stressata sul prodotto in sé. Però quando vedo la cura che ci ha messo il grafico Mauri che mi ha impaginato le tavole, Giovanni che ha fatto le copertine, e poi Matteo… Diciamo che il lavoro delle altre persone me lo fa apprezzare di più. E poi i lettori e i firmacopie sono i miei momenti preferiti e mi diverto proprio. Certo, ho sempre paura che ai firmacopie non venga nessuno quindi appena si presenta una persona per me è come Natale e la voglio tenere lì il più a lungo possibile. Sono più i lettori e le persone con cui lavori che ti fanno apprezzare il prodotto finito.