Nerdpool incontra Scott Snyder
Uno degli ospiti più importanti di Lucca Comics & Games 2024 è stato sicuramente Scott Snyder. L'autore americano, architetto del rilancio di Batman nell'era New 52 e della nuova linea DC Absolute, era ospite di Star Comics e SaldaPress, case editrici per cui presentava opere differenti e singolari. Grazie proprio a Star Comics, abbiamo avuto la possibilità di fare una breve intervista con lui, nella quale abbiamo parlato del suo lavoro. Di seguito, le sue parole.
Siamo qui con Scott Snyder, benvenuto su Nerdpool.it
Grazie mille.
Sei uno degli autori di comics più prolifici e rispettati nel panorama attuale. Puoi dirci com'è iniziata la tua carriera?
Ho sempre desiderato essere un autore e un artista di fumetti, sin da quando ero giovane. Avevo un portfolio di disegni un po' bruttini che portavo con me alle fiere del fumetto per mostrarlo alle persone, ma non ero molto bravo. Quando ero al college ho iniziato a scrivere storie brevi e ne ho scritte un paio dallo spirito soprannaturale. Un editor le ha lette, mi ha trovato e mi ha domandato se fossi un vero appassionato di fumetti. Quando è successo, ero in una libreria con lo zaino pieno di fumetti e gli ho risposto che sì, ero un vero appassionato. Così mi hanno dato l'opportunità di proporre una storia e così è nato American Vampire. Dal momento che ho iniziato, ho capito che non avrei voluto fare altro nella vita. Sono stato molto fortunato e questo è successo quindici anni fa.
La tua carriera è iniziata appunto quindici anni fa e hai avuto modo di lavorare su tutto. Preferisci lavorare su miniserie come Night of the Ghoul, Clear, We Have Demons, By a Thread (ancora inedita in Italia) o lavorare su serie regolari come Batman o Justice League?
Ho bisogno di entrambe nello stesso momento. Per me sono come opposti. Quando fai una serie regolare come Batman, tutti conoscono Batman, Gotham e i gargoyle, ma non conoscono te. Non sanno se hai qualcosa da dire, quindi cerchi di dimostrare che ci tieni al personaggio, che hai qualcosa da dire riguardo a lui e al mondo che lo circonda.
Quando fai una serie creator owned, tutti sanno che hai qualcosa da dire perché è la tua opera, ma non conoscono il mondo che hai creato. Quindi devi appassionare i lettori al mondo, esattamente come sono appassionati di Gotham. Sono due cose differenti che, per me, si aiutano a vicenda l'un l'altra, perché fanno funzionare due parti opposte del mio cervello. Scrivere Batman è come lavorare all'interno di una scatola, mentre le serie creator owned permettono di costruire la scatola. Adoro fare entrambe.
Ho lavorato a lungo in DC e ho avuto la necessità di prendermi tre anni per sviluppare tutte le nuove idee che avevo in compagnia di grandi amici. Questi fumetti, su cui Star Comics ha puntato molto, sono tutti degli esperimenti perché non sapevo se ero in grado di scrivere un fumetto storico, una storia d'amore, horror classico o sci-fi. Il divertimento è stato lavorare con gli amici, sperimentando in cose che avrebbero potuto fallire, ma completamente nuove.
Molte di queste serie sembrano concluse. Possiamo aspettarci dei sequel oppure no?
Sicuramente. Un paio stanno venendo sviluppati per il cinema e la tv, anche se non sono sicuro che arriveranno. Io e tutti i co-creatori ci siamo lasciati un anno per fare altre cose, per poi forse tornare. We Have Demons e Clear sono due ottimi esempi, mentre con Francesco Francavilla stiamo già lavorando a qualcosa di nuovo per DSTLRY, non si tratta di un sequel, ma è un horror sulla stessa falsariga di Night of the Ghoul. Quindi c'è ancora molta vita che potremmo portare a queste serie.
Ultima domanda: quale opera, in tutti i tipi di media, ha inciso di più sulla tua carriera e sulla tua vita?
Il mio libro preferito di sempre è Frankenstein. L'ho letto quando stavo viaggiando in Europa, tra Francia e Italia. Avevo circa diciassette anni. Frankenstein ha catturato tutto ciò che amo nello storytelling. L'orrore di qualcuno che crea un mostro dalle proprie paure, dai propri errori. La volontà così forte di superare la morte da creare qualcosa di orribile che ti si ritorce contro. Questo mi ha insegnato cos'è un buon horror, che non si tratta solo di mostri spaventosi o sangue e gore. L'horror arriva quando affronti le tue paure più grandi, e quelle paure sono amplificate nella forma di un mostro, un'apocalisse zombie e via discorrendo, a quel punto mi è stato chiaro che avrei voluto scrivere storie horror perché, per me, l'horror significa scrivere di quelle cose che ti tengono sveglio la notte, che siano a riguardo del mondo, te stesso o la natura umana stessa. La Notte dei Morti Viventi è il mio film preferito, sempre un horror. Batman è sempre stato il mio preferito, ma quello spaventoso. In qualsiasi media è sempre un horror.
Grazie mille Scott, è stato un vero piacere.
Grazie a voi.