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IL LIBRO FRANZA di Ingeborg Bachmann: recensione

Il libro Franza è un libro di Ingeborg Bachmann pubblicato da Adelphi nella collana Gli Adelphi, con la traduzione di Magda Olivetti e Luigi Reitani.



Trama



La storia è quella di Franza, donna malata per colpa del marito, un medico che, pur godendo della stima pubblica, con i suoi atteggiamenti quotidiani l'ha ridotta in condizioni terribili; lui è la causa di morte della donna, il latente assassino, che giorno dopo giorno, pur senza violenze esplicite, la uccide nell'animo. Franza, per sfuggirgli, si aggrappa a Martin, suo fratello, il quale deve affrontare un viaggio in Egitto accollandosi anche le sofferenze della sorella, alla quale è peraltro legato da un rapporto sin troppo intenso, ai confini dell'incesto. Franza, per il dottor Jordan, suo marito, è diventata un caso, si sente sminuzzata, analizzata dall'uomo che dovrebbe amarla e che invece si è rivelato, a distanza di tempo, un freddo calcolatore, nonché fedifrago.



L'orrore per essersi creduta superiore alle due precedenti mogli dell'uomo e per aver scoperto la sua vera natura solo dopo anni di agonia quotidiana, rende impervio il percorso che Franza vorrebbe intraprendere per guarire. Martin, il fratello di Franza, è uno storico che è costretto a portare sua sorella con sé nel suo viaggio in Egitto, essendosi reso conto che solo tenendola lontana dal marito aguzzino avrà qualche speranza di salvarla dall'uomo e da se stessa.



“Questo libro però non è solo un viaggio attraverso una malattia. Cause di morte, tra queste rientrano anche i delitti. Questo è un libro che parla di un delitto.”

Recensione



Il libro Franza giace sul mio comodino da circa una settimana. Durante il giorno butto un occhio e vengo travolta da parole feroci che attraversano la mia mente come un fiume in piena.



Ingeborg Bachmann muore il 17 Ottobre 1973 in seguito ad un incidente nel suo appartamento. Qualcuno parla di suicidio ma come dirà l'amico scrittore Thomas Bernhard: “in realtà a distruggerla è stato logicamente solo il mondo che la circondava”. Il Libro Franza non è altro che un libro incompiuto messo insieme dopo la tragica morte dell'autrice: bozze, interviste e documenti che spiegano la trama del libro in questione. Parliamo di un testo che è di per sé letteratura, è un'opera d'arte che può avere diverse chiavi di lettura.



Le parole della Ingeborg meriterebbero di essere lette più volte, ad alta voce, sviscerate e magari ricopiate su un taccuino, rese eterne. Per fortuna Adelphi ci regala una delle migliori opere in lingua tedesca, un cumulo di materiale che viene radunato per onorare la figura immensa di Ingeborg Bachmann che messa di fronte a un uomo è costretta alla patologia. Il sadismo diventa masochismo: “io ero prigioniera in quel labirinto e in tutta la casa all'improvviso non ero più la collaboratrice, non ero più sposata mi trovavo isolata dalla società, con un uomo in una giungla, in mezzo alla civiltà, e mi accorgevo che lui era armato di tutto punto e io ero senza armi”.



La protagonista di questa storia è Franza, una donna che diventa malata per colpa del marito medico. Questa vicenda poggia le sue fondamenta su un paradosso se consideriamo la professione svolta dal marito. Un uomo che analizza, infiacchisce l'animo di Franza senza violenze esplicite, Jordan agisce in sordina. Il suo è un assassinio larvato. Allora Martin sente di dover salvare sua sorella, la porta con sé in Egitto, tiene a cuore la sorella diventata bambina. Ma questo libro parla di malattia quanto di delitti: “i delitti che hanno bisogno dello spirito, che turbano il nostro spirito e meno i nostri sensi, quelli insomma che ci toccano più profondamente avvengono senza spargimento di sangue, e la strage si compie entro i limiti del lecito e della morale”.



Il libro Franza è un laboratorio di scrittura e un'indagine sull'umanità è un invito a non dimenticare l'attacco massiccio sferrato alla vita.



Potete trovarlo QUI.



L'Autrice



Ingeborg Bachmann, nota anche come Ruth Keller (1926 – 1973), è stata una poetessa, scrittrice e giornalista austriaca. Ottenne il primo riconoscimento col premio conferitole dal “Gruppo 47” per le poesie riunite in Die gestundete Zeit (1953), nelle quali i motivi ideologici della sua formazione intellettuale (Heidegger, Wittgenstein) s'incontrarono con il tema della generazione venuta dopo gli orrori della guerra nella dimensione d'un linguaggio spesso tormentato e astruso, ma sempre autentico. Nella successiva raccolta, Anrufung des grossen Bären (1956), i nodi espressivi tendono a sciogliersi in un dettato più lucido (vi compare spesso, al posto del metro libero, la strofa rimata), pur senza perdere di profondità. Di singolare interesse (a parte alcuni testi minori, fra i quali ricorderemo i radiodrammi Die Zikaden, 1955 e Der gute Gott von Manhattan, 1958, in forma di ballata) sono altresì i volumi di racconti Das dreissigste Jahr (1961) e Simultan (1972) e il romanzo Malina (1971): pagine narrative caratterizzate da una intensa vibrazione poetica, anche se quasi sempre lontane dai moduli della “prosa lirica”.



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13 settembre alle 14:11