Party hard
Death Stranding è simile ad Evangelion sotto molti punti di vista. Innanzitutto ci racconta un futuro in cui l'umanità è allo sbando a causa di entità misteriose di cui non sappiamo quasi nulla.
In Evangelion abbiamo gli angeli, qui invece delle creature che vivono in un limbo a metà fra il nostro mondo e l'aldilà. In entrambe le opere, queste creature non sono esattamente esseri catalogabili utilizzando i metodi scientifici, eppure, allo stesso tempo, non sono esseri soprannaturali. Possono essere studiati e combattuti con l'ausilio della scienza.
Il protagonista, Sam Porter Bridges, è molto simile a Shinji. È chiuso, introverso e ha problemi con la madre.
Esattamente come Shinji, poi, avrà uno sviluppo del personaggio equivalente a zero fino alle battute finali.
Entrambe le opere, infine, hanno la tendenza a usare fino allo sfinimento un sacco di metafore per veicolare i loro messaggi, nel disperato tentativo di rendere più complesse delle storie che, in realtà, sono molto semplici.
Ecco, mi sembra che Kojima, con Death Stranding, avesse paura di aver scritto una storia molto semplice, e allora abbia deciso di farcirla con metafore su metafore, come se ci fosse qualcosa di male nello scrivere una storia semplice, e come se le metafore rendessero una storia più complessa.
Ecco che tutto il mondo di Death Stranding diventa metafora di qualcos'altro. C'è una metafora per i rapporti umani, in un mondo iperconnesso dalla rete (chi ha visto in Death Stranding un veggente del CoVid forse non ha capito bene il gioco: è più un gioco che si scaglia contro una rete che non ci connette per davvero), c'è una metafora per il rapporto fra figli e genitori, c'è una metafora per ogni condizione esistenziale (ogni personaggio è una metafora in sé, passando addirittura attraverso nomi auto-esplicativi come Fragile, Deadman, Die-hardman, eccetera).
Come dicevo, tolte le metafore, la storia di Death Stranding rimane molto semplice, e purtroppo scade nel finale in un messaggio che mi ha ricordato tantissimo gli applausi di Shinji. Non vi dico come né perché.
C'è un altro problema: in un gioco di oltre trenta ore, la maggior parte dei dialoghi è inutile e si risolve in Sam che parla con un ologramma che lo informa su quale sarà la prossima consegna. I dialoghi che mandano avanti la trama, invece, non sempre sono a fuoco e spesso si concretizzano in immensi spiegoni di trama che però non aggiungono praticamente nulla al piatto principale se non nelle ultime ore di gioco, in cui gli spiegoni si fanno ancora più intensi e aggiungono... Altre metafore che non aggiungono nulla al messaggio finale.
Sì, perché alla fine sarebbe bastato semplicemente farci giocare, portare pacchi di qua e di là, e Death Stranding sarebbe stato anche migliore, visto che il suo gameplay esprime quello che deve esprimere in maniera molto più efficace di qualsiasi filmatone.
Innanzitutto Death Stranding ti dà un valido motivo per non uccidere nessuno. Un motivo pragmatico, non moralista. Nella mia run ho ucciso un solo avversario, e quell'avversario (apparentemente insignificante) ha assunto per me una valenza narrativa inaspettata.
Poi, girovagare da soli per la mappa, superando mille difficoltà, funziona già di suo come un'evoluzione del personaggio. È legittimo pensare che Sam, dopo tutta quella fatica, sia maturata come persona.
Ma la narrativa esplicita non sempre se ne ricorda, e spesso affretta tantissimo i legami fra i vari personaggi. Ho apprezzato molto l'idea che il gioco sia ambientato negli Stati Uniti, ma che la mappa sia stata modellata sulle fattezze dell'Islanda. Mi ricorda la New York kafkiana, che non è New York nemmeno per errore.
E poi, quando in Death Stranding dobbiamo sopravvivere, si creano momenti davvero emozionanti, e la connessione col resto del mondo avviene per davvero.
Con Death Stranding diventiamo tutti level designers. Non vediamo altri giocatori, ma il segno del loro passaggio rende questo mondo alla deriva molto vivo, in maniera inaspettata.
Peccato che le missioni non siano troppo variegate fra loro, e che il gioco sia lunghissimo ma non sempre divertente.
Le boss fight sono abbastanza noiose, specialmente una che si riproporrà qualcosa come quattro volte, sempre con le stesse modalità.
Death Stranding merita di essere giocato se non altro perché è un'idea originale, e poi perché ci sono gli Apocalyptica nella colonna sonora.
Piz
Dopo 15 anni di fallimento
Lapassionedelverogamer
Vabbè però spoiler la partita a poker era veramente super lineare e banale . Non è chissà che gran cosa, non si sono spinti troppo oltre lì
Trobar clus
Ma è il semplice fatto che ci sia, in mezzo a tutte le altre cose