Giocate dovunque grazie ai Micro Games di Pendragon Game Studio – Recensione
Uno dei drammi dei giocatori è portare dappertutto i proprio board games preferiti: Pendragon punta a risolvere il problema consentendovi di giocare ovunque grazie ai Micro Games, protagonisti della nostra recensione. Quattro prodotti molto diversi tra loro, accomunanti da un elemento: l'incredibile facilità di trasporto. Pratici da mettere in uno zaino, in una borsa o persino in tasca e adatti per giocare dappertutto.
Nella botte piccola c'è il vino buono
Chi è appassionato di giochi da tavolo sa meglio di chiunque altro cosa significa organizzare al meglio lo spazio. Opere come Trial of the Gods o Terrorscape richiedono zaini ampi e spalle larghe per essere portati in giro, così come tavoli spaziosi per essere imbastiti. Ecco perché spesso fa piacere trovarsi di fronte a prodotti estremamente compatti ma in grado d'intrattenere comunque per ore. Piccole scatole con mazzi di carte o persino giochi più complessi come quelli della serie Mint.
In questo panorama si inseriscono anche i Micro Games, novità del 2024 di Pendragon Game Studio. Quattro prodotti, ognuno con uno stile unico ma accomunati dalle dimensioni ultra ridotte. Ognuno dei Micro Games è infatti contenuto in un piccolo portadocumenti, che alloggia carte, regolamento e tutto l'occorrente per giocare. Nella serie troviamo L'Isola dei Predatori, un gioco da fare in solitaria, Avignone: Lo scontro dei papi e Revolver Noir per un duello e infine In Vino Morte per partite di gruppo.
La varietà è tanta e come detto ognuna delle opere proposte vanta meccaniche e uno stile unico. Come vederemo analizzando nel dettaglio i singoli giochi, le regole si mantengono ovviamente molto semplici da metabolizzare e la durata delle partite non supera mai la mezz'ora. Questo consente di abbracciare in pieno la filosofia dei giochi portatili, nell'ottica di giocare “sempre e dovunque”, senza rinunciare al divertimento.
In Vino Morte e L'Isola dei Predatori
I primi due giochi che analizziamo sono agli antipodi: In Vino Morte permette di coinvolgere da 3 a 9 giocatori, mentre L'Isola dei Predatori è una sfida da affrontare rigorosamente in solitario. Partiamo proprio da In Vino Morte, per analizzare a fondo le semplici meccaniche alla base di questo party game. La confezione contiene un totale di 18 carte, di cui 9 raffiguranti una bottiglia di vino e 9 una di veleno. A turno, uno dei giocatori assume il ruolo di mazziere e sceglie una carta da dare a ogni partecipante, compreso sé stesso. Potrà decidere liberamente se dare vino o veleno, ma dovrà sempre esserci in gioco almeno una carta di entrambe le categorie.
Nel suo turno, ogni giocatore può scegliere se bere, rivelando la carta, o scambiare alla cieca con un altro giocatore. In caso beva vino, sarà salvo, altrimenti sarà eliminato dalla partita. Alla fine del giro, tutte le carte non scoperte andranno rivelate e chi avrà il veleno verrà eliminato. I giocatori rimasti proseguiranno con il gioco, con il ruolo di mazziere che passerà in senso orario. A vincere sarà l'ultimo giocatore rimasto. In Vino Morte è quindi un gioco di bluff semplice e immediato, che non richiede particolari abilità né conoscenze.
L'Isola dei Predatori è invece un solitario, in cui bisognerà di fatto risolvere un puzzle. Si dispongono le 16 carte animale in una griglia 4×4, conservando come jolly i due animali marini. Ogni creatura avrà un valore da 1 a 16 e potrà mangiarne una adiacente con un valore inferiore da 1 a 3 punti rispetto al suo. Inoltre, quando un animale ne mangerà un altro, si attiverà il suo potere speciale: lo scopo è fare in modo che rimangano meno carte possibile sul tavolo. Con 3 o meno, avremo vinto la partita. Gli animali marini forniscono due bonus ad uso singolo, che ci aiuteranno nel caso rimanessimo bloccati. In Vino Morte e L'Isola dei Predatori sono quindi titoli agli antipodi, destinati a due diverse tipologie di giocatori: voi siete più da party con gli amici o sfide riflessive in solitaria?
Avignone: Lo scontro dei papi e Revolver Noir
Passiamo ora ad analizzare i due prodotti della linea Duel, che mettono quindi di fronte due giocatori. Avignone: Lo scontro dei papi lascia fin da subito intuire il tema del gioco, in cui ci si sfiderà per ottenere i favori del popolo e diventare capi della Chiesa. L'allestimento del gioco prevede di creare cinque file con altrettante carte mappa, collocando in quella centrale 5 carte personaggio casuali. In ogni turno i giocatori eseguiranno due azioni, spostando i personaggi o attivandone l'abilità Supplica. Lo scopo è portare dalla propria parte più personaggi possibili: se oltrepasseranno la “mappa”, entreranno nella nostra Congregazione.
A vincere sarà il giocatore che terminato il mazzo avrà più personaggi oppure quello che riuscirà a soddisfare una delle condizioni di vittoria secondarie, come quella offerta dal Nobile. Questa ambientazione è diametralmente opposta a quella offerta da Revolver Noir, in cui vestiremo i panni di un agente che si troverà faccia a faccia con una rivale ignoto. Ogni giocatore riceverà un mazzo di carte che rappresentano stanze della casa e potrà, a turno, spostarsi o eseguire azioni. L'obiettivo è quello di colpire il nostro rivale, sparando nelle stanze.
Durante il nostro turno dovremo decidere se spostarci in una stanza adiacente cambiando la nostra carta, spiare il rivale per capire dove si trova oppure ancora sparare per tentare di colpirlo. Le stanze hanno anche azioni speciali in grado di stravolgere l'esito dello scontro. Entrambi i Micro Games Duel sono un concentrato di strategia in una manciata di carte, che richiederanno grande abilità e perspicacia per trionfare. In particolar modo, abbiamo apprezzato la sensazione di essere “braccati” che Revolver Noir offre ai giocatori, con l'ansia costante di essere colpiti da un momento all'altro.
Micro Games: giochi da tavolo per tutte… le tasche
Come è facile dedurre, i Micro Games offrono un ampio ventaglio di possibilità, che consente a ogni giocatore di trovare il prodotto adatto ai suoi gusti. Potremo affrontare sfide in singolo, di coppia o in gruppo, investendo una cifra molto contenuta per titoli in grado di regalare ore di divertimento. Lo stile scelto è particolarmente calzante: poco appariscente il packaging, in favore di un'incredibile portabilità. Tutto il “lusso” è stato conservato per il design delle carte, davvero piacevole in ognuna delle quattro opere. Dovendone scegliere una come mia preferita, probabilmente punterei il dito verso L'Isola dei Predatori, ma ogni gioco ha un suo fascino unico.
Ovviamente, il rovescio della medaglia di una compattezza estrema risiede nel ridotto numero di variabili di ogni titolo, particolarmente evidente nei giochi che coinvolgono uno o due giocatori. Dopo una decina di partite, alcune situazioni diventeranno ripetitive, soprattutto per quei giocatori che amano sfidarsi in una sfida dietro l'altra senza pause. Dilazionando nel corso del tempo gli scontri, sarà più facile aumentare la longevità dei vari Micro Games.
Nonostante questo, i titoli di Pendragon Game Studio sono perfetti per tutti coloro che non vogliono rinunciare a giocare in ogni situazione e amano portare sempre con loro qualche board game per coinvolgere amici e parenti. La compattezza delle regole consente a chiunque di avvicinarsi a queste opere, risultando un vero e proprio salva serata da tenere a portata di mano o, per meglio dire, di tasca. Insomma, si tratta di un “quadrittico” che non può mancare in nessuna collezione.
L'articolo Giocate dovunque grazie ai Micro Games di Pendragon Game Studio – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.