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Silent Hill 2 – Recensione

“Nei miei sogni tormentati, vedo quella città. Silent Hill. Mi promettesti che un giorno mi ci avresti riportato. Ma non lo hai mai fatto.”



Eppure, cara Mary, ci sei ritornata a Silent Hill. Dopo rumor, leak, annunci vari, chiacchiere da corridoio, progetti iniziati, cancellati, spariti, la nebbia finalmente si dirada. Siamo tornati, questa volta accompagnati da Bloober Team, nei meandri della cittadina dell'orrore più popolare del mondo, con uno dei titoli più amati dai fan. Silent Hill 2, il remake annunciato a sorpresa due anni fa da Konami, è giunto su PlayStation 5, tirato più a lucido che mai e dopo enormi perplessità da parte del pubblico. Addio telecamera fissa, character design così, combattimento colà, nebbia troppo fitta, marcio troppo poco marcio, e chi più ne ha più ne metta. DualSense alla mano, però, il remake di quel videogioco cult cammina mano nella mano con i più recenti remake di Capcom, per buona pace dei suoi detrattori.



Procediamo con ordine, però, e addentriamoci tra la decadenza di Silent Hill 2 insieme a James e ai suoi incubi, con la recensione completa del titolo.



I see that town



Proprio come l'originale, Silent Hill 2 si apre con la lettera di Mary Shepherd a suo marito James Sunderland, che si chiede come sia possibile aver ricevuto una lettera simile da sua moglie morta tempo prima. Il protagonista, in pieno conflitto con i suoi pensieri, è chiamato a raggiungere il loro luogo d'amore nella cittadina di Silent Hill, sulle rive del lago Toluca. Durante il suo viaggio, James avrà modo di incontrare altre persone, anch'esse impegnate nella ricerca di qualcosa nella spettrale città abbandonata.



Giunto a destinazione, il nostro protagonista si troverà davanti a luoghi lugubri e fatiscenti, totalmente abbandonati, con una fitta e stranissima nebbia ad avvolgere la città che sembra nascondere molto più di quanto si immagini. Tra creature misteriose e assetate di sangue, incubi ad occhi aperti, misteri da svelare e sua moglie da raggiungere, James attraverserà quasi ogni angolo della città in un viaggio volto ad espiare i suoi peccati più gravi.



Per l'occasione, questo remake di Bloober Team presenterà una veste grafica estremamente migliorata, capace di far entrare ancora di più i giocatori nelle vicende della trama. Ancora una volta, gli appassionati di cinema ritroveranno similitudini con Lost Highway e Mulholland Drive di David Lynch, che come dichiarò Masahiro Hito, sono i più forti punti di ispirazione per questo capitolo della saga. E proprio come l'originale Silent Hill 2, questo remake non sarà doppiato in italiano ma avrà la sola presenza dei sottotitoli a guidare il giocatore nella narrazione e nell'eccelsa recitazione dei doppiatori originali.



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Nell'orrore



Con la parte di trama pressoché identica all'originale, è il momento di addentrarsi nel dettaglio di gioco di Silent Hill 2. Aspramente criticato fin dall'inizio, lo studio polacco Bloober Team dimostra invece di riuscire a confezionare un titolo che potrebbe anche migliorare la visione nostalgica di alcuni fan accaniti dell'opera di Konami. Con all'attivo titoli che avevano già presentato al meglio la bravura del team come Observer e The Medium, c'era veramente poco da essere preoccupati, infatti pad alla mano, è impossibile non definire questo remake un lavoro magistrale.



Addio telecamera fissa, benvenuta visuale in spalla, proprio come Resident Evil, portando subito i giocatori alla modernità, con delle vibes da Silent Hill: Homecoming e Downpour. Questo sistema permette di aver un maggiore controllo sui movimenti e sull'ambiente che circonderà James, senza però andare a minare la componente horror. I punti ciechi della visuale, infatti, vengono sapientemente utilizzati dal team per far non far perdere concentrazione al giocatore, trovarsi davanti ad una creatura di Silent Hill, invece, risulta più terrificante che mai.



Si passa poi al combattimento, che come nell'originale è sia all'arma bianca che con armi a distanza. Queste ultime non avranno una mira automatica, ma la classica combinazione di tasti mira+spara, per tenere viva l'azione. Inoltre totalmente abbandonato il menù di equipaggiamento armi che chiedeva al giocatore di entrare e uscire dal menù di pausa. Vale lo stesso per le cure, utilizzabili premendo Triangolo. Inoltre, da tenere nota la presenza di un enorme menù di opzioni di accessibilità, per regolare al meglio le funzioni di gioco con filtri per il daltonismo, dimensione dei testi e non solo.




Esplorazione ed enigmi



Con la totale assenza dei caricamenti tra un'area e l'altra, Silent Hill 2 è il parco gioco per chi ama l'esplorazione. Appena entrati in città, e ovviamente tenendo conto delle aree interdette dovute all'abbandono o a crolli vari, James potrà muoversi in quasi ogni vicolo ed edificio di essa. Proprio riguardo questi ultimi, alle volte saranno accessibili tramite passaggi secondari o un po' di sano vandalismo, sfondando quindi i vetri all'esterno e saltando all'interno.



Munizioni, kit energetici, documenti abbandonati e non solo, tutto il necessario per approfondire l'enorme lore di gioco e della città stessa. Inoltre, avete dimenticato qualcosa? Aprendo la mappa, James terrà conto di tutto, segnandolo con un pennarello rosso.



Tornano anche nel remake gli amati enigmi protagonisti dell'intera serie, e proprio come nell'originale potranno essere regolati nella difficoltà all'inizio di ogni nuova partita. Questi puzzle da risolvere per proseguire, molte volte chiederanno al giocatore proprio di esplorare i luoghi del gioco al meglio e coglierne segreti e dettagli che nel remake sono stati egregiamente costruiti da Bloober Team.



Piccola nota dolente ma neanche troppo, invece, è proprio quella legata ai combattimenti. Per quanto ora sia molto più comodo affrontare le aberrazioni di Silent Hill, risulta fastidioso il numero di nemici presenti nella città. Questo, infatti, rende l'esplorazione poco piacevole, rompendo il ritmo delle emozioni che si provano passeggiando per i vicoli macabri del posto. Nulla che qualche proiettile non possa risolvere, in ogni caso. A dimostrazione del fatto che la violenza non è mai la risposta ma la domanda, la risposta è “sì”.



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Una Silent Hill più bella che mai



Ciò che rende veramente, ma veramente, bello un remake è indubbiamente vederne le modifiche attuate per portarlo all'epoca moderna. Per chi è cresciuto con i videogiochi di venti o trent'anni fa, la nostalgia canaglia è quella che fa da padrone in un progetto simile. La Silent Hill di Bloober Team è ciò che più rasenta la perfezione nell'immaginario collettivo di noi giocatori appassionati dell'orrore.



Con questo remake, gli sviluppatori hanno toccato corde delle emozioni forse ancora più varie rispetto al titolo originale. È vero che le sensazioni basilari che offrirà la città saranno quelle della paura e dell'angoscia, alcuni scorci però doneranno note di malinconia e romanticismo. Tutto questi sentimenti esploderanno con la potenza della fotografia di gioco e dell'hardware di PlayStation 5. Piccoli dettagli come pozze d'acqua, particelle di polvere, luci soffuse, un egregio lavoro di direzione artistica che farà perdere i giocatori tra le strade e gli edifici maledetti di Silent Hill.



A completare l'opera un enorme comparto audio, curato nella colonna sonora, di nuovo, dal leggendario Akira Yamaoka che ha riarrangiato alcune musiche chiave del gioco originale. Inoltre, gli effetti ambientali daranno i brividi e terranno i giocatori sempre sugli attenti, fondendosi totalmente con gli ambienti del gioco, dai più lugubri a quelli potenzialmente più accoglienti.



Silent Hill 2 di Konami e Bloober Team è una delle migliori dimostrazioni d'amore per la saga; un remake capace di toccare ancora più a fondo i cuori dei fan e farli, sicuramente, innamorare proprio come la prima volta di un videogioco strabiliante.



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Il Platino di Silent Hill 2



Eccoci alla sezione più amata dai cacciatori di trofei. L'elenco dei trofei di Silent Hill 2 non sarà particolarmente complesso da completare ma richiederà all'incirca trenta ore di gioco per raggiungere la coppa finale. Il consiglio principale è sempre quello di godersi al meglio questa nuova esperienza, ma se puntate al completismo nel minor tempo possibile il Finale “Maria” è quello da rincorrere. Tramite questo finale e alcuni salvataggi manuali sarà possibile sbloccarne almeno altri due, così da risparmiare un po' di tempo. In NG+ potrete percorrere le strade per gli altri due finali e lasciare la radio spenta per un altro trofeo. Terminato tutto ciò non resterà altro che sbloccare i trofei di miscellanea rimasti per sfoggiare una nuova coppa di Platino in bacheca. DING!




L'articolo Silent Hill 2 – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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11 ottobre alle 17:00

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