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O SI VINCE O SI MUORE. LINEAMENTI INTERPRETATIVI DEL TRONO DI SPADE di Giorgia Turnone: recensione

Imprescindibile lettura per tutti gli amanti della serie televisiva Il Trono di Spade, il saggio O si vince o si muore. Lineamenti interpretativi del Trono di Spade di Giorgia Turnone è uscito quest'anno in libreria, edito Bookabook.



Trama



Forse una delle serie televisive più amate degli ultimi anni, Il Trono di Spade ha conquistato un pubblico di spettatori ampissimo, senza dubbio maggiore rispetto ai lettori dell'opera di George R. R. Martin a cui si ispira.



Il motivo di un riscontro così positivo è la capacità di esplorare l'uomo e l'individuo in ogni sua sfaccettatura, allontanandosi dai classici fantasy che vedono la netta contrapposizione tra Bene e Male, dove l'eroe è il paladino che deve salvare il mondo mediante la sua missione.



Attraverso un'analisi dettagliata, la realtà di Westeros viene reinterpretata in questo saggio con una riflessione sulla centralità del rapporto tra individuo e potere, sulla volontà di autoaffermazione dell'uomo e sull'oscena materialità della violenza nella serie.



“Il Trono di Spade sfugge alla logica binaria, demolisce la presunta superiorità etica dell'eroe (o di chi gioca a riconoscersi come tale) per esaltare, invece, la sospensione di qualsiasi giudizio morale, il rovesciamento dello stereotipo e del tòpoi di genere, la riflessione su ciò che è comunemente considerato giusto o sbagliato, la complessità dei sentimenti (…) motori tanto di vita quanto di morte”.

Recensione



Quando Bookabook mi ha proposto la lettura di questo saggio, non ho saputo dire di no: Il Trono di Spade è stata una delle mie serie preferite, che ho seguito fedelmente e con trepidazione fino all'ultimo (criticatissimo) episodio.



Il libro è appunto un saggio, articolato in quattro capitoli: il primo introduce le caratteristiche della serie tv, a partire dalla magnifica sigla utilizzata come paratesto orientativo, passando poi per una rapida sintesi della struttura di ciascuna stagione e culminando con un'analisi molto interessante della fotografia (menzione d'onore al paragrafo dedicato ai possibili riferimenti al mondo dell'arte riscontrabili in alcune scene).



Il secondo e ben più corposo capitolo riguarda quello che forse è il tema portante della serie: il potere e la lotta per mantenerlo. Come scrive l'autrice “(nella serie tv) il ventaglio dell'interpretazione del potere è incredibilmente ampio e variegato, incanalato nella prospettiva di uomini e donne mossi da visioni ideologiche diverse, finanche contrastanti, nonché da reconditi desideri a volte inconciliabili con ciò che è giusto”. Sì, perché nel mondo di George Martin il Bene e il Male non sono mai entità separate, così come non esistono eroi e antagonisti in senso stretto: tutti i personaggi hanno ombre e luce, anche i più virtuosi si macchiano di azioni terribili (seppur sempre giustificate dal pubblico) così come, ad una attenta analisi, è possibile mostrare comprensione per le azioni dei più dissoluti.



Esistono naturalmente varie declinazioni del potere: può essere politico, ma anche religioso, economico e persino familiare. L'autrice analizza i numerosi personaggi che hanno in maggior misura rapporto con l'idea di potere: Tywin Lannister, Cercei Lannister, Daenerys Targaryen, sono solo alcuni esempi e per ciascuno di essi l'autrice evidenzia aspetti positivi e negativi nella loro scalata al Trono.



Il terzo capitolo affronta il tema dell'identità, che alcuni personaggi si ritrovano a perdere dopo una forte crisi: grazie a un percorso di evoluzione, crescita e redenzione, riescono a giungere a una nuova accettazione e rielaborazione del sé. Anche in questo frangente l'autrice sceglie alcuni personaggi esemplari, come Theon Greyjoy, Jon Snow, Arya Stark, regalandoci un'analisi che ho trovato davvero interessante e scrupolosa, capace di conferire una lettura diversa e su più livelli. In particolare, ho apprezzato l'approfondimeto su Viserys Targaryen (personaggio spesso sottovalutato) che mi ha permesso di raggiungere a una comprensione più profonda del suo arco narrativo che ha portato alla sua tragica caduta.



Infine, il quarto e ultimo capitolo si concentra su due aspetti molto discussi della serie tv, ovvero la violenza e il sesso, da molti aspramente criticati per la loro forte presenza. Dalle parole dell'autrice: “L'intenzione di mostrare l'insensatezza della guerra e lo strazio della morte da essa causata si intreccia sapientemente con una rappresentazione della violenza poco estetizzata, invece funzionale, indispensabile per la comprensione del senso generale dell'opera. La telecamera non indugia, racconta, algida, fredda e impassibile, ma non c'è alcun tipo di compiacimento nel suo sguardo e quindi nella sua riproposizione allo spettatore”. L'intento degli autori della serie, quindi, è stato quello di utilizzare il sesso e la violenza come catalizzatore dell'attenzione dello spettatore, senza dubbio, ma con lo scopo altresì di conservare la veridicità e il realismo tanto cari a Martin.



In conclusione, l'angolo prospettico di Giorgia Turnone può non essere dei più popolari: giustifica il tanto discusso finale, difende con forza l'esito della storia di Cercei e Jamie Lannister, oltre a concordare con l'arco narrativo di Daenerys Targarien (solo per fare alcuni esempi).



Ma grazie alla sua analisi così accurata e basata su un solido bagaglio letterale, sociologico e filosofico, ci regala importanti spunti di riflessione che permettono di comprendere meglio le scelte (anche le più criticate) degli autori e l'arco narrativo dei personaggi più discussi di questa serie iconica.



Potete trovare questo imperdibile saggio QUI.



L'Autrice



Giorgia Turnone è nata a Taranto il 14 luglio 1993. Appassionata di cinema e letteratura, nel 2019 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze dell'informazione editoriale, pubblica e sociale presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro. O si vince o si muore. Lineamenti interpretativi del Trono di Spade è il suo primo libro.



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29 luglio alle 18:50

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