Unknown 9: Awakening – Recensione
Unknown 9: Awakening è un gioco d'azione e avventura prodotto da Bandai Namco e sviluppato da Reflector Entertainment, con protagonista l'attrice Anya Chalotra, famosa per il suo ruolo di Yennefer nella serie The Witcher. Questo titolo ci mette nei panni di Haroona, una giovane donna che scopre di avere dei poteri mistici legati a rune arcane. La storia è incentrata sul suo desiderio di vendetta contro Vincent, un ex allievo della sua maestra Reika. Il gioco si sviluppa in un mondo carico di misteri, dove i poteri soprannaturali e i complessi legami tra i personaggi giocano un ruolo centrale.
Il mondo di Unknown 9 è intriso di elementi occulti e di un background narrativo che esplora il concetto di conoscenza proibita. Bandai Namco ha costruito un universo intrigante che si collega alla saga transmediale di Unknown 9, con libri e fumetti che ampliano la mitologia di questo mondo.
Immergiamoci in questa realtà alternativa
Il gameplay di Unknown 9: Awakening offre un mix di esplorazione, combattimento e ricerca di collezionabili. Il gioco, purtroppo, soffre di alcune problematiche tecniche che possono compromettere l'esperienza, specialmente quando si tratta di interazioni con gli ambienti e i nemici. Bug come NPC che corrono contro i muri o comandi di salto e arrampicata che non rispondono immediatamente sono frequenti. Questo diventa evidente durante l'esplorazione, la quale segue una struttura a corridoio, simile ai giochi della serie Uncharted, con aree delimitate da muri invisibili realizzati in maniera non troppo fantasiosa.
L'esplorazione, anche se limitata, è ricca di collezionabili che aggiungono un certo grado di sfida e invogliano il giocatore a investigare ogni angolo. Tuttavia, il design lineare delle mappe e la poca libertà di movimento possono risultare frustranti per chi cerca un'esperienza più aperta. Le conversazioni tra NPC, spesso interrotte o fuori sincrono, peggiorando la qualità della narrazione in alcune fasi del gioco. È comune che dialoghi si interrompano bruscamente se il giocatore esce dalla zona di attivazione, il che fa perdere dettagli importanti della trama.
La trama è un punto di forza del gioco, almeno nelle sue premesse. All'inizio del gioco, la protagonista Haroona, insieme alla sua maestra Reika, si ritrova impegnata in una missione per fermare Vincent, un ex allievo della maestra. Questa missione funge da tutorial, permettendo al giocatore di apprendere le basi del combattimento e delle abilità Umbriche. Durante lo scontro, Vincent colpisce fatalmente Reika, costringendo Haroona a fuggire. Da questo momento, il gioco si sposta in avanti di quattro anni, con la nostra eroina determinata a vendicarsi di Vincent. Sebbene la trama sia relativamente semplice, offre spunti narrativi interessanti, con temi di potere, tradimento e la ricerca della propria identità. La voglia di scoprire di più sulla storia di Haroona e Vincent è uno dei motivi principali per proseguire nel gioco.
Le Abilità Umbriche
Il combattimento, pur non particolarmente innovativo, è reso interessante dai poteri umbrici che Haroona può utilizzare. Questi poteri offrono diverse opzioni tattiche, permettendo al giocatore di manipolare i nemici, spingerli verso ostacoli, attirarli o stordirli. La varietà di approcci rende ogni scontro diverso, con la possibilità di affrontare le battaglie in modo furtivo o più aggressivo, sfruttando le abilità umbrici per alterare l'ambiente circostante o i nemici stessi. Nonostante le meccaniche di combattimento non siano particolarmente complesse, l'utilizzo strategico della barra dell'AM, che regola l'uso dei poteri, se gestito correttamente, permette al giocatore di curarsi durante i combattimenti, rendendo le battaglie molto facili nel lungo periodo.
Lo sviluppo del personaggio si basa su un sistema di progressione a tre rami: furtività, attacchi umbrici e combattimento corpo a corpo. Haroona può sviluppare queste abilità trovando punti di potenziamento sparsi per le aree di gioco, incentivando l'esplorazione anche nei momenti più lineari. Questo sistema di crescita offre una discreta personalizzazione, ma potrebbe risultare limitato per chi cerca maggiore profondità.
Un comparto tecnico non irresistibile
Dal punto di vista tecnico, Unknown 9: Awakening si presenta con alti e bassi. Sebbene visivamente possa sembrare gradevole a tratti, il gioco mostra evidenti limiti tecnici, specialmente nelle cutscene, dove i volti dei personaggi appaiono a volte deformati e spesso poco definiti. Haroona, in particolare, soffre di modelli facciali mal realizzati, nonostante l'importante lavoro con la controparte reale, che sminuiscono l'impatto emotivo delle scene più intense. Anche la qualità degli NPC durante le cutscene è inferiore, con texture sgranate e animazioni non all'altezza degli standard attuali.
In contrasto, la colonna sonora del gioco è ben realizzata, sebbene non particolarmente memorabile. Le tratte riescono comunque a supportare adeguatamente la narrazione e a creare la giusta atmosfera nei momenti chiave. Il doppiaggio italiano, pur essendo generalmente di buona qualità, presenta alcuni difetti di sincronia labiale e un'interpretazione altalenante, con momenti in cui le emozioni trasmesse non rispecchiano pienamente la scena. Nonostante questo, è encomiabile l'impegno di Bandai Namco nel localizzare il titolo, elemento che rende Unknown 9: Awakening accessibile a chiunque e decisamente più immersivo.
Il Platino di Unknown 9: Awakening
Raggiungere il platino in Unknown 9: Awakening non è particolarmente complesso. La maggior parte degli obiettivi è legata alla raccolta di collezionabili o azioni da compiere in combattimento, rendendo il trofeo di platino accessibile anche ai giocatori meno esperti. Le altre sfide principali si concentrano sul completamento della storia e su alcune azioni specifiche legate ai poteri di Arona, aggiungendo un ulteriore incentivo per esplorare tutte le meccaniche di gioco.
L'articolo Unknown 9: Awakening – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.
MaverickTheWolf
Sembrerebbe interessante, ottimi spunti della storia.. l'unica cosa è che già fin dall'inizio non ci si può aspettare caratteristiche tecniche di alto livello, non essendo un titolo tripla A, ma avendo alle spalle un team con poche risorse.