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SokoFrog – Recensione Speedrun

Dalla passione per i pushing game di eastasiasoft nasce SokoFrog, protagonista della nostra recensione Speedrun. Sviluppato dal team di Solluco, il gioco non promette di diventare una pietra miliare del genere, ma piuttosto di fare quello che tutti si aspettano. Ma lo fa bene o male? Scopritelo continuando a leggere!



Salta il rospo, salta anche la rana



Se pensiamo alle creature salterine per antonomasia, le prime che vi verranno in mente sono conigli, canguri e ovviamente le rane. Da una ninfea all'altra, come si vedeva anche nei disegni dei nostri libri di scienze delle elementari, oppure verso uno stagno. Il salto fa decisamente parte delle caratteristiche di questi anfibi.



Sarebbe quindi doveroso pensare che anche SokoFrog basi almeno parte delle sue meccaniche su questa peculiarità. Peccato che, come vedremo, così non è. Partiamo però dalla trama del gioco, che come da tradizione di eastasiasoft è assente più o meno giustificato. Tutto quello che sappiamo è che la nostra rana dovrà completare 150 puzzle di difficoltà crescente, presentati con visuale top-down e una grafica che ricorda i giochi per Super Nintendo.



Fin qui, quindi, niente di nuovo rispetto a opere come Gardener's Path e mille altre presenti sullo store. Ci saremmo aspettati quindi un colpo di scena o un'abilità peculiare del nostro anfibio. Niente, purtroppo tutto tace: in SokoFrog potremo muoverci nelle quattro direzioni base, spingere blocchi e superare le porte, se riusciremo ad aprirle. Niente più, niente meno di quanto visto in altre opere targate eastasiasoft.



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Il gameplay di SokoFrog



Ma i puzzle di SokoFrog sono almeno avvincenti e vari? La risposta è “nì”, perché seppur con cambi di ambientazione e l'aggiunta di qualche elemento come spuntoni retrattili e bombe, la richiesta è sempre la stessa. Il giocatore dovrà spingere blocchi e liberarsi il percorso. Ovviamente senza poter saltare o fare nessun tipo di azione speciale che dia varietà agli schemi.



La sfida per assurdo risulta tanto più semplice quanti più elementi ci sono a schermo. Punte e pozze d'acqua ci permetteranno di far letteralmente scomparire gli ostacoli, rendendo i livelli una passeggiata. Certo, di tanto in tanto ci sarà quello schema che richiederà qualche ragionamento, ma niente che possa turbare davvero le menti degli appassionati. Completare tutti i livelli di SokoFrog non poterà via una grande quantità di tempo, anche se ci vorrà comunque una discreta pazienza.



In tutto questo anche il comparto tecnico risulta relativamente sotto tono. Piacevoli le tinte pastello e la diversità delle ambientazioni, meno la colonna sonora monocorde. Simpatica invece la possibilità di cambiare il nostro avatar, scegliendo tra alcuni davvero assurdi e incredibilmente simpatici. Si tratta di un dettaglio che riesce comunque a tenere a galla una produzione altrimenti molto lacunosa.



Il Platino di SokoFrog



Completare metà dei livelli creati dagli sviluppatori è l'unica richiesta da soddisfare per agguantare il Platino di SokoFrog. Le 18 coppe totali sono infatti tutte legate alla storia, sbloccabili completando un preciso numero di livelli. 75 sarà il numero magico: arrivate a questa soglia per sbloccare una nuova, scintillante coppa blu.




L'articolo SokoFrog – Recensione Speedrun proviene da PlayStationBit 5.0.

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21 luglio alle 17:10

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