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Su DovahSkin

Fin dall'infanzia sono stato a contatto con i videogiochi. Crescendo è diminuito il tempo per giocare, ma non la passione. Keep playing and stay updated.

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DovahSkin

ha scritto una recensione su Metro: Last Light

Cover Metro: Last Light per PC

Una Flebile Voce dall'Ecatombe

Che diritto abbiamo noi, che l'unica vita che viviamo è la nostra, di decidere la morte di un altro individuo? Noi, che non conosciamo le volontà del prossimo. Noi, che non possiamo penetrare nelle caverne più buie del subconscio, nè nostre nè altrui, dove si annidano gli istinti più grotteschi; dove neanche il condannato riesce a trovare sè stesso. O forse possiamo? Forse una luce, l'ultima tra quelle che hanno tentato l'impossibile, ha illuminato quelle zone. Last Light, l'ultima luce, il diretto successore di Metro 2033. La narrazione riprende da dove ci siamo lasciati, dandoci di nuovo in pasto a uno scontro che non possiamo vincere. Stavolta Artyom, paladino dell'umanità ed effige di un massacro, guarda le conseguenze della sua scelta col dubbio su quale delle due facce della stessa medaglia occupa. Forse entrambe, forse non una, forse solo una? Alla ricerca dell'unico superstite di quella strage, si mette in viaggio verso una nuova avventura. Ambizione, compassione, redenzione. Forse stavolta l'obiettivo sarà più grande di salvare la sua specie. Forse, forse, forse. I dubbi sono tanti ormai. Incontrerà amici veri e veri traditori, vecchie conoscenze da approfondire, chi cerca amore dove l'odio non lascia spazio a nulla. Sarà chiamato a scegliere le sorti di tante vite e noi tramite lui, continuamente col fiato sul collo, un pò come lo scorso Metro. Anche il visivo è rimasto circa invariato. D'altra parte, avremo a disposizione maggiori risorse se scegliamo la difficoltà canonica. Questo capitolo tende ancor più del precedente all'introspezione del personaggio, elevandola fino alla dimensione spirituale. Le armi sono reali invece, includendo tutta una serie di potenziamenti che trasformeranno alcune tra esse. Peccato per un bug che storpia le icone delle modifiche, rendendo difficile capire cosa prendere dai drop dei nemici. Lo shooting, seppur non d'élite, è appagante e rende gli scontri abbastanza dinamici e piacevoli. Aggiungo che abbiamo delle boss fight, assenti nel predecessore, a dir poco massicce. In più, gli avversari sono maggiormente competitivi. Anche il sonoro ha fatto un passo avanti, meno monotono e più bilanciato. Altra aggiunta la possibilità di muoverci autonomamente su un veicolo ferroviario. Lo stealth è anche qui presente, permettendoci d'interagire con vari oggetti per non farci mai vedere. Le secondarie sono assai valorizzate, conferendo all'opera realisticità e immersività, in un prodotto che è già longevo il doppio rispetto al genitore. Le nuove missioni della redux sono ciò che raddoppia la durata tra nuove armi e mappe, riferimenti e cambi di prospettiva. È proprio lì che, a seconda del contenuto, le categorie che compongono questo lavoro vengono isolate e valorizzate. Un secondo difetto che ho trovato è la mancanza di una texture ma, a parte questa svista, il titolo è una bomba... atomica. Questa non potevo risparmiarmela, chiedo venia. Caldure a parte, visitate questa Russia alternativa, dove l'inverno nucleare riesce a sciogliere i cuori di ghiaccio.

DovahSkin

ha scritto una recensione su Assassin's Creed Odyssey

Cover Assassin's Creed Odyssey per PC

Creed of War

Tredicesimo capitolo della serie da me completato e recensito. Che dire. Direi intanto che non ce la faccio a scrivere una roba seria a proposito, perché mi viene difficile prendere a serio 'sto gioco. Cioè, immaginate dover spiegare alla pula che è stato un clown a rubare il monociclo dal negozio di bici. Non ce la fate a non ridere e, di conseguenza, venire arrestati per insulto a pubblico ufficiale. Siamo subito chiamati a scegliere: maschio o femmina. Uno dei due sarà il protagonista, ma in soldoni cambia solo il sesso se scegliamo l'altro. Se già Origins poteva instillare il dubbio sulla sua autenticità come Assassin's Creed, per il periodo storico troppo precedente a certi eventi, questo di dubbi ne lascia pochi dato che si colloca secoli prima e che... arriviamoci passo dopo passo. Intanto la trama. Il personaggio scelto è uno spartano, di quelli che da cuccioli hanno imparato dal genitore a volare dal Taigeto. Aspetta no, forse mi confondo con i pennuti. Comunque sia, sopravvive non si sa come e viene allevato da un tizio dai dubbi valori. Scopre che una setta da la caccia a lui e alla sua famiglia, decidendo a sua volta di cacciarne i membri. Senza anticipare nulla, dico soltanto che molte verità verranno a galla, dandoci modo di capirne di più anche sul nostro albero genealogico. Incontreremo varia gente che ci affiderà incarichi, tra cui quelli a tempo limitato, spingendoci sempre più in là nell'esplorazione di una mappa immensa, ricca di varietà, segreti, enigmi, oggetti e ambientazioni a dir poco fantastiche. Una Grecia immensa, piacevole da percorrere. La mitologia greca arricchisce l'avventura da una parte, dall'altra riempie il contatore di perplessità. Tanti i dettagli nuovi, altrettanti quelli persi per strada. I difetti non mancano mai, come i punti d'osservazione che non rivelano le giuste porzioni di mappa e le foto dei player che possono essere anticipazioni, ma di quelle pesanti. Le missioni principali sono davvero tante, ancor più le secondarie. Nel frattempo potremo dilettarci con attività che si ripetono, che siano via terra o via mare, combattimenti nell'arena, navali e scontri con i cacciatori di taglie. A pensarci, è un pò dispersivo. Il gameplay è simile a quello di Origins, solo che stavolta gli avversari sono più intelligenti. Fin troppo oserei dire, al limite del ridicolo. Nel senso, cerchi di colpire gli arcieri con l'ascia e vanno indietro lentamente evitando i lenti colpi, infiammi i più agili e, come te, fanno una capriola e via le fiamme, provi lo shooting con l'arco e fanno destra e sinistra come un player medio di Grand Theft Auto V. Altro che ci porti lontano dalle basi della serie? L'instant kill furtiva che, anche qui, dipende dal nostro e dal livello di coloro a cui la nostra lancia salirà su per l'ano. Cioè, ma come fai a non crepare in quel modo? Salire di livello è pure punitivo. Ovviamente sono presenti le macrotransazioni, tranquilli, ma ora sono quasi essenziali se, per esempio, volete un cavallo che atterri senza morire da altezze che manco l'Everest. Come l'ho ottenuto io? Regalo all'utenza per un anniversario su Connect. Colpo di fortuna? Non credo alla dea bendata, ma si può dire di sì. Il metodo gratuito per ottenere attrezzatura a pagamento c'è e si ripete la faccenda del gacha, ma in maniera molto più ardua, poiché gli item sono innumerevoli e il guardaroba è un puzzle di parti di armature e vestiti, un pò come Unity. Spacchettare set completi no, eh? La colonna sonora è a tratti molto, troppo ispirata a quella dei The Witcher, mentre le abilità e certi boss ricordano quelle dei God of War, altro punto che allontana questo lavoro dall'essere un Assassin's Creed. È un misto tra The Witcher e God of War, dove è stata piazzata qualche novità di casa Ubisoft. È come se Geralt avesse avuto un figlio da un'assassina, Kratos una figlia da un'altra assassina, i figli delle due coppie avessero avuto un figlio insieme a loro volta e questo è Odyssey. Se da un lato uno tra i due contenuti aggiuntivi lo riavvicina alle vecchie glorie, tanto che se avessero scelto quella strada sarebbe stato di tutt'altro livello, dall'altro quello più corposo lo allontana vertiginosamente, facendoci acquisire poteri che Kratos stesso può soltanto sognare. Ho visto la stessa Layla, anche qui protagonista dei tempi che sono, spostare massi di dimensioni ragguardevoli. In questo caso è la credibilità che crolla. Coerenza, spostati. Ma se c'è una cosa che ho trovato coerente, quelli sono gli errori tecnici, che ci fanno tirare un sospiro di sollievo e poi imbestialire. Infatti, qui Ubisoft si è davvero superata: bug, lag, texture al posto sbagliato, blocchi durante il parkour, glitch dell'audio, stalli dove si può guardare noi stessi ruotando la visuale, persone e animali caricati del tutto in ritardo, cavallo che non arriva anche se chiamato dove si conviene, missioni non segnate sulla mappa, interazioni che non partono, salvataggi rapidi che non salvano. E non sono neanche la parte peggiore, che invece individuiamo nell'audio. Ma non come qualità, ma come dialoghi. Sembrano scritti da un pischello che ha appena ricevuto il diploma... delle medie. Non capivo mai se ridere o sbroccare. Quasi tutti con un linguaggio non appropriato per l'epoca e/o per la situazione, a volte addirittura invertiti, dove diremo la frase che spetterebbe all'interlocutore o viceversa oppure, altra problematica, dove noi diremo una frase al momento sbagliato, troppo presto o troppo tardi. Tutto ciò porta a scene poco credibili e rovina l'esperienza in toto, in quanto il problema dura quanto il titolo stesso. Mi è pure capitato di sentire altre lingue dal nulla. Va be' basta, passiamo avanti. I tour guidati, già presenti in Origins, sono decisamente meno interessanti di quelli in Egitto. Un pò weird direi. Non mi hanno convinto nè le guide nè i quiz. Questo è il primo capitolo dove la componente ruolistica è reale, anche se forse sarebbe stato meglio evitarla. E lo dico da fanatico dei ruolistici. È come un bel paio di scarpe della taglia sbagliata, nel senso che non calza con Odyssey. Dovevano valutare bene se inserirla, dato che l'ambizione ha portato più che altro lacune. Una di queste è il presente narrativo, che subisce il colpo e si riduce all'osso, scomparendo dall'inizio e ripresentandosi solamente, alla faccia dell'effetto osmosi, se si possiede una tra quelle due aggiunte di cui parlavo prima. Un altro difetto derivante sono alcune scelte che portano a esiti improbabili. Riassumendo, davvero siamo così liberi se, facendo ciò che vogliamo, otteniamo conseguenze nè volute nè realistiche? È un bel grattacapo, ma di una cosa sono sicuro: consiglio Odyssey solo ai completisti, a chi vuol farsi un bagaglio pieno di tutti gli Assassin's Creed. Agli altri sconsiglio di provarlo.

DovahSkin

ha scritto una recensione su Metro 2033

Cover Metro 2033 per PC

Fine e Inizio nella Fine

Primo capitolo di una serie che va avanti ancora oggi, Metro 2033 propone una versione sui generis di videogioco post-apocalittico. Un mondo fatto di dure scelte, dove la parsimonia gioca un ruolo chiave. Quasi prossimo a rientrare in una categoria, ma abbastanza diverso da essere pioniere di una nuova. Dove i più propongono delle quest che portano a delle scelte, qui sono le scelte che portano a dei risvolti; dove i più propongono un semplice survival lineare, qui la linearità vacilla con l'entusiasmo dell'esplorazione. Questa seconda distinzione si consolida nella ricerca dei taccuini, ossia frammenti dei pensieri del protagonista durante varie fasi del suo percorso. Sì, perché il titolo in questione è tratto da un libro di uno scrittore russo e, proprio grazie a questo, ha una trama più solida rispetto ad altra roba che sullo stendardo affigge la sua incoerenza. Una voce narrante fa da premessa a ogni segmento di avventura, introducendo i compiti di Artyom, protagonista ligio al dovere ma allo stesso tempo riflessivo e spesso perfino autocritico, sballottato tra sinistre stazioni ferroviarie e gelida superficie contaminata, sempre con l'intento di far del bene alla specie umana, ormai minacciata da forme di vita che hanno vinto contro condizioni avverse e che ora popolano la Terra. Al contrario, noi siamo la resistenza del vivo passato, per cui dobbiamo stare attenti a non rompere la maschera antigas e a usare saggiamente i filtri. Incontreremo personaggi davvero interessanti, che ci porteranno su sentieri tra i più disparati. Folate di mistero aleggiano su di noi, dando una pacca spirituale all'opera. Come in Fallout la valuta pre-bellica è stata sostituita dai tappi di bottiglia, qui ci si arrangia coi proiettili per gli scambi. Le armi, fondamentali per sopravvivere a meno che non si sceglie un approccio stealth, hanno un costo come lo hanno i loro potenziamenti, ma è possibile ruotarne alcune tra quelle trovate rovistando. Dei gadget saranno utili se usati con criterio, ossia dimostrando una certa elasticità mentale. Non ho incontrato delle vere e proprie bossfight, dal momento che quel nemico lo affrontavo di nuovo in seguito. Chi vuole un'esperienza meno impegnativa può sempre selezionare una difficoltà inferiore, ricevendo meno pressione, dunque non preoccupatevi per la questione prima dello scorso punto. Dei difetti possono essere certe melodie che si ripetono, sottofondi che si sovrappongono al narratore, una texture che non mi avrebbe permesso di proseguire se non mi fossi divincolato e un filmato cruciale laggante. A parte queste sbavature, diffidate di chi afferma che sia un lavoro grezzo, perché è tutto fuorché questo. Posso aggiungere che magari è poco longevo e vasto, ma che si tratta pur sempre di un lineare. Potrei esprimere un certo senso di vuoto riguardo le decisioni, ma non è mica un ruolistico. Volete uno sparatutto non ignorante? Allora provatelo e fatevi un giro sui carrelli della sua metropolitana.

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