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Internet. Anarchia o libertà?

Mentre leggevo alcuni post di utenti, mi è balenata la domanda….Internet nato come una vera rivoluzione, da anni (soprattutto per i social) si è trasformato in un caos…..
La libertà si è trasformata in anarchia. Mi chiedevo se esistesse un sistema sensato per sistemare questo stato di caos. Non mi piace per nulla questa sensazione di tutti contro tutti, ineducazione e molto altro. Voi cosa ne pensate?
Io sono perplessa e vedo poche soluzioni, salvo quella di usare la testa:

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Sono le persone che diventano sempre peggio, annoiate e frustrate che non riflettono sulle proprie azioni perché vengono o sono state cresciute senza conseguenze. Messe al centro del mondo e viziate allo stremo. Non ottengono quello che vogliono o il mondo non fa cosa vogliono e quindi troviamo flaming online, leoni da tastiera, gente infantile che si sente meglio nel ferire gli altri e così via. Non è colpa di internet che dà sapere illimitato, ma la società in generale. Se ti fai un giro su Instagram vedi gente tuttologa che vive per commentare ogni video, sentendosi come spodestati dal trono inesistente della loro inesistente popolarità, come se rosicassero di non essere loro al centro dell'attenzione, senza però fare nulla per cambiare. Quindi via di frustrazione e insulti. E' troppo faticoso pensare al peso delle proprie azioni, troppo difficile pensare di non essere i re del mondo. Il sistema non esiste, non è colpa di internet, ma solo della gente che autoalimenta a macchia d'olio il proprio odio, contagiando altri, che contageranno altri e così via. Soluzione? Privare le persone di tutto. Solo perdendo le cose a cui sei abituato ne comprendi il valore. Solo sentendoti una merda per degli insulti o vedere il tuo lavoro distrutto può farti capire cosa si prova, ma se non sei una persona sana, non puoi imparare l'empatia, e invece di scegliere di migliorare, diventi solo più odioso.
Siamo in un mondo dove i giocatori minacciano di morte attrici che impersonano personaggi inesistenti perché nei giochi fanno cose che a loro non piacciono... Renditi un po' conto tu... Due schiaffi e vedi come si sistemano le cose.
Ps. Ogni cosa può essere usata in modo improprio, quindi per rispondere alla domanda, non è colpa di internet ma sempre delle persone. Anche le auto servono per portarti lontano, ma se alcuni le comprano per investirci altri la colpa non è delle macchine, se mi spiego. Questo discorso può essere fatto con ogni cosa.

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Il Bar si è spostato sui social. Se sparavi cretinate al bar venivi deriso e la smettevi. Oggi spari assurdità, se ti riprendono, ti metti anche ad insultare. Faccia a faccia non lo facevi perché in tanti casi prendevi qualche lavata di testa da una o più persone...se non qualche bicchiere lanciato.
Troppa libertà genera il pensiero che puoi fare quello che vuoi, ma le regole ci sono e vanno rispettate.
Ho notato che a fronte di denunce di situazioni particolari hanno iniziato a pescare chi era nascosto da un nick.
Cambiare si può, ma bisogna volerlo studiando strategie intelligenti, ma in questo caso il rischio è la censura o i blocchi....invece vanno studiate soluzioni diverse.
Tanto già oggi tutto quello che fai è controllato, solo che la quantità di persone rende difficile azioni specifiche.

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Purtroppo libertà totale senza alcun controllo porta sempre ad anarchia, se tutti possono dire quello che vogliono da tutto il mondo in qualsiasi circostanza ci sarà sempre tanto bene ma anche tanto male.
Il problema sta sempre nel "quanto controllo è abbastanza controllo e non troppo da ledere la libertà?" ma anche più importante "chi deve detenere il controllo?"
E' una discussione molto complicata.
Al momento internet hanno provato in molti modi a "limitarlo", con vari livelli di successo, ma si tratta solitamente sempre di qualche sorta di interferenza governativa, nel bene o nel male, e non di qualche auto-regolazione interna.
Non credo che internet si possa mai tenere sotto controllo completamente, è troppo vasto e troppo mutevole, sarebbe come cercare di mettere l'oceano in centinaia o migliaia di piscine, è strutturalmente impossibile.

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La libertà è tale fin quando non va a ledere quella degli altri. Anche in questo caso il troppo è come il poco.
Ad ogni modo come tutte le cose non è internet ad essere buono o cattivo ma l'utilizzo che se ne fa.
Da più grandicello non posso che ricordare con piacere il periodo delle riviste in cui al massimo si poteva mandare una lettera per partecipare, non si poteva certo dire ognuno la sua.
Però di contro è anche vero che senza la tecnologia moderna non avrei conosciuto tante persone straordinarie appasionate come me di questo mondo e forse sarei ancora convinto di essere l'unico ancora fissato col Nintendo 64 nel 2023 😁

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Penso, dai troppo peso ai commenti sulla rete, come le persone si sfogano con gli amici chiacchierando, così come per strada la sera puoi incontrare il tizio che ti minaccia di morte, lo stesso avviene sui social. Se fosse anarchia non ci sarebbe più internet.
Se vai dove c’è caos vedi caos.

 

L'anonimato, o quasi, comunque protegge e aggrava questi comportamenti.
L'anarchia è per definizione l'assenza di regole ma anche non avere regole è una regola.

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Fondamentalmente penso che alla base di tutto ci sia lo status di copertura che garantisce l'anonimato sul web, è dimostrato come la mente umana, in condizioni di dare adito a tutte le proprie fantasie, manifesti livelli di sadismo, egoismo e cattiveria senza eguali. Ecco che Internet consente proprio questo: la possibilità di esprimersi in qualsiasi modo e dietro anonimato. Io credo che per Internet ma anche per molti altri mezzi di potenziale enorme, il problema di fondo nasca da com'è fatto l'essere umano. Siamo vittime di noi stessi.

 

@Aniel_87 Per quanto mi riguarda, come faccio sempre. Magari in certi contesti sono più spigliato e in altri meno ma bene o male sono così. Vista la mia timidezza, Internet mi ha dato la possibilità di espormi di più in certi contesti. Il caso singolo però non fa statistica.

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È un discorso davvero molto complesso e articolato da dibattere in poche righe ma provo a scalfirne un po' la superficie.

Viviamo in un mondo in continuo cambiamento ed evoluzione, in cui le variabili in gioco sono molteplici e si intrecciano con gli eventi e le decisioni dei singoli, per quanto possano avere un peso irrisorio nel contesto globale.

Nel periodo in cui ci troviamo attualmente la nostra vita reale è, volontariamente o meno, asservita a quella digitale e in modo reciproco. Le azioni che avvengono in un mondo hanno delle conseguenze anche sull'altro. Sembrano disgiunti e lontani fra loro ma in realtà sono più uniti e vicini di quello che si possa pensare. Ne abbiamo esempi concreti sotto agli occhi, nel bene e nel male, che si manifestano quotidianamente.

Una tecnologia, qualsiasi essa sia, non è altro che uno strumento nelle mani del suo utilizzatore e il suo uso dipende strettamente dalla sua volontà. Come dico sempre: "La tecnologia non è né buona né cattiva, dipende l'uso che se ne fa. Un coltello può essere usato per tagliare un frutto o per uccidere qualcuno."

Assodato ciò, nel contesto entrano in gioco le variabili e i comportamenti di quanto prima. Oltre all'indole, all'educazione ricevuta, al grado di istruzione, al modo di rapportarsi con il mondo... che ogni persona ha e riceve e che fa parte della sfera individuale, esistono anche delle dinamiche di gruppo che si manifestano in determinati contesti e vanno ad annullare l'individualità stessa della persona. Sarà già capitato di sentire le parole "siamo animali sociali", ebbene nel "branco" ciò che costituisce i valori intrinsechi della persona sparisce e viene sostituito dall'ideologia del gruppo in cui si trova. Questo perché tendiamo ad assecondare, per fattori evolutivi, l'idea o il comportamento predominante.

Perché avvengono le omissioni di soccorso? Perché nessuno si preoccupa di prestare attenzione a chi in quel momento si trova in difficoltà. Di conseguenza anche gli altri passanti lo ignorano, pensando che magari la situazione non sia così grave come sembra. Qui però entra in gioco anche l'indifferenza dilagante, che è una delle piaghe del nostro secolo. Paradossalmente infatti, siamo più connessi ma anche più soli. Ciò porta anche ad una carenza di empatia.

Queste dinamiche, individuali o collettive, si riversano quindi pure sulla rete, che ne diventa il riflesso. Il vero problema di Internet per come lo conosciamo, è la mancanza di una regolamentazione universale e giuridica. Certo, esiste la netiquette ma non ha altro valore che non sia puramente morale. Un costrutto di civiltà e rispetto, niente più.

Le grandi multinazionali, GAFAM specialmente, ci sguazzano in questa mancanza e impongono di conseguenza le loro regole, che devono comunque attenersi alle leggi vigenti che però, o sono blande o inesistenti, per via della lentezza burocratica ad assecondare il progresso. La loro capacità finanziaria, oltre all'abilità nell'aggirarle e muoversi in zone grigie fa il resto. Per questo è nato il GDPR.

Nel caso specifico dei social, rientra pienamente e prepotentemente tutto il discorso appena fatto. In aggiunta a bias cognitivi, che ognuno di noi si porta appresso e che è bene conoscere per difendersene, e alla presenza di algoritmi che manipolano il dibattito e fomentano l'odio e la polarizzazione. Facci caso, quali sono sempre gli argomenti più discussi o che hanno più interazioni o visualizzazioni? Non per niente le piattaforme hanno fior fiore di specialisti che studiano come mantenere il più possibile l'utente attaccato allo schermo, per profilarlo, estrarre più dati possibili e rivenderli per proporre pubblicità mirata (Real-Time Bidding). Di base sfruttano quindi le debolezze e le vulnerabilità umane, per fare profitto. La stessa Google, più che un fornitore di servizi online, andrebbe vista come un'azienda pubblicitaria, perché questo di fatto è.

Quindi, visto quanto detto, cosa si potrebbe fare? Provo così a dare una risposta alla tua domanda. Sicuramente usare la testa aiuta ma come? Non siamo tutti uguali e il buon senso e il rispetto non valgono per tutti allo stesso modo. Sicuramente se ciascuno fosse felice e soddisfatto della propria vita, i contrasti diminuirebbero ma ciò è utopico. Quindi l'unico modo, almeno quello che mi viene in mente, è agire sulle libertà. Ci sono due tipi di libertà: quella individuale, che sperimentiamo personalmente e quella collettiva, che è condivisa da tutti. La prima deve essere limitata in funzione della seconda, per il bene comune. La famosa frase: "La tua libertà finisce dove inizia quella dell'altro".

 

@Aniel_87 È stato faticoso ma sono argomenti che mi interessano molto. Giuro che volevo scrivere meno ma nel flusso di pensiero non ce l'ho fatta.

Nell'ultimo periodo mi sono avvicinato di più al software libero e alla sua filosofia e la mia prospettiva sulla visione della tecnologia è cambiata molto.

È da quasi un anno ormai che uso Mastodon e tornando sui social canonici, noto molto di più l'aria tossica e malsana che si respira. Non sono più luoghi di socialità, hanno fallito completamente questo obiettivo.

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I social hanno dato modo di esprimersi a troppo idioti credendo di essere intoccabili solo perché dietro un telefono. Per ovviare a questa piaga basterebbe che per aprire un account su un qualsiasi social ci sia bisogno dei dati della persona, es carta di identità ecc..in modo da far sparire il fenomeno degli account fake in parte e soprattutto far sì che ognuno si prende la responsabilità di ciò che dice…è molto più semplice farlo che dirlo ma evidentemente a nessuno interessa più di tanto

 

In verità gli esperti non sono molto convinti dell'identificazione delle persone per la creazione di account. Io ero favorevole ma leggendone un po' mi sono ricreduto.

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Concordo con quello che dicono altri: la libertà di un individuo finisce dove comincia la libertà di un altro individuo, quindi la libertà assoluta di fare ciò che si vuole quando si vuole è anarchia; la libertà di parola è diversa: ognuno dovrebbe poter parlare di ciò che vuole in ogni momento e se questo infastidisse qualcuno, questo qualcuno sarebbe liberissimo di rispondergli a tono, andarsene per non sentire o semplicemente dire che di quel dato argomento preferisce non parlare. In ogni caso bisogna sempre aspettarsi delle conseguenze alle proprie azioni e/o parole che potrebbero non essere quelle che si vorrebbero, ma molta gente non ci riflette, sia on-line che off-line; il problema è sempre la mentalità delle persone, che pensano di essere migliori di tanti altri e che pochi siano migliori di sé senza avere prove, solo perché gli salta in mente così.

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Libertà di espressione che troppo spesso sfocia nel voler imporre le proprie idee

 

Anche voler imporre le proprie idee purtroppo è libertà di espressione, solo che di solito la gente che ha questi atteggiamenti non si rende conto che libertà di espressione significa anche avere la possibilità di criticare atteggiamenti terribili come quelli

Internet. Anarchia o libertà?