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Siamo controllati davvero sui nostri smartphone?

Se ne parla spesso. Si leggono articoli....i nostri cellulari dicono al resto del mondo dove ci troviamo, chi siamo e cosa facciamo. Sicuramente in parte qualche cosa che potrebbe controllarci c'e', ma penso che ci sia la tendenza a ricamarci sopra un po' di piu' rispetto alla realta'. Chiaramente abbiamo un dispositivo che sino a pochi anni fa ci sognavamo...ma da qui a dire che il "grande fratello" ci controlla ad ogni istante ce ne passa. Cosa ne pensate voi di questo tema?
Dimenticavo....noi poi ci mettiamo del nostro pubblicando qualsiasi cosa su quello che stiamo facendo....e di fatto non sono gli altri a controllarci...ma siamo da soli a pubblicizzarci.

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@Axelexlea
La modalità in incognito sostanzialmente non permette ai siti terzi di poter tracciare la tua navigazione attraverso i cookie e non salva nessuna pagina nella tua cronologia e nessuna parola ricercata. Sia il tuo provider(tim, Vodafone ecc.) che naturalmente la compagnia proprietaria del browser (in questo caso Google) possono tranquillamente vedere quello che visiti e digiti. Discorso differente per app come Telegram e da poco anche whatsapp che utilizzano un sistema di codifica criptato e quindi non accessibile ne ai provider e ne ai proprietari di sistemi operativi mobile come Apple, Google e Microsoft.

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Quello che ha scritto Kley è verissimo. Aggiungo che il fatto che siamo monitorati è evidente dalla comparsa di banner pubblicitari non casuali, ma legati ai nostri gusti e alle ricerche che abbiamo fatto in precedenza. Faccio un esempio. Molti di noi visiteranno la Gazzetta dello Sport. Ebbene i banner che possono comparire nella homepage (o in qualsiasi altra pagina) non sono uguali per tutti gli utenti, ma cambiano in pase alla persona. Se l'utente A ha cercato vari siti in cui comprare delle scarpe, gli comparirà nella hompage (o in qualsiasi altra pagina) un banner con un'offerta su un paio di scarpe. Se l'utente B ricercava alcuni videogame, gli compariranno nella hompage (o in qualsiasi altra pagina) le offerte di quei videogame che aveva ricercato. Pur visitando le medesime pagine, i due utenti visualizzano annunci differenti. Il monitoraggio sta alla base del digital marketing, sia nella rete display (circuito banner) che in quella di ricerca (annunci testuali).

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Ammetto che per questa cosa ho cominciato a fare molta più attenzione ai siti in cui navigo o alle normative che mi chiedono di accettare. Se vedo qualcosa di strano, come l'uso dei dati per terzi, chiudo e cerco un'alternativa. Google non lo uso nemmeno più, e ogni programma che installo controllo bene bene le impostazioni che ha. Spesso e volentieri hanno attivati l'invio dei dati dell'app e dello smartphone in caso di errori per fornire più feedback ai programmatori: no, levo tutto dove possibile, e se non posso tendenzialmente disinstallo e cerco altro. 
Non è che sono paranoica, o ho qualcosa da nascondere, lo reputo più una scelta di non voler condividere alcun dato di questo tipo con aziende che le possono riusare per qualche scopo (come l'indirizzamento di pubblicità specifiche in base alle ricerche che faccio).

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Io sono certo che con l'informatica tutto sia possibile, basti pensare a quanto sia facile reperire una password per un login qualsiasi. Comunque visto che si tratta il tema, qualche giorno fa ho ricevuto una mail da My Space, dove mi dicevano che la mia login insieme a quelle di non so quante centinaia di milioni di utenti erano state rubate e che quindi nel caso in cui utilizzassi la stessa login per accedere a qualche sito più importante come paypal, playstore, facebook ecc. È consigliato cambiare password.

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