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E niente Ludo, ho voglia di raccontarti questa mia vecchia storia.
Anni e anni fa stavo dietro a una. Bella ragazza, di quelle che piacciono a me perché da fuori sembrano insicure e fragili, che viene voglia di accudirle perché in fondo sei un povero bamboccio desideroso di qualcuno più debole di te. A parte queste considerazioni da anon, mi piaceva perché non parlava molto. Sì, insomma, quando tornavamo a casa dalle lolsuperiori in comitiva coll'autobus stavo sempre lì a guardarla, che se ne stava li zitta, che interveniva timidamente ogni tanto giusto perché la spronavamo noialtri.
Essendo io quello che sono, ho cominciato a sentire attrazione per questa cosa che, a pensarci adesso, devo essermela immaginata non so come. Comunque, quelli erano ancora gli inizi: la tipa più che altro era una specie di controfigura per altri oggetti del mio desiderio, e allora mi metto a sommergerla di frasette fatte e considerazioni spicciole sulla vita e sull'amore e sugli unicorni arcobaleno. A questo punto avrei dovuto beccarmi la sonora cazziata da vergine cretino che non è capace di disfarsi dei sui feticci amorosi, ma qualcosa non va come dovrebbe. A quanto pare a questa ragazza, che da ora in poi chiameremo A., piaccio anche. Me lo conferma un mio compagno di classe (io volevo crederci).
Da lì in poi è il baratro: passano diversi mesi insieme, durante i quali facciamo le classiche cazzate da coppietta disadattata, e arriviamo in un batter d'occhio alla fine dell'anno, a pochi giorni dalla maturità. Mancano due settimane alla prima prova, e un nostro amico fattone organizza una festa a casa sua per festeggiare l'imminente stress generale.
Decidiamo di andare a prendere la corriera insieme. Stiamo chiacchierando da mezz'ora, e ad un certo punto A. comincia a comportarsi stranamente: comincia a dirmi che il tale è un pezzente, che il talaltro è uno stronzo. Va avanti così per mezz'ora, sputtanando praticamente tutti quelli che conosco, ma decido di non darci peso.
Arriviamo alla festa, e dopo qualche ora siamo tutti più o meno collassati e io vado a fare un giretto al parco del paese con un paio di mie conoscenze. Quando ritorno non faccio in tempo a ficcare il naso nel soggiorno dell'appartamento del mio amico, che sento A. che mi da del patetico davanti a tutti, dicendo che conosco solo sfigati e altre cose molto mature. Ingoio il mio orgoglio, e torno di fuori più depresso che mai coi pochi testimoni che hanno assistito di nascosto alla scena, uno dei quali è un punkabbestia anche piuttosto simpatico, che io sapevo benissimo infatuato della tipa: dopo un po' che è lì che mi consola mi risale la bile e gli dico che tra le persone che ha sputtanato sulla corriera c'era anche lui.
Purtroppo lui, oltre che essere simpatico, è anche abbastanza orgoglioso. Sparisce dal parco. Io vado a dormire depresso da un altro mio amico che abita lì vicino senza salutare nessuno, e il giorno dopo mi arriva un messaggio di A. che mi chiede che fine avevo fatto. Faccio finta di niente e dopo un po' me ne arriva un altro pieno di insulti: il punkabbestia di cui sopra a quanto pare le ha fatto una scenata incredibile, e lei dà la colpa a me.
La rottura è ovviamente immediata.
Passano un paio di mesi, e lo stesso amico organizza un'altra festa, a cui lei però non si fa viva. Io decido di andarci per sollevarmi un po' il morale, ma sono ancora un poco segnato dentro. Sto lì a scolarmi una birra con un paio di amici, e si fa vivo un figuro che anon identificherebbe subito come quello che alle superiori era il negro sburrakuli della classe. Mi si avvicina con un sorrisone da antologia e mi fa: “Ohi, anon! Lo sai che adesso sto con la A.?”
Seguono minuziose descrizioni delle loro prodezze sessuali (che io non ero riuscito neanche a proporle, tra parentesi), tra le quali si assicura di sottolineare che la prima volta se l'è inculata in un canale di irrigazione. IN. UN. CAZZO. DI CANALE.
Io rageo un poco, ma alla fine me ne faccio una ragione. La cancello dalla mia vita, lavoro, faccio la patente e passo una settimana con un mio amico in campeggio al mare.
Torno e inizia l'università. Vengo a scoprire che lei si è iscritta alla mia stessa facoltà, e il giorno della prova di ammissione me la trovo davanti. Attacca bottone, a alla fine capiamo entrambi che il passato è passato. Ci salutiamo.
Iniziano le lezioni, e lei per la prima settimana non si fa vedere. Qualche giorno dopo inizia a tempestarmi di messaggi: mi chiede se possiamo parlare. La vado a prendere a casa con la macchina. Dopo un po' che sto guidando, si mette a piangere: mi dice che è disperata, che lo sburrakuli l'ha mollata per mettersi con una quattordicenne, e che visto che ha raccontato in giro che lo prendeva in tutti i buchi ora tutti la credono una troia. Io allora accosto la macchina senza dire una parola. Lei mi guarda negli occhi, mi apre la cerniera dei pantaloni e inizia a prendermelo in bocca. Mi spompina per qualche minuto e ingoia tutto. La porto a casa mia, e la scena si ripete, con qualche variante che potete immaginarvi. Perdo la verginità, e lo faccio pieno di odio.
Sono in piedi vicino al letto. Lei mi guarda, e mi chiede se sono arrabbiato con lei. Io le dico no no, che va tutto bene, che tanto non potevo aspettarmi di più da una che dà via il culo al primo stronzo che passa. Lei è offesa a morte e comincia a dirmi che sono come tutti gli altri, che sono uno stronzo esattamente come aveva detto allora, ecc... ma non sembra avere intenzione di andarsene. Sta qualche secondo in silenzio seduta sul letto, forse aspettando che le risponda, e non si muove di un millimetro. Le dico che se vuole può anche andarsene.
Non mi risponde. È lì con gli occhi spalancati che osserva il vuoto.
Qui ho capito che sono fottuto.
Mi avvicino a lei. La prendo per il polso. Nessun battito.
Entro nel panico, perdo la calma e mi guardo intorno sudando.
Va tutto a puttane.
Sento una sirena che si avvicina una banda di infermieri improvvisati entra sfondando la porta e inizia a farle un massaggio cardiaco tutti che gridano TOSSISSI BAMBINA TOSSISSI e uno comincia a dirmi: “Questa volta ti cacciano in galera anon che non è possibile che ogni volta finisce così diocane io ho una famiglia da mantenere ho le mie responsabilità che pesano come un macigno pure io ma non faccio di queste cazzate perché anche te non metti la testa a posto e smetti di spacciarti per uno delle superiori per trombarti le minorenni?”
Ma è troppo tardi. La polizia arriva in tempo per beccare il nostro cerchio magico. Una squadra SWAT entra sfondando le finestre. Ci immobilizzano e ci puntano i fucili ad altezza del volto.
Il capo della squadra avanza con passo potente, e levandosi il passa montagna ci dileggia: "Vi abbiamo becchati, shtuplatoli. Ola pel voi c'è sholo la galela!"
Non so dove sono Ludo, sono cinque anni che sono in uno stanzino buio senza niente dentro. Dalla finestra della cella vedo solo il mare uccelli e rocce. Vi sto comunicando tramite un mio amico piccione che è perito informatico e che sa usare bene il computer.
è lui:



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Ti prego, Ludo manda soccorsi.

24 aprile 2013 alle 22:03

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