Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

LE MIE COSE PREFERITE di Susanna Tartaro: recensione

Susanna Tartaro si racconta a un virtuale microfono, un po' conduttrice, un po' spettatrice, tra le pagine del suo ultimo intenso libro edito da Marsilio, per i cento anni della radio e i venticinque del programma diretto da lei stessa su Rai Radio 3, Fahrenheit – Le mie cose preferite.



Trama



A duecento metri da casa sua, un Suv la centra in pieno, sfrecciando con il rosso e non curandosi di quanto fosse accaduto. Soccorsa dagli astanti indignati e preoccupati, è portata d'urgenza in ospedale dove le diagnosticano frattura del radio (assurdo scherzo del destino) e le immobilizzano il braccio con un'ingessatura simile a un “tucano”.



Nel silenzio della casa e lontana dal lavoro in radio che ama tanto, Susanna ripensa alle sue cose preferite che danno il titolo al programma che conduce; queste non sono solo eco della bellissima canzone di Richard Rogers e Oscar Hammerstein II del 1959 (scritta per il musical Tutti insieme appassionatamente) che dal 1999 apre il programma, ma una zona di comfort che, su di lei, ha un effetto terapeutico.



Tra le storie e le parole che affastellano da anni, ogni giorno, la trasmissione, la medicina più confortevole è la poesia. Il libro ripercorre, come un lungo enjambement in cui la fine di un capitolo si collega al quello successivo, la storia della radio e l'effetto che ha sulla gente che vi lavora o sulle persone che la ascoltano, oltre che narrare spaccati di vita che hanno fatto tappa nel suo programma.



Il più emozionante, per l'autrice e per noi lettori, è sicuramente la storia del romanzo di Joyce Lussu, moglie del politico e scrittore Emilio Lussu. La signora Leda chiama in radio alla ricerca disperata del libro Inventario delle cose certe e trova, in Rosetta, una persona disposta a donarle la sua preziosa copia perché “visto che era una donna sola, e anche molto anziana, spesso guardava i suoi libri chiedendosi in che mani sarebbero finiti”. In diretta radio, due donne si conoscono e si scoprono unite dall'amore per la letteratura e dalla generosità. In momenti come questi, Susanna Tartaro ci racconta come ci si possa commuovere anche in radio e camuffare ogni emozione “togliendo il rosso” e creando quel vuoto sonoro che interrompe la ricezione del microfono.



Essere radiofonici è un'arte che si apprende con anni di esperienza, ma la scrittrice è certa che si nasca con una tale predisposizione chimerica al mestiere; lo speaker è, infatti, un po' geco per controllare tutto con gli occhi mobili, un po' fenicottero per mettere a suo agio il pubblico; ha orecchie da segugio per comprendere bene tra gli scrosci in cuffia e ha la fronte bassa di un orango per incassare messaggi scomodi e fastidiosi; ha la memoria di un elefante e la lingua sciolta di una rana. Ma soprattutto, ha la mente di Umberto Eco.



Non è solo la gente comune a chiamare in diretta, ma anche personaggi di rilievo e inaspettati, come quella volta che, dall'altra parte del microfono, si sentì la voce dell'allora Presidente Carlo Azeglio Ciampi che cercava “il Leopardi mancante alla sua biblioteca” nell'edizione del 1949 curata da Francesco Flora. Il signor Michele chiamò in redazione e in un paio di giorni fu fissato l'incontro tra la storia e la letteratura perché si scoprì che lo zio del signor Michele, a cui era appartenuto il volume, era stato in guerra in Albania proprio come il Presidente e, per la stima provata nei confronti di quest'ultimo, suo nipote glielo cedeva con affetto.



A far da sfondo a una narrazione estremamente introspettiva, c'è la città di Roma con i suoi panorami affollati e quell'aura crepuscolare di chi ha accolto i massimi esponenti della letteratura: Pier Paolo Pasolini e Carlo Emilio Gadda, amici di lunga data, e Giorgio Caproni, maestro alle elementari della scuola rionale.



Con una punta di ironia, non manca la velata critica a quelle buche onnipresenti per le vie asfaltate della capitale che, ormai, fanno parte del suo tessuto, non solo urbanistico, ma anche storico. La scrittrice narra di come, già nell'antichità, “sotto i piedi degli antichi andavano formandosi cavità traboccanti acqua sulfurea e vapore” e che, quindi, per i romani, sia un problema atavico e caratteristico.



In chiusura, proprio come stessimo partecipando attivamente alla sua trasmissione radiofonica, Susanna Tartaro ci invita ad ascoltare in sottofondo la sigla del programma e le sue battute finali, ricordandoci di non dimenticare mai le nostre cose preferite, di non farci sopraffare dagli impedimenti e dagli incubi e ricordarci di tutti coloro che, passando per la nostra vita, lasciano a modo loro un segno.



“La vita è un tale casino, ma sta a noi rimettere insieme i pezzi, e anche ricordarci delle persone che incontriamo ogni giorno”

Recensione



Cosa sarebbe successo se l'autrice si fosse attardata a chiacchierare con la sua amica, aggiungendo un segmento di vita in più a quella serata? Cosa sarebbe successo se si fosse trovata ad attraversare tre secondi prima e venti centimetri più avanti?



Nulla accade per caso e, anche se involontariamente, siamo un po' artefici del nostro destino. Ci sono forze incontrollabili che ci spingono in una direzione e ci portano in un luogo in un preciso istante.



Siamo costantemente messi alla prova e chiamati a trovare il buono in ogni situazione; si chiama un po' sopravvivenza. Quando tutto sembra caderci addosso, quando precipitiamo da una scala alla ricerca di qualcosa troppo difficile da raggiungere o quando siamo fagocitati dall'inedia, la letteratura ci viene in soccorso. In particolare la poesia, uno dei generi più difficile da comprendere perché nasce dalla pancia dell'autore e prende forma tramite un sapiente uso della lingua.



Ogni pagina del libro trasuda passione per i versi e per il lavoro in cui questi avvicinano persone e raccontano la loro storia; con l'accurata forma di chi conosce la materia letteraria e si nutre di poesia, Susanna Tartaro ci porta alla scoperta del mestiere del radiofonico, attraverso emozioni, incontri e incidenti di percorso.



La lettura dei capitoli brevi scivola via leggera come se avessimo davanti note scritte su uno spartito in cui ogni evento è collegato a quello che segue tramite parole, racconti, nomi o immagini altamente simboliche e metaforiche. Ciò che colpisce è la varietà dei temi affrontati che indagano gli affanni della vita e vi si attaccano.



Nonostante la poesia e la musica (il cui limite è labile, essendo la prima il genere armonioso e matematico per antonomasia) siano i temi principali, ci si allarga poi alla cosmologia e al naturalismo. Gli accenni alle avventure dei vulcanologi Maurice e Katia Krafft, l'immagine dipinta con parole di Bashō sotto il grande albero nodoso di Hokusai, spingono il lettore a ricercare e approfondire queste vite, allargando gli orizzonti e scrutandoli con nuovi occhi.



Il libro potete trovarlo QUI



L'Autore



Susanna Tartaro conduce Fahrenheit, la trasmissione di Rai Radio 3 per gli amanti della letteratura, in particolare della poesia. Collabora con Sette, il settimanale del Corriere della Sera e, dal 2014, cura un blog chiamato “DailyHaiku”, dove commenta ciò che succede nel mondo a partire da una foto. Tra i libri pubblicati, troviamo Haiku e sakè. In viaggio con Santōka (2016), Ascoltatori. Le vite di chi ama la radio (2019) e La non mamma (2021).

Continua la lettura su www.nerdpool.it

ieri alle 16:30