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Unholy – Recensione

Hook ha recentemente presentato Unholy, un gioco creato da Duality Games. Questo titolo è indirizzato a quei giocatori che bramano avventure ricche di suspense e mira a fondere un'ambientazione cupa con elementi horror e d'azione. Ma sarà in grado di lasciare un segno indelebile nel cuore dei giocatori? Unholy si propone come un'esperienza che sfida i confini del genere, cercando di catturare l'attenzione degli appassionati con una narrazione avvincente e momenti di pura tensione. La domanda rimane: riuscirà a trasmettere quel brivido tanto ricercato e a diventare un punto di riferimento nel panorama horror videoludico attuale? Scopritelo con questa recensione.



La storia di Unholy



L'incipit di Unholy si presenta come un intrigante amalgama tra elementi che potrebbero sembrare datati e altri che, al contrario, emergono come sorprendentemente affascinanti. La storia ci immerge nel vissuto di una madre disperata, alla ricerca del figlio rapito da un culto oscuro e minaccioso.



Al primo impatto, la premessa sembra echeggiare quella del celebre Silent Hill, condividendo con esso molti leitmotiv narrativi, sebbene qui vengano reinterpretati con sottili variazioni. In Unholy, l'idea di culto è rielaborata: non più un semplice gruppo marginale, ma una vasta organizzazione esoterica, la cui esistenza gravita attorno alla figura carismatica del profeta e dei suoi devoti discepoli. E proprio come in Silent Hill, il culto si manifesta in una realtà alternativa, una dimensione che si sovrappone e si intreccia con quella della protagonista, trascinandola al suo interno mediante antichi sortilegi ereditati dalla sua famiglia.



Questa dimensione parallela nasce dalle menti collettive dei suoi membri, i fedeli, che, travolti dalla morte del loro leader, si abbandonano al terrore, permettendo così che il loro tormento si materializzi in una piaga mostruosa e devastante.



Un viaggio nella trama



Mentre l'indagine sul culto e le sue origini si è rivelata sorprendentemente affascinante, l'impiego smaccato di espedienti magici per spiegare le azioni della protagonista, che appare distaccata dalle dinamiche di questo universo, mette in luce una narrazione piuttosto disarmonica e afflitta da sviluppi troppo costruiti. I personaggi secondari poi, uno degli aspetti più critici di questa narrazione, emergono nel percorso della protagonista con una certa prepotenza, per poi svanire rapidamente senza alcun reale approfondimento.



Per esempio, la vecchia nutrice, figura legata all'infanzia perduta della protagonista, tenta di orientarla costantemente nel suo viaggio, evidenziando con i suoi dialoghi la severità del racconto, ma non riesce a coinvolgere o interessare il giocatore. Alla fine, ciò che rimane è una sensazione di estraneità emotiva verso le vicende della protagonista, la quale, per prima, non sembra rispondere in modo credibile alle proprie avversità, privando i momenti salienti di qualsiasi intensità drammatica.



In conclusione, sebbene la trama di Unholy rappresenti un pilastro fondamentale dell'opera, sembra che il team di sviluppo ci abbia dedicato molto tempo senza tuttavia raggiungere un livello di profondità e fascino veramente significativi.



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Il gameplay di Unholy



Nel tentativo di emergere nell'affollato panorama videoludico con un gameplay che si distingua per originalità, è cruciale verificare prima l'efficacia delle proprie idee innovative. Tuttavia, Unholy non riesce a raggiungere questo obiettivo. Il gioco, che avrebbe potuto inserirsi nel genere dei walking simulator, seguendo l'esempio di altri titoli horror che scommettono tutto sull'atmosfera, si trasforma in un ibrido tra un gioco d'azione furtiva e un puzzle game con enigmi troppo familiari.



Per quanto concerne la componente action, il giocatore è incaricato di fuggire, idealmente, senza essere rilevato da nemici sia umani che mostruosi che popolano il mondo del culto. A disposizione c'è la fionda giocattolo del figlio del protagonista, dotata di “proiettili emozionali” di varia natura, che si rivelano utili per distogliere l'attenzione dei nemici e avanzare attraverso le aree afflitte dalla piaga. Questa dinamica è strettamente connessa alla raccolta dei proiettili, resa abbondante dall'esplorazione degli ambienti, garantendo così che il giocatore non rimanga mai senza munizioni.



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Punti deboli



Il principale punto debole della meccanica stealth in Unholy si manifesta immediatamente: basta essere colpiti una volta per essere storditi e resi vulnerabili a un secondo attacco letale. La frustrazione di queste sezioni aumenta quando si è costretti a risolvere enigmi poco stimolanti, che spaziano dalla ricerca di un codice per aprire un lucchetto al classico puzzle di allineamento delle forme su una pedana.



Questa sensazione poi si amplifica ulteriormente quando si è privati della possibilità di sconfiggere il nemico con le proprie armi, costringendo a ricorrere a stratagemmi ambientali che trasformano le sequenze d'azione in un gioco di inseguimento squilibrato. Questo ibrida la necessità di fuggire con quella di ingannare un'intelligenza artificiale troppo incline a errori e imprecisioni nelle reazioni.



Un altro elemento chiave ma insufficientemente elaborato è quello dei potenziamenti. Sebbene sia possibile ottenere bonus e abilità speciali (come la scivolata) in cambio di talenti trovati durante l'avventura, è deludente che quasi tutto l'albero delle abilità sia sbloccabile in sole tre ore di gioco, evidenziando la mancanza di profondità di questo aspetto.



Le maschere, poi, rappresentano un'altra meccanica mal sfruttata, consentendoci di individuare la posizione degli oggetti interattivi nello scenario e, più avanti nel gioco, di adottare una strategia basilare per eludere le pattuglie nemiche visibili attraverso le pareti. Sebbene possano sembrare utili, è un vero peccato che il gioco non sia riuscito a creare qualcosa di veramente originale e coinvolgente neanche in questo frangente.



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Uno sguardo al comparto artistico



Unholy si distingue per un aspetto che ci ha colpito favorevolmente più di ogni altro: l'eccezionale realizzazione di un universo di gioco che cattura l'attenzione con la sua estetica affascinante e, a tratti, veramente originale. La fusione di elementi gotici con quelli contemporanei è stata eseguita con successo, creando un contrasto efficace nelle scene che esaltano questa dicotomia, oscillando tra le due realtà che la protagonista sperimenta. La presenza ricorrente di dettagli artistici, come le maschere, dota il gioco di un'identità visiva distintiva e riconoscibile, che ha saputo convincerci in diverse occasioni. Non sorprende quindi che l'idea originale di questo videogioco sia nata dalla mente creativa di Tomasz Strzałkowski, fondatore e direttore artistico di Duality Games.



D'altra parte, non possiamo esprimere lo stesso livello di apprezzamento per le numerose sequenze animate presenti nel gioco, che rivelano una certa rigidità nelle animazioni dei personaggi, in particolare quelle del viso.



Riguardo alla colonna sonora, Jan Ignacy Królikowski ha compiuto un lavoro ammirevole, componendo un accompagnamento musicale che si addice perfettamente all'atmosfera tenebrosa del titolo, preferendo spesso atmosfere sonore piuttosto che melodie distinte.



La strada verso il Platino



La collezione di trofei di Unholy comprende un totale di 28 coppe, ripartite in 8 di bronzo, 14 d'argento, ben 5 coppe d'oro e il prestigioso Platino. Riguardo l'ambita coppa blu possiamo dire che la maggior parte dei trofei verrà ottenuta completando i vari capitoli e il finale, le altre coppe invece riguardano vari uccisioni in modi differenti e come sempre all'immancabile raccolta di collezionabili, che fortunatamente sono solo 15 in totale. Per quanto riguarda le ore invece, la stima per raggiungere il Platino è di circa 15 ore, in base anche alla vostra abilità in questo tipo di giochi.




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oggi alle 16:00

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