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Cultist Simulator: Initiate Edition – Recensione Speedrun

Se il vostro sogno è sempre stato quello di avviare un culto di successo, allora non potete perdervi la nostra recensione Speedrun di Cultist Simulator: Initiate Edition. Sviluppato da Alexis Kennedy e pubblicato su console da Weather Factory e Klabater, questo simulatore propone di offrirci un'esperienza oscura e misteriosa. Se non avete paura, allora mettete la cappa e preparatevi a reclutare adepti.



Un simulatore atipico



Se pensate a due generi che stanno invadendo il mercato dei videogiochi, vi verranno in mente quelli dei roguelike e dei simulatori (il nostro Andrea, in questo senso, ne sa qualcosa). Titoli in cui la morte coincide con la perdita dei progressi e opere in cui invece il costante progresso è alla base sembrano essere in antitesi tra loro. Questo però non ha spaventato Alexis Kennedy, autore anche di Sunless Sea e Fallen London, che ha deciso di mischiare questi due elementi per realizzare il suo Cultist Simulator.



Il gioco non è in realtà di primo pelo: pubblicato su PC nel 2018, Cultist Simulator arriva su console in versione Initiate Edition, che include al suo interno i DLC The Dancer, The Priest e The Ghoul, che non modificano il gameplay ma aggiungono ulteriori elementi narrativi. Questo perché, a differenza di un qualsivoglia Ships o Electrician Simulator, qui non troveremo una componente manuale che porta a compiere operazioni. Il nostro simulatore di culto è infatti un gioco basato su testo e carte, una sorta di visual novel interattiva che si mischia con un gioco da tavolo.



Lo stile riprende quanto visto nelle precedenti opere di Alexis Kennedy, mantenendo però fin da subito un'aura di mistero. Non troveremo infatti nessun tutorial a spiegarci le meccaniche (seppur semplici) di Cultist Simulator. Dovremo andare per tentativi, scoprendo i risvolti del gioco man mano che proseguiremo nella nostra esistenza. Nel titolo infatti vestiremo i panni di una persona qualunque, con normali ambizioni e desideri, che potrebbe però suo malgrado rimanere invischiata in complotti, sette e altre nefandezze. Ogni run rappresenta una storia a sé stante, a cui farà seguito una nuova vita con un altro personaggio. Si tratta anche dell'unica modalità di gioco di Cultist Simulator, che nonostante questo risulta molto vario e longevo, complice la natura casuale di ogni elemento e le numerose strade che potremo seguire.



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Il gameplay di Cultist Simulator



Ma come potremo esattamente gestire la vita del nostro protagonista? Cultist Simulator è di fatto un gioco di carte: dovremo utilizzare quelle in nostro possesso per attivare eventi oppure rispondere a quelli in cui saremo coinvolti. Inizialmente avremo una scelta molto limitata, legata a pratiche standard come lavorare o studiare. Man mano che proseguiremo, il ventaglio di possibilità diventerà sempre più ampio. Il tutto, complice la natura del gioco, prenderà molto rapidamente una piega oscura, con sacrifici, scie di cadaveri e poliziotti sulle nostre tracce.



Non si tratta però dell'unica possibilità per il nostro umano: a volte potremo infatti limitarci a perseguire una vita ordinaria e “noiosa”, arrivando a una conclusione tutt'altro che dark. Questo è sicuramente uno degli elementi di pregio del titolo, che propone una narrazione non lineare in cui bisognerà tenere d'occhio tantissimi elementi. Nonostante questo, di narrazione pur sempre si tratta: chi cerca l'azione ed è allergico a grandi blocchi di testo, perdipiù esclusivamente in inglese, difficilmente verrà rapido da Cultist Simulator.



Tutti gli altri invece si troveranno a completare una partita dietro l'altra, scoprendo così che il titolo ha anche una componente roguelite. Dopo ogni conclusione di partita passeremo a un erede, che avrà caratteristiche uniche in stile Rogue Legacy. Questo aggiunge ulteriori variabili e rende le partite sempre diverse tra loro. La meccanica di try and error ci aiuterà però a optare per una strada piuttosto che un'altra, per arrivare più facilmente ad alcuni obiettivi. Una meccanica sicuramente interessante, che mischia al meglio i due generi (tre, se contiamo anche le visual novel) in un titolo ricco di fascino, anche se un po' confusionario. Come detto, l'assenza di tutorial pesa nell'economia generale, tanto che i meno diligenti abbandoneranno l'impresa di capire a fondo il titolo.



Il comparto tecnico di Cultist Simulator non propone invece elementi di spicco: le carte hanno un design piacevole, ma sicuramente non spremeranno la potenza di PlayStation 5. Piacevole invece la colonna sonora che ci accompagnerà nel viaggio. Da segnalare invece che la trasposizione su console è ben fatta, anche se il sistema drag & drop si sposa ovviamente meglio con un mouse oppure con i touch screen di smartphone e tablet. Nonostante questo, non abbiamo comunque fatto alcuna fatica a gestire le carte nella nostra mano o leggere i testi a schermo, di buona grandezza. Da segnalare riguardo a questo che gli argomenti esoterici non aiutano i meno abili con l'inglese a sentirsi a loro agio.




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