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IL SETTIMO CERCHIO di Emiliano Ereddia: recensione

Il Saggiatore presenta nel 2024 ai suoi lettori una distopia tutta italiana: si tratta del romanzo Il settimo cerchio di Emiliano Ereddia, una storia post-apocalittica che indaga gli istinti e le pulsioni dell'individuo.



Trama



In un futuro non meglio precisato, l'Italia è ormai l'ombra di se stessa: una serie devastante di terremoti ha spazzato via ogni forma di civiltà dal paese. Le sue famose città sono ormai ricordi e rovine, e al loro posto si trovano nuove inquietanti realtà con nomi che richiamano la bellezza di un tempo ormai andato: Roma è diventata Città Centrale, Bologna è la Città delle Due Torri, Venezia invece la Città della Laguna. Questi nuovi spazi sono abbandonati all'anarchia e alla barbarie, attraversati unicamente da guerra e violenza; sembra che qui non ci sia più ordine, ma che anzi domini la sopraffazione. È in questo scenario post-apocalittico e in disfacimento che si muovono personaggi ambigui e a tratti bestiali, uomini che lottano con i denti per la sopravvivenza, poiché in questo mondo le uniche alternative sono uccidere o essere uccisi.



Il protagonista è il mercenario Sparta, un giovane uomo alla perenne ricerca di cibo e medicine per alleviare i propri dolori psicofisici e sulla cui testa pende una taglia voluta dal Magnifico, un pericoloso e crudele dittatore. Sparta fugge senza mai fermarsi, sfidando tutti i nemici che gli si pongono davanti e che lo vogliono morto, fino ad arrivare alla regione che ora chiamano Trinacria, il luogo della sua infanzia, dove spera di trovare delle risposte. Per fortuna, tra tutti questi nemici e guerrieri pronti a tutto, Sparta incontra anche degli amici ed importanti alleati, come Cara e Giugno.



“L'uomo è animale di politica, politikòn zôon, capisci? Si aggrega per necessità, vive di accordi, stringe alleanze e cerca di espandersi e di conquistare terre e territori. Ma a un certo punto si stanca di lottare e vuole solo comandare. E allora, tra un'ammazzatina e l'altra, fa un ragionamento. Capisce che gli conviene mandare a morire gli altri mentre lui mangia un bel pezzo di tomino, non è vero? Siamo ritornati all'era politica, e questo sta bene a tutti, perché in questo modo i deboli sanno a chi devono sottomettersi e si sentono meno perduti. Mentre i forti, embè, loro comandano e sono soddisfatti.”

Recensione



La trama de Il settimo cerchio di Ereddia mi ha incuriosita fin da subito: distopie e mondi post-apocalittici sono degli ingredienti che possono dar vita a storie incredibili, accattivanti e ricche di suspense. Peccato che, a mio parere, queste ottime premesse non siano state sviluppate al meglio.



Andiamo con ordine.



Non sappiamo quanto siamo lontani dai giorni nostri, ma siamo di certo nel futuro. Sappiamo che l'Italia è stata devastata da dei terremoti: il lettore si aspetterebbe che, progredendo con la lettura, si venga a sapere qualcosa di più di questa realtà sconvolta da calamità naturali, eppure ciò non accade. Di tanto in tanto si citano questi terremoti che hanno cambiato tutto, ma di più non ci è dato sapere. Solo negli ultimi capitoli il tema viene leggermente approfondito e ne vengono indicate possibili cause, ma per oltre quattrocento pagine il lettore non ha ulteriori informazioni. Anche la vita in questa nuova Italia è difficile da comprendere: vige sì l'anarchia, ma ci sono anche associazioni o comunità con dei ruoli quasi politici. Come nascono? Perché? Con che ruolo? Niente di tutto ciò è ben chiaro.



Insomma, un worldbuilding un po' carente sotto molti punti di vista.



Passiamo ai personaggi. Sparta è un antieroe, un guerriero che, invece di essere leale e coraggioso, è un mercenario pronto a vendersi al miglior offerente, a cambiare bandiera se il vento gli soffia contro e a tradire chi gli sta vicino senza remore, se ciò può servire a salvarlo. È un opportunista e lotta con le unghie e con i denti per la propria sopravvivenza, senza guardare in faccia a nessuno. Nel contesto, il suo comportamento risulta perfettamente coerente: in un mondo allo sfacelo, dove non esistono legami e gli uomini sono equiparati a bestie, le leggi del più forte e dell'individualismo regnano sovrane. Sarebbe stato bello sapere qualcosa di più su di lui, per capire meglio i suoi pensieri e le sue azioni ed empatizzare così con quest'uomo-bestia, con il quale altrimenti è davvero difficile entrare in sintonia, dati i continui spargimenti di sangue che si porta dietro. Quando è diventato così spietato? Cosa lo ha portato ad allontanarsi dalla sua famiglia? Cosa gli è accaduto? Anche in questo caso, il lettore sa poco e non riesce ad entrare in sintonia con il protagonista.



Infine, lo stile. Ereddia è capace di molti virtuosismi stilistici: salti temporali e flashback possono confondere il lettore, ma hanno anche il pregio di rendere la narrazione dinamica; ci sono inoltre pagine fitte e dense, dove è praticamente assente il punto fermo e tutta la pagina costituisce quindi un lungo, immenso periodo, un po' ad imitazione di Saramago. Come nota negativa del suo stile però, non si può non notare l'eccessivo uso dei volgarismi. Attenzione, non biasimo l'uso in sé di un linguaggio scurrile, che anzi può essere utile a denotare personaggi e situazioni, cosa che certamente fa in questo romanzo – dopotutto, non mi immagino certo il capo di organizzazioni criminali parlare in maniera forbita ed elegante. Tuttavia, non comprendo perché questo gergo debba essere usato indistintamente, anche dove il suo utilizzo non aggiunge alcun significato alla storia, o debbano essere descritte scene grottesche, volgari e raccapriccianti che nulla hanno a che vedere con la storia e che sembrano trovarsi lì per puro gusto dell'orrido e della violenza fine a se stessa.



In conclusione, credo che da una bella idea non si sia sviluppato un altrettanto bel romanzo. Il settimo cerchio parte da buone premesse e da una buona penna, ma, a mio parere, non cresce altrettanto bene.



Potete trovare il libro QUI.



L'autore



Nato in Sicilia, a Vittoria, nel 1977, Emiliano Ereddia si è laureato in Scienze della Comunicazione e diplomato alla Scuola Holden di Torino.



Il suo primo romanzo si intitola Per me scomparso è il mondo (Corrimano Edizioni, 2014) ed è stato finalista al Premio Carver, menzione speciale al Premio Artese, secondo posto al Premio Kaos. Il Saggiatore ha pubblicato il suo secondo romanzo, Le mosche, nel 2021. Ha inoltre pubblicato racconti in diverse antologie.



Ereddia, oltre che scrittore, è anche sceneggiatore e autore televisivo.



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