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Oldboy

ha pubblicato un video riguardante Silent Hill 2

Cercavo proprio un video di questo tipo dopo aver finito il gioco, e scopro con grandissimo piacere che i ragazzi di Bloober Team hanno inserito davvero tantissime cose.
Per dirvene un paio: sapevate che James qui ha il segno della fede sul dito? Oppure, sapevate che tiene la pistola in modo sbagliato (probabilmente per sottolineare la sua inesperienza con le armi)?
Penso che l'aver infarcito il titolo con così tanti easter eggs ed omaggi sia l'ulteriore conferma che Bloober Team ha fatto dannatamente bene i compiti a casa e che in questo progetto ci ha davvero messo tutto quello che poteva.

115 Incredible Details and Hidden Secrets in Silent Hill 2 Remake

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Oldboy

ha scritto una recensione su Silent Hill 2

Cover Silent Hill 2 per PS5

Rebuild of Silent Hill 2.22: You can (not) sit there and eat pizza!

Quando venne annunciato durante la Silent Hill Transmission di Konami, tenutasi nel mese di ottobre del 2022, il remake di Silent Hill 2 portava nella mente di giocatori e curiosi più perplessità che certezze. I fattori per dubitare della buona riuscita dell'operazione dopotutto c'erano e non si potevano ignorare completamente a cuor leggero.
Il primo fattore discriminante, ad esempio, era Konami stessa. Lontana parente di quella dei fasti di un tempo, già da parecchi anni fuori dal settore videoludico. Tolta l'attenzione per pachinko, merchandising e qualche sporadica produzione con il freno a mano spesso tirato, la storica software house nipponica non era più ispirata con la gestione delle sue IP più note.
L'inadeguatezza che accompagnava Konami da anni non era comunque l'unica fonte di preoccupazione. Un altro problema era la serie di Silent Hill. Pensionata quasi con rassegnazione, l'ultimo ricordo rimasto in memoria ai fan era lo sciagurato Silent Hills diretto da Hideo Kojima, un progetto che poi non vide mai la luce e che in un certo senso certificò quello che sarebbe stato il nuovo corso della compagnia.
Un'altra perplessità che accompagnò l'annuncio di Silent Hill 2 Remake (da ora in avanti SH2R) fu l'entrata in scena dei suoi realizzatori, ovvero i polacchi di Bloober Team. Uno studio sicuramente talentuoso e dotato di potenziale, ma forse chiamato troppo presto a cimentarsi in una prova così grande. Si parlava pur sempre di Silent Hill 2, il capitolo più iconico della popolare saga della città nebbiosa e per questo motivo i riflettori puntati su di loro aumentarono di numero.
Per arrivare al nocciolo della questione, nonostante la scelta di puntare tutto su Silent Hill 2 fosse per certi aspetti la più sicura vista la grande fama del titolo ed il suo ottimo materiale di partenza, era anche vero che bastava poco per scrivere la ricetta di un completo disastro.
Da questo punto di vista va citato probabilmente anche il fatto che non fu d'aiuto la campagna marketing legata al gioco. In particolare, i vari trailer rilasciati da Konami mostravano un prodotto in uno stato forse ancora troppo embrionale.
Poi arrivò l'8 ottobre (per qualcuno bastò aspettare il 6). Il gioco arrivò sugli scaffali e si rivelò una genuina sorpresa.
Considerando tutti i fattori sopracitati, SH2R è qualcosa che va oltre il titolo godibile o l'onesto remake. Si tratta di un lavoro fatto con scrupolo e con un occhio di riguardo per il materiale originale. Per chi teme gli stravolgimenti, lo tranquillizzo subito perché stiamo parlando di un remake che porta in dote tutti i capisaldi dell'originale: la tensione costante, il bestiario memorabile, i personaggi malinconici e moralmente oppressi. La sua narrativa di pregio, soprattutto. SH2R ripropone tutto questo con un abito elegante, ricamato, pieno di dettagli (Bloober Team ha avuto cura di inserire tutta una serie di chicche all'interno del gioco, di cui non vi anticiperò nulla) e confezionato a dovere. Come ciliegina sulla torta, a completare il lavoro di riproposizione se ne aggiunge uno di ampliamento, fatto senza mai strafare. Sia vecchi che nuovi giocatori scopriranno quel dialogo in più, quell'enigma nuovo o ripensato, quella mappa un po' diversa e che migliora di molto il fattore esplorazione. Anche i modi di affrontare i nemici sono stati rivisti e resi molto più interessanti e stimolanti, senza comunque rischiare che il giocatore ne vada ad abusare calandosi nei panni del Rambo di turno. Perché dopotutto James, il protagonista del gioco, è tutto fuorché un eroe. Anzi, è la quintessenza dell'uomo comune, con l'unica fortuna di trovare qualche bocca da fuoco ed un paio di armi contundenti in giro.
A livello di struttura, Il punto di rottura più incisivo del remake con il passato risiede senz'altro nel cambiamento della telecamera. Laddove si optò in origine per inquadrature fisse, qui si è scelta invece una visuale alle spalle del protagonista. Può sembrare a prima vista un cambiamento nemmeno troppo repentino, anche perché si tratta di una strada battuta negli ultimi tempi da molte software house di spicco (vedi Capcom con i suoi remake di Resident Evil), ma in realtà questa nuova prospettiva ha portato i ragazzi di Bloober Team a rivedere in qualche modo quasi tutta l'opera originale dal punto di vista visivo. Sono cambiati anche i giochi di luci e le ombre, la posizione e la quantità di nemici in un'area, il posizionamento delle risorse. Tutto in SH2R è cambiato in funzione di un unico imperativo: far sentire ancora una volta il giocatore perennemente sotto tensione, mentre affronta la lenta discesa negli abissi di James. Con il lavoro di arricchimento di Bloober Team ne ha beneficiato molto anche la longevità, sensibilmente più alta rispetto a quella del titolo originale.
Molto merito della buona riuscita di questo remake va sicuramente dato anche al ritorno di due importanti veterani: Akira Yamaoka, lo storico sound designer e compositore delle musiche della serie, e Masahiro Ito, l'autore dei mostri che popolano la città in questo secondo capitolo e senza timore di smentita il papà della creatura più famosa dell'intera saga: Pyramid Head.
Sono presenti certamente alcune sbavature, come il lato tecnico non sempre eccellente (qualche nemico incastrato nelle texture, le animazioni facciali che in alcune sequenze non convincono, le hitbox che sporadicamente sono a caso) o ad esempio alcune parti che forse erano più ansiogene e riuscite nell'originale, ma personalmente le ho trovate delle sottigliezze se paragonate al risultato finale.
SH2R è la rivisitazione che il titolo del 2001 meritava e di cui non sapevamo di avere bisogno. Un omaggio sentito da parte di Bloober Team, che potrebbe portare la compagnia verso un futuro radioso. Allo stesso tempo, abbiamo il portabandiera (si spera) dell'ennesimo nuovo corso di Konami
Stavolta forse con meno tavole da skate o paperelle da bagno e più videogiochi.

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