End of the game
L'ululato privo di senso dei sussurri fagocita la sanità mentale mentre balzo attraverso il portale. Eccolo di nuovo qui. Il Piano Ascendente.
Essere fuggito da esso una prima volta non ha cambiato il profondo disagio che ancora provo.
E la sensazione che la mia Luce stia venendo erosa da questo luogo é semplicemente terribile.
-Hara?-, chiedo. Lo Spettro mi parla da un punto invisibile.
"Questo luogo sembra consumare la mia Luce. Sbrigati a farla finita.". Annuisco.
Avanzo, con Sentenza in pugno. Sono già pronto a sparare.
Attorno a me é una sala, maestosa. Statue nere, dai vividissimi dettagli, troni vuoti.
-Bello, vero?-, chiede una voce. Alzo lo sguardo.
Dredgen Vaenn. Shirke, un Titano. O quello che un tempo é stato tale. Mi sorride.
-Questo é nostro, Dredgen Mu. Nostro e basta.-, dice. Io scuoto il capo.
-Non é nostro. E voi siete solo dei folli.-, ribatto.
-Perché? Per l'aver piegato la Logica della Spada? Per l'averla usata? Per questo?-, chiede.
Improvvisamente la vedo. Neyma Vas, avanza con l'arma pronta. Anche lei si ferma.
-Dredgen Derkes. Che piacevole sorpresa.-, dice un'altra voce. Questo invece é Dredgen Some.
Invisibile, fuso col suo personale paradiso illusorio. Vicinissimo e lontanissimo.
-Il mio nome non é più quello. Ho riconosciuto la mia pazzia, a differenza tua.-, dice lei.
È calma. Ma non abbassa l'arma. Così come non l'abbasso io. E neppure loro.
Dredgen Vaenn ha l'Aculeo pronto e so che da qualche parte anche Some ci tiene sotto tiro.
Dove sarà Dredgen Dune? L'ultimo di quel circolo di folli.
-Vedi, Dredgen Mu, tu ti sei perso il meglio.-, dice Dredgen Vaenn. Alza una mano, richiamando a sé la materia di quella dimensione impossibile. La sfera oscura e luminescente di un baluginio malato ruota su sé stessa nel palmo del Titano caduto all'Oscurità.
-E cos'avrei perso?-, domando. Sono pronto a scattare. Lo so e lo sanno anche loro.
-Questo.-, dice lui. Mi lancia contro la sfera. Faccio per balzare via, così come Neyma, ma la sfera é rapidissima, ed appena mi tocca esplode.
L'Oscurità mi avvolge, strappandomi da me stesso e scagliandomi oltre, in un baratro privo di Luce.
I sussurri urlano, tornano centuplicati. Io urlo. L'universo intero urla squartato da una lama implacabile, trapassato dall'orrore della verità ultima.
Non c'é salvezza. Non c'é Luce. E nessun Viaggiatore salverà nessuno.
Il mio grido pare poter essere eterno. Sento che lo sarà. Una sofferenza infinita.
Il taglio di mille spade che affondano nell'anima. La sensazione di regredire. Di rimpicciolire sino a svanire dall'esistenza. Poi, lentamente, la sensazione che un potere innominabile e antichissimo mi scruti. Mi sento annichilito. Esisto? Se esisto non ricordo chi sono...
"Sei il mio servo.". La voce tonante appartiene ad un altro essere, a qualcosa di incommensurabile. Di lontanissimo.
Neyma Vas lo osserva. Akar non é che un corpo umano rannicchiato. Immobile, forse morto.
Ricoperto dalla sostanza stessa dell'Oscurità. Permeato... Forse persino corrotto.
-È finita, Dredge Derkes.-, dice Dredgen Vaenn, -Accettalo. E torna a calcare il nostro sentiero.-.
-Oppure muori dimenticata e senza speranza.-, dice Dredgen Dune. Lui invece é uno Stregone.
Emerge dall'oscurità della sala con incedere maestoso e composto.
-Hai sempre saputo che sarebbe finita così. Lo sapevi. Per questo non stai sparando. Non sei una di loro. Non sei una Guardiana. Sei di più. Sei migliore. E ora puoi dimostrarcelo!-, esclama Dredgen Some. Neyma riflette. Sono in tre contro una. E la sua Luce é debolissima.
"Chi sei?", la domanda é scaturita dalle mie non-labbra senza pensare.
"Sono il dominio, l'essere che impera sul vostro mondo, il portatore di una verità assoluta a cui tutti siete soggetti. Sono il tuo signore e padrone.", é la risposta.
"Non ricordo di te", dico.
"Non puoi. Sei appena nato.", dice la voce. È calma, paziente, come un padre che spiega al figlio ancora infante come comportarsi.
"Non cedere!", esclama una voce diversa, disperata. Io non capisco. Chi é?
"Non ascoltare questa voce. Appartiene a esseri crudeli, decisi a costringerti a morire per i loro fini.", dice la voce di prima, "Ascolta me, servo. Sei al mio fianco ora.".
"Non sei così! Ti prego, Akar! Ho bisogno di te!".
Akar?
Perché quella parola mi dice qualcosa? Ci dev'essere qualcosa... C'é sicuramente qualcosa.
Non ha significato. Ma allora perché é così importante?
"Non inseguire queste illusioni. Lascia che io forgi la tua libertà con i miei ordini!", ribatte la voce. Annuisco ma sento che c'é qualcosa che non va. Qualcosa di sbagliato. Di errato.
-Akar! Maledizione, reagisci!-, esclama Neyma. Spara abbattendo uno schiavo corrotto, esseri di pura oscurità, evocati dai Dredgen. Non é stupita dal fatto che abbiano saputo farlo. Quei maledetti hanno una tale comunione con l'oscurità da poter quasi essere degli Accoliti.
Ne abbatte un secondo con una coltellata e un terzo si fa sotto. Sono troppi. Sono troppi e lo sa bene. Senza la Luce non ha modo di vincere.
Ma non si arrenderà. Ha rifiutato l'offerta di resa e i Dredgen hanno inviato i loro schiavi e si sono seduti sui loro troni a guardare la sua morte. Sanno, come sa lei, che da sola non può farcela. Ma non intende piegarsi. Morirà in piedi.
Uno schiavo riesce ad artigliarle la casacca, che resiste all'attacco ma non senza danni. Un'altro abbbatte i suoi artigli sul braccio destro dell'Insonne. La cacciatrice risponde sparando un altro colpo e rispedendo il servo all'inferno. Ne arrivano ancora. Non le danno tregua.
-Akar! Sei un Guardiano! Reagisci!-, esclama di nuovo prima che i servi la attacchino.
Guardiano? Un'altra parola che ha sigificato. E che nell'infinito assoluto e totale vuoto della mia esistenza pare solida. Certa. Quanto le promesse dell'essere che sento.
Akar... perché quel nome mi suona tremendamente noto? Perché lo sento così?
-Perché é il tuo!-, esclama una voce metallica, diversa. Anche quella la conosco.
E la voce che sentivo... Era... Non ricordo il nome. Ma ora capisco.
-Tu... Hara!-, esclamo. Le tenebre si dissolvono. Ricordo. Il ringhio di rabbia dell'essere che si diceva mio padre é assordante. Eppure la voce metallica parla.
-La tua Luce é debole. Alimentala ora, prima che si estingua!-. Non so come fare, non so come dovrei fare a uscire da una cosa così. L'ho già fatto ma ora... ora é dieci volte peggio.
"Affonderai, non vi é Luce, qui.", dice la voce.
Deve essercene. Deve. Calmo. Respira. Aria inesistente entra ed esce dai miei non-polmoni.
"Morirai. E la tua morte sarà vana.", dice la voce. È calmo. E ci ride.
Scuoto il capo, e all'improvviso la sento. Flebile ma pronta a ridestarsi, anche fosse per l'ultima volta. Grido.
Ferite. Diverse. Un braccio, una gamba. Sente il fiato pesante. Morirà qui. Ha solo un'altro colpo nel cannone portatile. Neyma Vas annuisce. Trucemente. I servi dell'Ombra si fanno avanti.
Poi l'urlo. Non é agonico. Non é disperazione. È pura volontà, rabbia scagliata come suono, prima che come arma. Istintivamente, la cacciatrice balza all'indietro.
Akar si muove con la rapidità del lampo: liberatosi dalla presa dell'oscurità balza in piedi.
I Dredgen imprecano. Alzano gli Aculei. Neyma spara l'ultimo proiettile inchiodando Dredgen Dune, alias Joachim Boas, con un singolo proiettile. Poi Akar gira su sé stesso nel bel mezzo del balzo, aprendo le braccia. Coltelli di Luce solare trapassano gli schiavi, trasformano quella sala in rovine, costringono i due Dredgen restanti a ripararsi.
-Stai bene?-, chiese Neyma.
-No.-, rispondo. Mi sento la gola secca, ho la sensazione di dover morire da un momento all'altro. Ma andrò sino in fondo, -Ma tra poco starò meglio.-. Non raccolgo il revolver, non ne ho il tempo. Devo sfruttare il momento, finché ancora posso farlo.
Dredgen Vaenn si alza dal suo riparo. Spara due colpi verso Neyma per costringerla a riparasi poi si abbatte su di me. Pugni. A gragnola. Il primo lo paro, il secondo no. E neppure il terzo.
Il maledetto mi affera una mano e torce in direzione opposta. Crack!
La mano sinistra é andata. Non persa, solo rotta. Ma col cavolo che mi arrendo.
Estraggo il coltello con la mano buona.
-Ultimo ballo, Shirke.-, dico. Lui ringhia e mi carica.
Colpisco dove posso ma il bastardo é corazzato. E pure bene. Il mio coltello non trova appigli.
-Sei già morto e non lo sai. Così come é morta anche lei.-, dice Vaenn.
-Fai del tuo peggio.-, ringhio mentre gli sferro un calcio. Questo lo sente. Poi tocca a me sentire qualcosa: vengo praticamente percosso come una bistecca da frollare.
. Il resto é solo dolore, sangue. La sensazione di almeno un paio di denti rotti. Costole frantumate e lesioni varie.
Non mi tengo in piedi. Percepisco che Hara vorrebbe uscire a curarmi. Lo vorrei anch'io.
Ma non esiste.
Dietro di me sento Neyma che combatte contro i Corrotti evocati dai Dredgen.
-Lo senti, Dredgen Mu? Li senti i sussurri? Ti stanno parlando e ti annunciano l'inevitabile fine.-.
Some ride. E anche Vaenn. Io no.
-Perché continuare, eh? Perché resistere? L'Oscurità trionferà. E non c'é modo che tu lo eviti!-, esclama Vaenn. Mi afferra per il collo. Sono troppo debole per impedirlo. Sento il coltello cadermi di mano. Sono sfinito. E tra poco non sarò più niente se non mi riprendo subito.
Ma i muscoli non obbediscono al cervello. Vaenn sorride.
-Ultime parole, Dredgen Mu?-, chiede. Sì. Ce ne sono un paio. E improvvisamente mi ricordo.
Neyma Vas non é l'unica che sa giocare sporco. Mi immergo nella quiete che antecede la fine.
-Il mio nome...-, inspiro, le costole fanno un male boia, -È Akar!-, esclamo.
L'ultimo guizzo di Luce é ultrarapido: la lama da vuoto emerge nella mia mano destra. Trapassa il braccio di Shirke e il Titano grida di sgomento e terrore. Devo finirlo. Fendo la carne e la corazza per ridirigere la lama al petto. E Vaenn non riesce a evitarlo. Muore guardandomi in faccia. Odiandomi per averlo giocato in astuzia.
Crollo in ginocchio accanto al titano morto. È finita? No. Manca Dredgen Some.
Il bastardo mi guarda. A viso aperto mi sorride. Tiene Neyma davanti a sé, un pugnale appoggiato sulla gola della cacciatrice. Una lama rituale dell'Alveare.
-Akar.-, dice con calma lui, -Dredgen Mu... Due lati della stessa medaglia. E sappiamo tutti che entrambi finiranno ora.-. Io lo fisso e basta. Sento un dolore fisicamente inimmaginabile.
-Ora butta le armi. Tutte. O lei morirà.-, dice.
-Morirò comunque! Non farlo!-, esclama l'insonne.
-Certo. Ma la sua morte sarà più pietosa. Misericordiosa. Così invece... Le lame del dolore vengono usate solo se il nemico deve veramente soffrire e credetemi, questa fa soffrire, molto.-, dice Dregen Some. Sospiro. Lascio che le Lame da Vuoto si smaterializzino.
-Sempre molto idealista. Sempre molto stupido.-, dice l'ultimo dei Dredgen.
Poi pronuncia una frase. E un tentacolo di oscurità mi arriva addosso.
Sono esausto. E so già cos'accadrà. Stavolta però non sono indifeso, né impreparato.
Anch'io urlo una parola. Nella lingua che precedette la lingua, grido.
Il tentacolo si ferma. A un palmo dal mio petto. Si cristallizza. Con un secondo ordine gli impongo di ritirarsi. Dredgen Some scuote il capo.
-Non é possibile!-, esclama, -Non esiste!-.
-Colpa vostra. Dredgen Keris avrebbe dovuto pensarci.-, dico. Hara appare e mi cura. Sento le costole guarire. E la mano sinistra tornare apposto. Basta e avanza, per ora.
-Tu non hai idea dei poteri che posseggo! Ti annienterò!-, ringhia Some.
-Io non credo.-, ribatto. Avanzo di due passi. Tre. Poi lo faccio.
Urlo una frase. Una sola. E Neyma Vas scompare. Riappare più in là. Spaesata. Confusa.
Stupita almeno quanto Dredgen Some.
-Quanto tempo hai passato per capire queste cose?-, chiede.
-Troppo. Il Piano Ascendente mi é venuto a noia.-, dico.
Some sfodera l'Aculeo, rapidissimo. Alza l'arma e fa per sparare, ma si ferma. Una figura si materializza dietro di lui. Un cacciatore. Avvolto in un mantello nero, liso. Una leggenda emersa dalle pieghe della storia.
-Giù l'arma.-, dice la figura. Io so chi é. Lo conosco. Neyma Vas lascia cadere improvvisamente anche la sua pistola, temendo improvvisamente ritorsioni. Ne ha ragione, almeno in parte.
Da dietro la Pistola d'Oro, l'uomo parla.
-Ultime parole?-, chiede.
-Eri uno di noi...-, sussurra Dredgen Some. Ha paura. E sa di aver perso.
-No.-, ribatte il Rinnegato. Poi preme il grilletto. Dredgen Some cade a terra, il cranio vaporizzato dal calore rovente sprigionato dalla Pistola d'Oro.
-Tu...-, mormoro io. Sono esterrefatto.
-Io.-, risponde lui, -Hai fatto un bel lavoro.-.
-Parte del piano, no?-, chiedo.
-Ti avevo detto che mi avresti dovuto fare un favore. Keris era solo una parte.-, dice.
-E Neyma?-, chiedo indicandola con un cenno del capo. L'insonne non fa una mossa mentre il Rinnegato si avvicina. La fissa. Poi annuisce.
-Non ho motivo di ucciderla. Come non ho motivo di uccidere te.-, dice.
-Ho usato la magia dell'Alveare...-, dico. So di non essere puro.
-L'hai fatto per salvarla, non per il tuo potere. Non colpevolizzarti. Piuttosto, andatevene. Il tronomondo sta per collassare.-, dice il Rinnegato. Io raccolgo Sentenza, ricarico.
-E tu?-, chiedo io. Hara finisce di curarmi e noto che lo Spettro di Neyma sta curando lei.
-Mi rifarò vivo.-, dice. Poi sparisce tra le tenebre. Poco dopo le statue iniziano a tremare.
Attraversato il portale ci ritroviamo di nuovo nella sala dei sacrifici. Aunor, tre Prassici, il Ramingo, Shaxx e una manciata di Redjack ci guardano. Eccetto loro, ci sono anche diversi Dredgen. Morti. Accatastati in una pila ordinata. I loro Spettri inibiti giacciono poco lontano.
-È finita.-, dico, -Dredgen Some e gli ultimi sono morti.-.
-È una grande notizia.-, dice Aunor, -Noi abbiamo catturato tutti quelli che potevamo. Ci saranno parecchi processi nei prossimi giorni. Già m'immagino le scartoffie...-.
Io e Neyma ci guardiamo. Improvvisamente, entrambi abbiamo paura. Una paura assoluta.
-Abbiamo piazzato cariche su tutto lo scafo. Lo faremo saltare.-, dice il Ramingo.
-Come arena per il Crogiolo non é un opzione.-, concorda Shaxx. Annuisco.
-Allora prepariamoci al Trasmat.-, decreta Aunor.
Vediamo l'esplosione dalla Bright Explorer. L'ultima vestigia dei Dredgen collassa in uno sbocciare di detonazioni interne. È finita. Tutti sembrano festeggiare.
Tranne me e Neyma. Noi sappiamo che ancora non é finita.