Infiltrazione
La Bright Explorer attende in orbita stazionaria, lontana dal raggio dei sensori. Lascio i comandi. Vediamo l'astrosepolcro dell'alveare modificato. Non é una vista piacevole.
Al nucleo principale sono stati aggiunti hangar e altri moduli.
-Bene. Aunor, sei pronta?-, chiedo attraverso il circuito di comunicazione.
-Facciamolo.-, dice la Prassica. Vedo la sua nave avanzare, una classica nave guardiana.
-Ora spero davvero che tu non sia una traditrice.-, sibilo all'orecchio di Neyma Vas.
L'insonne non mi guarda ma continua a osservare quella nave. Quella piccola speranza che la nostra infiltrazione vada a buon fine.
Aunor ha paura. Sa di averne. Si sente la bocca secca. La sensazione di star andando a morire, a morire definitivamente, non aiuta. Respinge quei pensieri.
-Ce la puoi fare.-, dice Bahaghari, il suo Spettro. Lei annuisce. Ce la deve fare.
L'Avanguardia non sa di tutta questa faccenda ed é un miracolo che nessuno abbia ancora detto nulla a nessuno riguardo questo possibile scisma. Chiuderla qui e ora é il solo modo per evitare una lotta tra Guardiani. La posta in gioco é altissima, semplicemente altissima.
-Nave sconosciuta, dichiarare generalità.-, dice una voce.
-Parla Anjali Mhal.-, dice Aunor, la voce sicura e certa, -Vengo a portarvi i saluti di Dredgen Derkes.-. Silenzio. La strega si accorge di star sudando. Tensione, pesantissima.
-Derkes non ci ha parlato di un nuovo adepto.-, dice la voce.
-Non ha potuto. L'Avanguardia l'ha beccata.-, dice Aunor. Silenzio, di nuovo.
La nave di Aunor é lì, ferma grazie ai soli repulsori che la mantengono stazionaria nello spazio. La vedo. Se ora Neyma Vas ci avesse presi in giro, quella nave diverrebbe presto pulviscolo interstellare. E il nostro piano sarebbe definitivamente fallito.
So che stiamo trattenendo il fiato.
-Quindi é morta.-, dice la voce dopo qualche istante, -Lo temevamo.-. Aunor non fiata.
-Porta la tua nave all'hangar 2, Anjali Mhal.-, ordina la voce. La strega tira un sospiro di sollievo. È fatta. Ora sa che arriverà la parte difficile.
-Ricevuto.-, conferma prima di riprendere i comandi. Chiude il circuito di comunicazione.
-Baha, da ora e finché non dovremo piazzare il trasmat, qualunque cosa accada non farti vedere.-, dice. Lo Spettro annuisce e svanisce alla sua vista. La Prassica sospira. Ecco la parte peggiore dell'intero piano...
-Diamole tempo di atterrare. Poi entriamo noi.-, dice Neyma Vas.
-Le brecce sono ancora affidabili?-, chiedo.
-Dovrebbero esserlo.-, ribatte l'insonne.
-Faranno bene a esserlo.-, dice uno dei Prassici.
-Ormai non resta molta scelta.-, dico. Prendo i comandi. Neyma Vas mi guarda. Poi lo dice.
-Andiamo dentro.-. Io sorrido. Vecchia frase usata da alcuni Guardiani. Gergo militare.
-Speriamo di riuscire anche a tornare fuori!-, eslcamo. Lei sorride, per un istante.
La manovra sarà dura. Improvvisamente sento le mani tremare.
-Scansati.-, dice Neyma con decisione. Io scuoto il capo.
-Neanche per idea.-, ribatto. Lei mi pianta uno sguardo duro negli occhi.
-Ascolta, non ho intenzione di tradirvi ma mi sembra chiaro che hai paura. Io conosco questo posto e so dove sono le brecce. Dammi i comandi e abbi fiducia.-, dice.
-Farai bene a non graffiare la mia nave...-, ribatto cedendole il posto.
-Non hai idea di quanto sia brava a pilotare gioiellini come questi.-, dice lei. Sorride. Stavolta é un sorriso vero. Gioioso. A suo modo mi tranquillizza. CI avviciniamo alla breccia.
Lentamente.
L'hangar é simile a quelli della torre. Costruito con pezzi di recupero e si vede. Aunor scende dalla nave guardandosi attorno. Li vede subito. Due Guardiani, anzi due Dredgen. La guardano. Un Exo e una donna. La fissano da sotto i cappucci.
-Anjali Mhal... Porti le nostre vesti e l'Aculeo, l'arma di Dredgen Yor e quella che tutti noi brandiamo in nome di ciò che serviamo. Dredgen Derkes ha dunque compiuto un ultimo sforzo prima che i cani Prassici la azzannassero.-, dice la donna. La strega reprime la voglia di reagire. Di fare a pezzi quel posto blasfemo col fuoco. Annuisce.
-Dredgen Derkes mi ha mostrato le vostre vie. Mi ha detto tutto ciò che doveva essere detto su di esse.-, dice. "Specialmente su come finirà oggi la vostra setta...", pensa.
-Allora la sua morte non é vana. Meritata forse, per l'idiozia di nascondersi tra i nostri nemici, ma non vana.-, proclama l'Exo, -Vieni. Ti mostriamo le tue stanze.-.
Aunor si lascia guidare. I corridoi metallici si fondono con le architetture d'osso, metallo e chitina dell'Alveare. Rune malefiche incise lungo i muri. La Prassica sopprime un brivido.
-Le rune che abbiamo inciso nei muri permettono all'Oscurità di occultare questo luogo. I Vex non ne conoscono l'esistenza, così come la ignorano gli Insonni. I Tanatonauti non potranno mai vederlo nelle loro visioni...-, dice la donna incapucciata.
-Notevole.-, dice la strega mentre pensa che questo spiega perché l'attività di questi Dredgen sia andata avanti tanto a lungo senza interruzioni. Immagina che Akar non ne abbia mai saputo nulla. O forse...
"Forse quando lui é stato scagliato nel Piano Ascendente, loro hanno creato questo posto...".
È possibile. ma alla fine non le importa più di tanto. L'Exo, un Cacciatore, le sorride.
-L'Avanguardia saprà di questo posto solo quando noi lo riterremo opportuno. Ossia tra poco. Derkes ti ha parlato del Piano?-, chiede. Lei, da brava adepta, nega.
-L'Avanguardia é debole.-, dichiara la donna, -Noi non lo saremo. Il Viaggiatore ci ha resi deboli. Noi lo consegneremo all'Oscurità, e in cambio essa illuminerà per noi l'infinito. Diverremo invincibili, Anjali!-, esclama. "E ci condannerete tutti...", pensa Aunor.
-Un piano maestoso, mia signora.-, dice, invece. La donna sorride.
-Anjali, hai già ricevuto il tuo nuovo nome?-, chiede. Aunor improvvisamente se ne accorge.
Le orecchie le sanguinano. Dei sussurri incominciano a mormorare ai margini della sua percezione. Un mormorio insensato. S'impone di non ascoltarli. Non deve.
-No, mia signora.-, risponde lei, servile. "E prego il Viaggiatore di non riceverlo mai".
-Ah. Allora ascolta i sussurri. Loro ti guideranno al tuo nuovo essere.-, le ingiunge l'altra.
-I Sussurri ci guidano. Sono il modo in cui l'Oscurità comunica con noi. Entra in comunione con loro. Divieni ciò che devi essere.-, dice l'Exo.
Intanto sono arrivati a una serie di porte. La donna le indica una stanza. È oltremodo spartana. Una stuoia che fa da letto e nient'altro. Pare quasi più una prigione.
-Non c'é spazio per le comodità. L'evoluzione non lo concede. E non ti considererà se ti concederai la benché minima comodità.-, dice la donna. La strega annuisce.
-La cerimonia per i nuovi adepti avverrà tra poco. Sei fortunata, Anjali. Presto avrai un nuovo nome e potrai ascendere... Insieme a tutti noi, diverrai parte di qualcosa di più.-, dice l'Exo.
-Sino ad allora medita. Saremo noi a venirti a chiamare.-, dice la donna.
La lasciano lì, in mezzo la fortezza del suo nemico, in una stanza che é più di una prigione.
È un vero inferno. Dannazione fatta luogo.
Aunor non può fare a meno di chiedersi se gli altri se la stanno cavando.
-Non credevo che la mia nave potesse fare cose così...-, sibilo io. Neyma ha appena fatto compiere un giro di duecentosettanta gradi alla nave. Abbiamo quasi sfiorato un sensore ma l'insonne é stata abile. Siamo dentro. A distanza di trasmat.
-Aunor dovrebbe darci il segnale, no?-, chiede la Cacciatrice. Annuisco. Dovrebbe.
Se tutto va bene. Se non é già morta.
Fingere di meditare é facile. È ignorare i sussurri che é difficile.
Aunor desidererebbe moltissimo poter perdere l'udito ma ha la strana impressione che li sentirebbe ugualmente, in qualche modo. E non va bene.
Tiene chiusi gli occhi, cercando disperatamente di pensare a qualcosa. Qualunque cosa.
Che non siano quei dannati sussurri. Espira sapendo di essere tutto fuorché rilassata.
Vorrebbe urlare ma non può. Piangere sarebbe più umano e forse altrettanto malvisto.
Vorrebbe poter comunicare ad Akar e agli altri di iniziare l'attacco, ma non può.
È bloccata. E deve aspettare che le cose cambino mentre un universo di odio assalta la sua sanità mentale. Sente delle lacrime pungerle gli occhi.
-Aunor!-, esclama la voce ai margini della sua coscienza. La Prassica cerca disperatamente di non darle retta. Non vuole. Non può. Ma il dubbio si fa strada.
Quei sussurri la conoscono? Forse. E se la conoscono possono in qualche modo avvisare i Dredgen? Se la risposta ad ambedue le domande fosse sì, che speranza avrebbe il loro piano? La strega cerca di non pensarci. Deve resistere. Deve!
"Io sono il fuoco. E il fuoco brucia.", pensa.
-Tu non sei che una candela nella notte. E conoscerai l'Oscurità-, ribatte una non-voce dai margini della sua coscienza.
"Tu vuoi fare di me il male. Non puoi.", controbatte lei.
-Il male e il bene sono concetti morti, permettono l'avvento della stasi. Cerca l'evoluzione, diventa ciò che sei nata per essere. Non limitarti...-, sussura la voce. Ora é suadente.
"Non diverrò ciò che non sono. Sono Aunor Mahal, serva della Luce, membro dell'Ordine Prassico. Sono una Guardiana. E non sarai tu a farmi tradire ciò che sono.", replica la strega.
-Tradire é un punto di vista. Un concetto morto. Il tradimento esiste solo nelle menti limitate. Liberati, Aunor Mahal, Dredgen Karma.-, quel nome, quell'ultimo nome é come un'affondo.
La pressione é enorme, come se la testa di Aunor Mahal fosse schiacciata in una morsa.
E improvvisamente, incurante di tutto e tutti, al limite, la bocca della Prassica si apre in un urlo viscerale che é espressione di dolore e terrore.
-Accetta la libertà. Accetta la sofferenza. Accetta ciò che sei.-, incalza la non-voce.
-Dovrebbe già averci contattato.-, dice uno dei Prassici. Ha ragione.
-Non é così semplice. I novizi hanno un periodo di meditazione da scontare.-, dice Neyma.
-Già. Ma ai miei tempi non era così.-, dico io. L'insonne annuisce.
-Vero. Ma tu, Akar, hai visto che il tuo periodo nel Piano Ascendente é stato notevole. Hai perso diverse cose. I Dredgen sono cambiati. E la tua vendetta ha attirato la loro attenzione.-, spiega. Io sospiro. È una storia che già so.
-E vi sono servito per creare il tronomondo...-, dico.
-Già. Ma anche per altro.-, dice lei, -Ossia?-, chiedo. Ora sì che ho paura.
-Abbiamo capito che non potevamo più contare su gregari come Emsh. I nostri adepti avrebbero dovuto essere lucidi. Avrebbero dovuto scegliere l'Oscurità di loro iniziativa, non perché ormai la Luce li aveva abbandonati.-. Io annuisco.
Aunor é in pericolo. Un pericolo enorme. Un pericolo da cui non possiamo salvarla.
L'urlo é tutto. Lei é l'urlo. Aunor Mahal si sente divorata dall'atto. Non ha mai urlato così. Mai.
-Accetta!-, incalzano i sussurri. Una tempesta di parole urlate. E lei urla. E basta.
Poi, improvvisamente, trova la forza dentro di sé. La Luce é fievole, morente.
Ma c'é. E questo é tutto ciò di cui ha bisogno.
Vi si avvolge, cacciando i sussurri con un grido che di disperato non ha più nulla.
La vampa é totale. Una nova di fuoco e fiamme che brucia il nulla e il tutto di un universo frattale, esistente nella sua sola mente. Quando Aunor apre gli occhi, si accorge del fuoco.
Un anello di fuoco che la circonda.
Energia solare... impreca mentre si rizza in piedi, ignorando le proteste delle caviglie e delle gambe immobili per troppo tempo. Spegnerlo... deve spegnerlo.
Si concentra. Cerca di farlo tramite la mente. E, miracolosamente, il fuoco ascolta.
Con tempismo perfetto, ricade in ginocchio. È esausta. Nessuna prova l'ha mai sfiancata tanto. Scuote il capo. Poi sente bussare. L'Exo entra.
-Ah...-, dice vedendo segni del fuoco.
-Residui della Luce che non voleva lasciarmi, credo.-, dice lei. Sa che é debolissima come difesa. E che se ora lui decidesse di ucciderla lei non avrebbe possibilità di resistere.
-Uhm. Notevole.-, dice l'Exo. Aunor stenta a credere alla sua fortuna.
Onestamente stenta anche a credere di essere ancora in vita. Si guarda.
Le vesti nere sono fumanti. E sente qualcosa in faccia... Si passa una mano sugli occhi.
Sangue, anche dagli occhi... Rischia di fare la fine di Eris Morn? Se lo domanda.
-Mio signore... È stato...-, non trova le parole. E non le sembra giusto dire come le sia sembrato realmente, così tace, assumendo un'aria che ritiene abbastanza estasiata.
-Ti hanno rivelato il tuo nuovo nome?-, chiede lui. Lei annuisce. Sente il cuore battere rapido.
-Dredgen Karma.-, dice. Quelle parole le sembrano veleno. Fiele sulla lingua. Si odia per averle dette ma sa che non c'era scelta. O lei o nessun'altro. Altri ce l'avrebbero fatta?
-Allora, Dredgen Karma, é mio l'onore di darti il benvenuto.-, dice l'Exo.
Aunor barcolla. Non é una finta. È veramente esausta. Le gambe non la reggono. Crolla in ginocchio, frenando la caduta con le mani.
-Rialzati, adepta. La mensa é in fondo al corridio.-, dice l'Exo. La Prassica annuisce.
"È fatta?", si chiede. Si rialza a fatica.
-Questa lotta é la nostra lotta, ciò che ci rende degni di esistere. E le tue urla sono le urla di tutti noi.-, dice l'exo. Lei annuisce di nuovo.
-Il potere assoluto richiede un sacrificio assoluto.-, dice ancora il Dredgen.
"Già, adagio perfetto per la gente senza coscienza", pensa la strega. Si sente male.
-Il tuo Spettro?-, chiede. Dentro di sé, Aunor sente un fremito di timore. "Baha...", pensa.
-L'ho ucciso.-, mente lei. L'Exo la guarda, capo inclinato di qualche grado verso destra. Dubbioso? Forse. Comunque sicuramente non totalmente convinto.
-Capisco. È stato doloroso?-, chiede il Dredgen robotico. Aunor scuote il capo con veemenza. Nota che non sanguina più... Per ora.
-Era patetico. Voleva che mi fermassi. Non capiva.-, dice. L'Exo rimane in silenzio. Annuisce.
-Dredgen Vaenn, Dredgen Some, Dredgen Oes e Dredgen Dune saranno lieti di sentire dei tuoi progressi, Dredgen Karma.-, dice. La strega sorride. Non é un sorriso falso ma non sorride per le parole bensì per ciò che per lei quelle parole significano.
"È fatta...", pensa. Si concede la speranza. Un lusso inaudito.
-Loro sono i nostri maestri, i primi a camminare sul vero sentiero di Dredgen Yor. Come la tua maestra sono puri nella loro oscurità. Fedeli al potere che anche tu imparerai a conoscere.-.
Dette queste parole l'Exo esce. Aunor espira. Respira. Si prende un istante. Lungo.
"Forza. Devi farcela.", si dice. Sì. Sa che deve farcela. Quel trasmat non si attiverà da solo.
Esce dalla camera.
-È morta, oramai ci avrebbe contattati, no?-, chiede Neyma Vas. Io scuoto il capo.
Aunor dev'essere viva. Non ci credo che sia morta.
-No. Devi avere fede.-, dico.
-Ho fede solo in due cose. Il mio braccio...-, la fermo.
-Anche io. Ma non sempre é così facile.-, dico, -A volte devi avere fede in qualcosa di più che te stesso. A volte si richiede di credere in altri. E io credo.-.
-E credi che basti?-, chiede lei.
-Sì. Perché se ce ne andiamo molti altri pagheranno il prezzo.-, dico.
"Un altro passo...". Fatto. "un'altro. Avanti!". Fatto.
-Non ce la farai.-, dice la voce dei sussurri nella sua mente. Aunor sospira. Deve farcela.
È arrivata quasi all'hangar. E nessuno le ha ancora rivolto la parola o fatto domande.
"Un'hangar vuoto. Me ne serve uno...", pensa lei. Poi lo trova. Sorride. Bahaghari si manifesta. Materializza il segnalatore di Trasmat.
"È fatta!". Poi lo sente. Una risata. Ai confini della sua percezione qualcosa sta ridendo. Estrae l'Aculeo, anche se già consapevole di quanto poco serva.
E li vede. Dredgen. Avvolti in cappucci o a viso aperto. Le armi puntate. Sono in dieci.
Aunor valuta rapidamente le alternative: resistere significa morire. Non c'é scelta.
-Coraggiosa, Anjali. O dovrei chiamarti in un altro modo?-, chiede una voce. La Prassica si volta. Eccolo lì. Secondo le immagini dell'archivio, é lui.
Dredgen Some, Varen Tyl, un Insonne. Uno dei fondatori di quella setta di pazzoidi.
-Forse Dredgen Karma. Suona molto bene. Anche più del tuo nome, vero Aunor Mahal?-, chiede. La Prassica sospira. Sente qualcuno avvicinarsi. Non fa una mossa mentre le strappano l'Aculeo di Forsin-2 di mano.
-È stata Neyma Vas?-, chiede. In questo momento non é che abbia molti altri sospetti.
-No. Credevo davvero fosse morta, almeno fino a che la mia talpa non mi ha parlato del vostro piano. Uno dei nostri ha infiltrato l'Ordine Prassico. In gamba, devo dire.-, dice Dredgen Some. La rivelazione é un ulteriore colpo di maglio. Un traditore...
-Perché permetterci di arrivare sino a qui?-, domanda lei. "Tempo. Devo guadagnare tempo".
-Perché non farlo? Sarete un graditissimo sacrificio. Tutti voi.-, dice l'Insonne.
-Tu... eri un Guardiano... Eri uno di noi...-, la Prassica sente la rabbia artigliarle la gola.
-Già. Ora sarò molto più di questo.-, ribatte Dredgen Some, -Coraggio. Chiama i tuoi amici.-.
-Mai.-, replica Aunor. Dredgen Some annuisce. E punta l'Aculeo su Bahaghari.
-Hai fino al tre. Poi faccio fuoco.-, dice.
-Non oserai.-, ribatte la strega. La sola idea di perdere il suo Spettro le é intollerabile.
-Uno.-, scandisce la voce di Dredgen Some. Inconcepibile. Terribile. Ma non può... Sarebbe tradimento. Lo Spettro la guarda. E lei guarda lui. Ci vede tutta la sua vita. Tutta quella vita.
Si odia per il consapevole sentimento di debolezza che la coglie.
-Due.-, il cane dell'Aculeo va indietro. L'arma maledetta é pronta al fuoco.
Una sola pressione e tutto quello che Aunor considera un vero amico, forse l'unico in questa vita, verrà annientato, cancellato, annichilito.
"Cedi o diventa ciò che devi, Aunor.". "Dredgen Karma, la verità é davanti a te", urlano i sussurri. La giovane parla, finalmente.
-No...-, è un sussurro. Poca, pochissima cosa. Un niente. Ma basta. Some sorride.
-Chiamali.-, insiste. La strega ha un capogiro. Vomita. Non ha mangiato granché. Nessuno fa una piega. Nessuno toglie gli occhi o l'arma da lei. Tutti la tengono sotto tiro, pronti.
-Chiamali.-, dice Dredgen Some. Aunor lo fissa. Lo odia. Vorrebbe poterlo uccidere. E vorrebbe poterlo fare ora, con uno sguardo. Ma non può. E non può neppure rifiutarsi.
"Non avremo altre occasioni.", pensa con un assoluta e totale lucidità, "il traditore tra i Prassici dev'essere sicuramente a bordo della Bright Explorer. Possiamo finirla qui... Ovvio, dovremo trovare un modo di liberarci ma ce la possiamo fare. E i rituali necessitano di tempo per riuscire a dovere, che io sappia. Ergo...". Decide.
-Akar... Via libera.-, dice Aunor al comunicatore.
-Visto?-, chiedo. Improvvisamente però ho un brutto presentimento. Mentre il Trasmat viene approntato realizzo che c'é qualcosa che non quadra. Il tono con cui Aunor ci ha dato l'ok non mi é piaciuto. Non mi quadra. Per niente. Scuoto il capo. Estraggo le armi.
Il mio nuovo cannone portatile, Sentenza, é pronto, così come tutto il resto del mio equipaggiamento. Imbraccio la mitragliatrice mentre il trasmat avviene. Lo spostamento é appena un istante. Migliaia di molecole spostate dal punto A al B.
Semplice come un sì. Disorientante al minimo. Per questo anche più scioccante. Siamo circondati. Le figure in nero sono almeno una ventina. Ci superano in numero e sono pronte.
-Merda.-, dice Neyma Vas. È una parola di cinque lettere, ma in questo momento me ne verrebbero in mente migliaia. E nessuna sarebbe altrettanto efficace.
-Ho dovuto.-, sibila Aunor. I Dredgen, attorno a noi ci tengono sotto tiro. E continuano a farlo finché uno dei Prassici non esce dai ranghi. Lo fa con calma. Come se fosse una parata.
Improvvisamente capisco. È lui. È lui il bastardo, non Neyma. È lui che ci ha traditi.
Sguardo fiero, portamento orgoglioso. Lieto. Non é impacciato dal peso di ciò che ha fatto.
-Dredgen Mu... E Dredgen Derkes. Che piacere rivedervi!-, esclama l'Insonne. Dredgen Some.
-Il piacere non é reciproco.-, dico. Neyma resta in silenzio.
-Zennon, come hai potuto?!-, uno dei Prassici rompe le righe. Si avvicina di un passo al compagno traditore, -Eri uno di noi! Un nostro fratello!-, esclama.
-Ero uno dei tanti. Voglio di più. E lo avrò.-, sibila lui. Poi estrae e spara. Un singolo colpo. Il ginocchio del Prassico esplode. Lo Spettro arriva a guarirlo. Con un colpo preciso, Dredgen Some disintegra lo Spettro. Il Prassico resta imbambolato sul posto. Paralizzato dalla paura.
-Traditore!-, ringhia Aunor all'indirizzo di Zennon.
-Dredgen Ennial ha fatto un ottimo lavoro! Infiltrare i Prassici non é stato facile ed é stato ancora più difficile infiltrare questa particolare missione...-, dice Dredgen Some.
-Bastardi!-, ringhia un altro dei Prassici. Improvvisamente mi accorgo di quanto sarebbe stupido protestare. Concentrazione, ecco cosa ci vuole. Aunor la pensa come me, lo vedo.
Il suo sguardo é lucido, concentrato. Forse non calmo ma sicuramente focalizzato a trovare una debolezza da sfruttare nella trappola.
-Ok, gente. Giù le armi. Tutti. O apriremo il fuoco.-, dice Some.
È calmo. Anche troppo. Io sospiro. Poi poso l'arma.
-Ah, Dredgen Mu! Sempre molto diplomatico, vedo.-, mi sfotte.
-Voglio solo pensare che arrendendomi ora dopo potrò ucciderti di persona.-, ribatto.
-Non cambierà nulla!-, esclama Aunor, -Ci sacrificheranno all'Oscurità!-, esclama.
-Già. E sarà un vero spettacolo. La degna fine di due traditori come voi.-, dice Some rivolto a me e a Neyma. L'insonne sorride.
-Traditori... Ora, questa é bella.-, dice, -Credo dipenda molto da come uno la vede, no?-.
-Io credo di no. E credo che nessuno di voi la vedrà in nessun modo.-, dice Some.
Le armi cadono. Lentamente. L'ultima é il Buon Diavolo di Neyma Vas.
-Portateli via.-, dice Dredgen Some. Veniamo lentamente portati via. Sospiro.
"E neanche una maledetta pizza...", penso. Ci dev'essere qualcosa che posso fare. Deve.
Non esiste che mi arrenda così.
Le celle sono strette. Io e Neyma siamo in cella assieme. Ammanettati con le mani in avanti. Possiamo vedere Aunor e un Prassico umano dalla pelle scura davanti a noi, rinchiusi in un altra cella. E i fottuti sussurri che ci fanno sanguinare le orecchie.
-Allora... com'é che avevi detto?-, chiede l'insonne, -Quella storia sulle ultime parole?-.
-Già. Beh, pare che ce l'avranno loro.-, dico. Il mio é appena un sospiro.
-Già. Pare sia possibile.-, dice la Cacciatrice. È calma. Rassegnata?
-Mi spiace aver dubitato di te.-, dico. Lei sorride.
-Anche io faccio le mie scuse. Ma credo tu possa capire perché dubitavamo.-, dice Aunor.
-Già. Ma tranquilli. Vi perdono.-, dice Neyma Vas. Sospiro. Neyma, Aunor...
Moriremo così, uccisi come agnelli sacrificali. I Dredgen sono sicuri di ciò che fanno, anche troppo. Devono aver commesso qualche errore, mi rifiuto di arrendermi.. Mi alzo, controllo la cella. È solida. Anche troppo. Non ci sono falle o errori da sfruttare.
E hanno usato della tecnologia prassica per bloccare i nostri Spettri.
Siamo fottutamente inermi.
-Akar, che numero porti di scarpe?-, chiede Neyma.
-Il...-, mi blocco. Improvvisamente lo sento. Duro e metallico. Freddo. L'Insonne sorride.
-Spero non la sola carta truccata di cui disponiamo in questa mano.-, dico.
-Forse. Come capirai non posso mica rivelarti tutto.-, dice l'insonne.
-Basta e avanza. Hanno già portato via quattro di noi.-, dice Aunor, -Attenti. Arriva qualcuno.-.
Assumiamo rapdiamente una posa disfatta, tipica dei condannati. Curioso che funzioni...
-Ok. Ora toccherà a uno di voi... Anzi a due! Dredgen Mu e il simpaticone che sembra un comico dell'Età dell'Oro.-, annuncia un Dredgen insonne. Io sorrido.
-Come vuoi.-, dico, -Sappi che l'Oscurità mi troverà indigesto.-. Il tizio mi guarda male. Armeggia con le chiavi automatiche sbloccando la mia cella. Mi alzo.
-Spiritoso, eh? Vedremo quanto.-, dice lui.
-Non immagini.-, ribatto io. Mi tira un pugno. Allo stomaco. Incasso male. Mi piego.
-Allora, chi é che aveva problemi di digestione?-, chiede il Dredgen. Ride. Tossisco.
E mi rialzo. Il pugnale compie una rapidissima transizione e lo trapassa allo stomaco. Lui incespica. Fa per gridare. Giro la presa e lo trafiggo alla gola. Niente urla.
Ignoro la contentezza dei fottuti sussurri e prendo le chiavi.
-Tu.-, dico, -Te l'avevo detto che una dieta ricca di ferro poteva essere fatale.-. Libero rapidamente Neyma, Aunor, e gli altri sei Prassici dopo aver ucciso un'umana bionda parecchio muscolosa. Dobbiamo essere rapidi, siamo in territorio nemico, senz'armi e senza Spettri. Una bella situazione di merda...