Capitolo 4: Okinawa
Okinawa. Un posto che avrei sempre voluto visitare, anche grazie a The Karate Kid - Part 2, con il Maestro Miyagi (anche li) e Daniel LaRusso (l'imbecille).
"Riposa in pace, Pat."
L'aria è cosi tranquilla qui. Sarei dovuto venirci già da qualche anno, ma ho sempre rimandato perché tra una cosa e l'altra, non trovavo mai lo spazio per venire. In verità, ora che ci penso, la mia era una scusa. La paura del distacco forse, o la semplice paura dell'ignoto.
<< Tutto bene, Garth? >>
<< Benissimo, Maestro. Che atmosfera. >>
<< Ti piace? >>
<< Moltissimo. L'aria è pulita, c'è tanto verde e la sensazione e che ci si trovi in un luogo inviolabile. >>
<< Hai detto bene: inviolabile. Qui i "problemi" delle città non possono raggiungerci. E' un luogo sacro. >>
<< Dove ci troviamo di preciso? >>
<< Siamo a Ogimi, nel Distretto di Kunigami. >>
<< Bellissimo. >>
<< Vieni con me. >>
Il Maestro mi conduce in un piccolo parco, a pochi kilometri di distanza da qui, dove c'è un laghetto con uno splendido pontile e sullo sfondo, quello che sembra essere un tempietto zen. Ci sono varie carpe koi e alcune alghe nel laghetto. C'è anche un monaco che sta meditando. E' cosi onirica l'atmosfera.
<< Che pace. >>
<< Vieni. >>
Andiamo al tempio zen sullo sfondo. E' di medie dimensioni, ma finemente decorato. Come da tradizione, sia davanti che dietro di lui, ci sono dei torii, i classici cancelli giapponesi di colore rosso, apposti come segnale che si sta entrando in un luogo sacro. Mi avvicino al tempietto. Sulle porticine, ci sono raffigurati Amaterasu, la Dea del Sole e Ebisu, il Dio dei Pescatori.
"Non si tratta di un tempio zen, ma di un santuario shintoista".
C'è un loto, una candela e un libro al suo interno. Mi inginocchio e cerco di sentire l'energia raccolta intorno ad esso. Dopo un po', la avverto... Calda. Intensa. Gialla, come il Sole.
Apro gli occhi per un attimo, e vedo che anche il Maestro si è seduto accanto a me ed è in contemplazione. Rimaniamo cosi per alcuni minuti. Dopo un po', mi alzo e prendo coscienza del qui e ora. Dopodiché mi avvicino di nuovo al Santuario e prendo il libro situato al suo interno. Lo sfoglio.
<< Conosco questa storia, la lessi qualche anno fa su un sito che trattava di Shintoismo. >>
<< Ah si? >> risponde il Maestro, che si è rimesso in piedi.
<< Si, parla di questo ragazzo che ha superato gli ostacoli e affrontato le avversità con sola forza di volontà e il sorriso, un po' come il Dio Ebisu. >>
<< Esatto. Mi fa piacere vedere che ti interessano queste cose. >>
<< Sono sempre stato affascinato dalla cultura dell'est, Maestro. >>
<< Vieni. >>
Lasciamo il Santuario e ci rechiamo a nord-ovest. Nel mentre passeggiamo, mi guardo in giro. Ci sono pochi giovani e molti anziani. Non mi sorprende. Okinawa è rinomata nell'essere la terra dei centenari. Passiamo accanto a quello che sembra essere un mercato all'aperto.
<< Woof, Woof! >>
<< Ehi! >>
Un Akita Inu. Bellissimo. Questi cani sono molto intelligenti, forti e leali fino all'inverosimile. Sono rispettosi e giocosi verso tutti. Io poi ho sempre ispirato sicurezza in qualsiasi cane che mi vedesse, non so perché. Anche i cani più feroci, con me, avevano voglia di giocare e di farsi accarezzare. Nel mentre gioco un po' con l'Akita, arriva un signore.
<< Ehi tu, che stai facendo? >>
<< Non lo vede? Sto accarezzando questo cane. >>
<< Lascia subito Kenji. >>
<< Ah è il suo cane? >>
<< Si. E ora lascialo, Gaijin. >>
Gaijin, in giapponese, vuol dire forestiero o anche estraneo. Non è un bel termine da sentire.
<< Come vuole. >>
Smetto di giocare con Kenji, ma il cane, con la zampa, mi chiede di continuare. Io gli dico di andare dal suo padrone, ma lui rifiuta.
<< Vuole che continui. >>
Senza proferir parola, questo tale si avvicina e prende il cane di forza. Non mi piace.
<< Ehi, lo lasci. >>
<< Sparisci, Gaijin. Tornatene nel tuo mondo di eccessi e consumi. >>
<< Metta giù il cane. >>
<< Il cane è mio, è deve obbedirmi. >>
Senza perdere altro tempo, scatto verso il tizio, ma il Maestro Miyagi mi ferma, mettendomi un braccio davanti al petto.
<< Fermo. >> mi dice, sussurrandomi.
Dopodiché si avvicina al tizio e in un attimo, gli toglie il cane di mano, che scatta come un forsennato verso di me. Il tizio si agita, ma il Maestro Miyagi lo colpisce in pieno petto con un colpo di palmo. Il tale cerca di reagire, ma dopo qualche secondo fugge via, in preda al terrore. Cos'avrà visto? Il Maestro ritorna da me e noto che ha un occhio chiuso. Sento odore di dojutsu.
<< Quel tale può considerarsi privato della sua carne da macello. >>
<< Carne da macello?!? Vuol dire che voleva uccidere questo cane per cibarsene? >>
<< Corretto. >>
<< Pezzo di merda. >>
<< Per te che vieni dal mondo occidentale, è inaccettabile l'idea di uccidere questi piccoli lupi, ma da noi, è la normalità. E' ripugnante, ma è parte della nostra cultura. >>
<< Perché mi ha fermato? >> gli chiedo, mentre metto una mano sul cuore di Kenji, per calmarlo, dato che è visibilmente spaventato.
<< Perché so che cosa hai fatto. >>
<< A cosa si riferisce? >>
<< Alla palestra. >>
<< Come fa a saperlo? >>
<< Mentre dormivi, ti ho letto la mente... e ho visto tutto. >>
<< Ah... >>
<< Sorpreso? >>
<< No, affatto. Però avrebbe dovuto chiedermelo. >>
<< Tranquillo, non riferirò ad anima viva tutto ciò che ho visto. >>
<< Ma perché l'ha fatto? Prima teletrasportarsi in casa mia, poi leggermi la mente. Prima ancora, mettermi la mano sulla fronte senza chiedermelo prima. >>
<< Perché tutti sono abituati a mentire o a distorcere la realtà intorno a loro, in base a come gli fa più comodo. >>
<< Comprendo. >>
<< Proseguiamo? >>
<< Non mi ha ancora risposto: perché mi ha fermato? >>
<< Perché se continui a colpire con cosi tanta foga e rabbia le persone, prima o poi qualcuno morirà, e io non posso permetterti di uccidere qualcuno. >>
Annuisco con la testa, dopodiché proseguiamo verso la meta prestabilità dal Maestro, a me ignota. Kenji continua a seguirmi. Ogni tanto lo accarezzo sulla testa e lui scodinzola. Dopo due ore, finalmente, raggiungiamo la destinazione. Una scalinata enorme, in cui, sulla sommità, si erige un altro cancello torii.
<< Siamo arrivati. >>
<< Bellissima quest'erba al lato. Un po' meno tutti questi scalini. >>
<< Per te che hai fatto palestra per 2 anni ininterrotti, non dovrebbero rappresentare un problema, no? >>
<< Si, ho fatto due anni non stop, ma 10.000 scalini sono sempre 10.000 scalini. >>
<< In realtà sono 7500. >>
<< Ah vabbé, allora. >> rispondo, sorridende.
Il Maestro si fa una piccola risata. Saliamo gli scalini. Kenji mi supera facilmente e si porta più avanti, ma io non ho intenzione di corrergli dietro. Piuttosto, mentre salgo, osservo ciò che mi si para davanti. L'erba come detto prima, è bellissima. Curata e mantenuta molto bene. Ci sono diversi ciottoli di ghiaia a ricoprire parte degli scalini. Vari aceri e betulle, dipingono l'area circostante. Che spettacolo. Sento anche degli uccellini e il rumore di un ruscello. Non deve essere troppo lontano, se riesco a sentirlo sin da qui. Qualche minuto dopo, siamo in cima. Ciò che mi si para davanti è incredibile.
Un piazzale enorme con l'effige di un drago cinese al centro. Quattro piccoli pilastri con sopra delle ciotole di rame (o ottone, non ne sono certo) dalla quale spuntano delle fiamme. Ai lati, due statue. Una raffigura un Drago ed è di giada. L'altra raffigura un Maestro ed è d'argento o forse di diamante, addirittura. Dietro i pilastri, ci sono altre scale. Sento dei canti, in lontananza.
<< Benvenuto al Tempio del Sentiero del Drago. >>
CONTINUA.