Capitolo 3: Partenza
<< Un mio antenato? >>
<< Si. >>
<< Voglio saperne di più. >>
<< Immaginavo, ma per ora, torna a casa e riposa. Cambierà tutto. >>
<< D'accordo. >>
Faccio per alzarmi dalla panchina e rammentando del cane di prima, noto che non c'è.
<< Maestro, dov'è il cane? >>
<< Quale cane? >>
<< Il cane che è venuto vicino a questa panchina poco fa. Era suo no? >>
<< Interessante. >>
<< Cosa? >>
<< Domani. >>
Forse il Maestro pensa che io abbia visto una proiezione astrale, ma dovrei essere intensamente legato a quel cane per riuscire a percepire la sua anima nel piano fisico. A meno che quel cane non era un cane, ma un qualcuno che ha assunto la forma di un cane. Ad ogni modo, saluto il Maestro e salgo in sella alla moto, una Harley, e tiro dritto a casa. Sono le 20.00.
<< Troppo presto per dormire. >>
Mi cucino del riso con dell'olio e guardo un po' di TV. Becco Dr. House. E tre ore, filano via come niente. Ho sempre adorato Dr. House, e non solo per Hugh Laurie, che ha immortalato un personaggio con la sua performance, ma anche per i casi e gli altri personaggi, tra cui Foreman e Kutner, senza dimenticarci di Wilson o della bella Hadley/Tredici. Giunte le 23.00, chiudo tutto e mi infilo sotto le coperte.
Ore Dopo...
11 Gennaio 2020, Ore 09.00.
<< YAWN!!! >>
<< Buongiorno, Garth-san. >>
Sobbalzo. Il Maestro è sulla sedia nell'angolo.
<< Mi ha seguito, Maestro Miyagi? >>
<< No. Mi sono teletrasportato. >>
<< Che cosa? >>
<< Mi sono concentrato su di te e focalizzandomi nel luogo in cui ti trovavi, eccoci qua. >>
<< E può farlo con chiunque? >>
<< Se conosco il volto di questa persona e la sua traccia energetica, si. >>
<< E può teletrasportarsi anche in un qualsiasi luogo? >>
<< Se ne conosco le fattezze, certo. >>
<< Fantastico. >>
Mi alzo dal letto e mi accingo a mettere tutto apposto, ma con uno schiocco di dita del Maestro, tutto torna come prima in un lampo.
<< Deve insegnarmi come si fa. >>
<< Non ti servirà. Dove andremo, non dormirai più su un letto. Dove andremo, non avrai più gli abiti che indossi sempre. Dove andremo, non avrai più bisogno della moto. >>
<< Niente moto?!? >>
<< Si... >>
Rimango interdetto per qualche minuto, poi il Maestro sorride e li capisco.
<< Mi stava prendendo in giro? >>
<< Certo. Io stesso guido una moto, e non potrei mai separarmene. Ma sul resto, non mentivo. >>
<< Sul resto non è un problema, ho sempre voluto provare a dormire a terra sul tatami. E già di norma, vesto monocromatico, come vede. >> gli dico, indicandogli i vestiti appesi sul soffitto.
<< Vedo vedo. Facciamo colazione? >>
<< Volentieri. Cosa gradisce? >>
<< Fai tu. >>
Preparo del thé al limone e alcuni biscotti al pistacchio, alla papaya e al mango. Dopodiché, metto tutto sul tavolo e invito il Maestro a sedersi. La sua tunica bianca è spettacolare anche nella penombra. Nel mentre si avvicina, do un'occhiata in giro. Se stiamo per andarcene da qui, come penso, non tornerò più in questo posto. Non che sia un dramma poi, dato che la casa è un monolocale con una sola parete, che divide il bagno da tutto il resto. Ma è pur sempre casa e negli ultimi anni, ho passato bei momenti tra queste mura.
Il Maestro inizia a mangiare e lo vedo molto compiaciuto.
<< Buoni i biscotti? >>
<< Molto. Sono al pistacchio e al mango, vero? >>
<< E alla Papaya. >>
<< Fantastici. Li hai preparati tu? >>
<< No, li ho comprati in un negozio specializzato. Sono artigianali. >>
<< Molto molto buoni. Dovrò fare una capatina in questo negozio. >>
<< Se vuole la accompagno uno di questi giorni. >>
<< Certamente. >>
La colazione prosegue indisturbata. Al termine, sparecchio e lavo tutto e do una controllata generale alla casa, per vedere se ci sono tracce di sporcizia o disordine. Dopodiché prendo il telefono e chiamo Dan. Andando via da qui, non potrò andare più in palestra, ma alla fine, la cosa non mi preoccupa. Sono sicuro che "dove andrò", la palestra sembrerà una passeggiata di salute. Compongo il numero e chiamo. Dopo alcuni squilli:
<< Pronto? >>
<< Dan? >>
<< Ciao, Garth. Cosa vuoi? >>
<< Volevo solo avvisare che non verrò più in palestra. >>
<< Beh forse è meglio cosi. >>
<< In che senso? >>
<< Se tu oggi venivi, ti saresti trovato contro le famiglie di Zack e Trevor. >>
<< Nulla di preoccupante. >>
<< E i loro avvocati. >>
<< Nuovamente... >>
<< Senti non ricominciare. Piuttosto, fammi segnare che hai deciso di smettere di venire, che dopo segnalo e il sistema provvederà a rimuoverti. >>
<< Senti, ma Jack? Come sta? >>
<< E' qui, vuoi che te lo passi? >>
<< No no, voglio solo sapere come sta? >>
<< Ti ha cercato tutto il pomeriggio e la sera, ieri. Dov'eri? >>
<< A meditare. >>
<< Ah ecco. >> mi risponde, con il tipico tono di chi sbeffeggia tali pratiche.
<< Attento Dan. >> gli rispondo io, a sottintendere di non mancarmi di rispetto, rammentadogli cosi che quello che ho fatto a Zack, posso farlo benissimo anche a lui.
Silenzio per qualche secondo. Ha capito. Poi sento un frastuono... come se qualcuno avesse appena levato di mano il telefono a Dan. E difatti...
<< GARTH?!? >>
<< Jack. >>
<< CAZZO BRO, MA DOV'ERI? ANCORA CON QUELLE PUTTANATE DI MEDITAZIONI? >>
<< Attento Jack. >>
<< TUTTO IL POMERIGGIO E LA SERA A CERCARTI E NULLA. MA AVEVI SPENTO IL TELEFONO? >>
<< Calmati. >>
<< ERO PREOCCUPATO. >>
<< Calmati. >>
Le sue urla mi stanno facendo spazientire e contemporaneamente, facendo salire la cefalea. Io capisco che a causa dei fatti di ieri, è lecito preoccuparsi enormemente per qualcuno, ma dannazione, c'è modo e modo per esternare i propri timori.
<< Scusami. Dove sei ora? Vediamoci, cosi ne parliamo. >>
<< Perdonami Jack, ma sto partendo. >>
<< Partendo? E per dove? E la palestra? E Jessica? E la moto? >>
<< Il dove non ti riguarda. La palestra era da tempo che volevo smettere di venirci, siccome che anche a casa continuavo con gli esercizi. Jessica... non importa. La moto la porto con me. >>
<< Vediamoci, Garth. >>
<< Addio Jack. >>
<< Gar... >>
Chiudo bruscamente la chiamata.
<< Perché stai chiudendo tutti i ponti? >> dice il Maestro Miyagi.
<< Credo che il suo parlare di ieri, non sia solo un semplice "scoprire" il perché io abbia visto quello che ho visto. Credo che si tratti di iniziarmi al Sentiero. >>
<< Acuto. Molto bene. >>
<< E credo che lei faccia parte del Sentiero, dico bene? >>
<< Corretto. >> risponde, sorridendo (anche se il sorriso cerca di nasconderlo sotto i baffetti bianchi).
Sbrigo le ultime faccende in casa, come cambiare password al pc, chiudere tutto a chiave, bloccare il telefono, etc, dopodiché mi vesto. Sono pronto.
<< Pronto? >>
<< Si, Maestro. Ma una cosa prima. >>
<< Cosa? >>
<< Potrebbe, come dire, sigillare la casa? Cosi che rimanga intatta e nessuno possa entrarci, me escluso? >>
<< Si può fare. >>
Usciamo dalla casa e sul ciglio della porta, il Maestro pratica una serie di posizioni con le mani: serpente, scimmia, gallo, cavallo, tigre. Un ninjutsu.
<< Ah! >> afferma, appoggiando con forza la mano alla porta, per poi aggiungere << Tutto apposto. La casa ora, resterà sospesa nel tempo. >>
<< Grazie, Maestro Miyagi. >>
<< Dammi la mano, Garth-san. >>
<< D'accordo. >>
E nel momento in cui gliela do, instantaneamente ci teletrasportiamo via. Smaterializzazione. Un istante dopo, siamo in una tranquillissima stradina molto alberata e con il mare che si scorge tra le foglie. Vedo un risciò con a bordo due persone passarci accanto, cosi come un pescatore con addosso un sugegasa, il tipico cappello di paglia a forma triangolare giapponese, che sta trasportando del pesce appena pescato in un cesto di vimini. L'aria che si respira è molto pulita e la sensazione generale è di star trovandosi in un luogo dove la frenesia della città non può mettere piede.
<< Benvenuto in Okinawa. >>
CONTINUA.
Akar
Ottimo. Anche meglio di quanto credessi