Cercando, pensando e arrestando
Sera. Piove. La Città sprofonda nel languore, attende che la pioggia smetta. Il Viaggiatore, appena invisibile a causa delle nubi, pare attendere. E io sono seduto al bar. A sbronzarmi.
-Un altro.-, dico. l'oste, un asiatico con un grembiule nero, mi fissa.
-Sicuro?-, chiede. Io annuisco. Sono ancora padrone di me. E grazie allo Spettro potrei bere fino ad andare in coma etilico e non cambierebbe nulla. Risorgerei ancora. La bevanda arriva. Pago in Lumen. Non costa granché.
La prendo. È fredda. La bottiglia é in ceramica, una cosa che ho imparato ad apprezzare, insieme a ciò che contiene.È Saké. Prodotto da una filiale della Daito.
Sospiro. Hara mi si materializza accanto.
-Su, non ti pare di aver bevuto abbastanza?-, chiede. Io scuoto il capo.
-Guarda che se vai avanti dovrò riportarti indietro. E questa volta, i postumi della sbornia te li lascio.-, minaccia. Scrollo le spalle. In questo momento, sarebbero una benedizione.
Guardo la Città. L'ho vista sorgere, ho lottato per lei, sono letteralmente morto per lei.
Ho perso amici, fratelli, per lei. Ho perso una compagna, per lei.
-Quando fai così é perché dubiti, vero?-, chiede Hara. Io annuisco. Faccio cenno all'oste di lasciarmi da solo. Non voglio che senta ciò che sto per dire.
-Quanti anni sono, ormai? Quanti dal mio primo ritorno?-, chiedo. Non aspetto risposta.
-In tutti questi anni ho dato tutto, senza mai risparmiarmi. E ho visto morire quasi tutti quelli a cui tenevo.-, mormoro. Lo Spettro annuisce contraenodsi.
-Ma l'hai fatto per uno scopo più alto. Questa Città e questa gente devono la loro sopravvivenza anche a te.-, osserva.
-Beh, ok. Peccato che la loro sopravvivenza mi abbia proprio rotto. Peccato che ogni mio ritorno qui ci sia sempre quella sensazione. Da quando Cayde-6 é morto, questa Città porta il peso di un lutto inconsolabile. Anche ora.-, ribatto.
-E tu sei ancora qui. Avresti potuto andartene...-, dice Hara.
-Già. Forse perché alla fine sento giusto restare. Ma non trovo giusto continuare a languire in questa maniera.-, ingollo un sorso, -Insomma, il Ramingo ci ha offerto una possibilità diversa. Poi sono arrivati questi nuovi Dredgen... Degenerati.-.
-Te ne sei accorto in tempo.-, dice lo Spettro. Già. Ha ragione. Ho rischiato di diventare così.
E sono stato fermato proprio da uno di loro, assurdamente. Sorrido. La cosa é divertente.
O forse é solo l'alcool... Bevo di nuovo. Le luci della Città sotto di noi brillano.
Sento improvvisamente un grido. Lord Shaxx che sta strapazzando qualche nuova recluta.
-Ho rischiato. Ma sono stufo. Stufo di vedere amici morire. Di vedere Guardiani finire come... il Prassico di oggi.-, dico. Mi riferisco allo stregone insonne che si é beccato un colpo fatale da un Aculeo potenziato. È morto senza neppure poter essere salvato.
-Gliel'hai dato?-, chiede Hara. Si riferisce all'Aculeo potenziato.
-Lo sai.-, rispondo. Lui annuisce.
-Glielo darai?-, chiede. Annuisco. Non intendo tornare ad essere quello che ero.
Sono migliore di così. Ma anche se fossi il migliore di tutti i Guardiani della Città il senso di certe morti mi schianta. No, non é il senso a schiantarmi. È la morte in sé.
Molti dei Rinati avevano età varie ma sempre verso la trentina-quarantina d'anni, salvo casi eccelsi e sempre a discrezione dei loro Spettri. Ma ultimamente ne arrivano parecchi che hanno appena trent'anni. Giovani. Io sono stato riportato indietro che ne ho trenta. E ieri ne ho visto uno che ne aveva ventotto, all'apparenza. E so che era un Guardiano.
Un ragazzino, caricato da un simile fardello. Dio...
E la morte definitiva... rabbrividisco. Non riesco, proprio non riesco a trovarci un senso.
Gente nel fiore degli anni (fisicamente parlando) stroncata così, per combattere nemici attirati da una sola cosa. Guardo il Viaggiatore. La pioggia é finita.
-Perché non fa niente?-, chiedo ad Hara, -È sveglio. E tutto quello che ha fatto é stato darci dei nuovi poteri. Non ha fatto altro. Ma siamo in questa guerra anche a causa sua, anzi...-. Lo Spettro mi si para davanti. Pare arrabbiato.
-Lo giudichi senza sapere.-, dice. Io m'incuriosisco.
-E tu ne sai di più?-, chiedo. Lui fa quello che interpreto un cenno di diniego.
-No. Ma so che devi avere fede.-, dice.
-Fede... l'ho mai avuta?-, chiedo. Hara lo sa bene.
-Nel tuo braccio. Nelle tue azioni. In te stesso.-, risponde. Annuisco.
-Già.-, dico.Lo Spettro mi fissa. Assolutamente deciso.
-E questo é il motivo per cui ho scelto te.-, dice. Prendo un sorso. Passi. In corsa.
-Aunor?-, chiedo. I passi si fermano. Poco distante. Hara si espande. Mi cura.
Ovvio. Non sarei presentabile da brillo. Mi volto. Eccola qui. Le porgo la bottiglia.
-Ho un idea.-, dice la strega. Ha corso sotto la pioggia ed ha saltato i convenevoli. Non mi ha neppure chiesto dell'Aculeo che ho preso e ha ignorato il saké. Dev'essere la pista giusta.
Richiamo l'oste dicendogli che per oggi ho finito di bere.
-Ho cercato più volte qualche immagine dei Dredgen nello Spettro di Forsin ma non c'é nulla. Poi ho passato al setaccio il suo diario. Annotazioni varie sul Crogiolo, su Azzardo. Su di sé poco ma sui Dredgen... Si menziona una Guardiana. Neyma Vas.-, dice Aunor. Il nome non mi dice proprio nulla. Ma dev'essere quella che era presente quando Forsin ha ucciso il suo Spettro, tagliando il suo legame con la Luce.
Stiamo andando verso la Succursale. La pioggia é finita ma nell'aria c'é ancora umidità.
-Le esequie per Keni si terranno domani. Ma noi non ci saremo. Gli porgeremo i nostri rispetti in altri modi.-, dice mentre scendiamo le scale. So dove stiamo andando.
Il Ramingo solleva gli occhi da un pezzo di dubbia tecnologia con cui sta maneggiando.
-Ah. Ancora voi.-, dice. Non é felice di vederci e si vede.
-Neyma Vas. La conosci?-, chiede Aunor.
-Nah, sorella, come ti ho già detto non tengo registri. Non sono mica Shaxx.-, risponde.
Poi la vediamo. Un ombra. Una figua avvolta da un mantello nero. Ci punta addosso un fucile. Evidentemente il Ramingo ha deciso di prendere le sue precauzioni.
E questo vuol dire che ha paura.
-Ordine Prassico. Ti sconsiglio di fare quel che vorresti.-, dice Aunor estraendo il Sigillo del Cormorano. Il Guardiano in nero annuisce a un cenno del Ramingo. Si fa da parte.
-Ascolta, é una cosa importante, l'intera Città potrebbe...-, Hara si ferma quando si accorge che il Portatore di Luce ribelle non sta ascoltando una parola. Io annuisco. Aunor fa per parlare. La fermo. Avanzo di un passo.
-Potrà non fregartene nulla, ma la Città é comunque un rifugio, anche per te. E io credo che, se il tuo amico lì é affidabile, sicuramente non vale lo stesso per questi nuovi Dredgen. Io credo che a suo tempo diverrai inutile per loro. Io credo, anzi sono sicuro che quando accadrà verranno a cercarti. E i tuoi corrotti ammaestrati non serviranno a niente.-, dico.
-Ho altro.-, dice il Ramingo. È elusivo, evita di guardarmi in faccia. Ha paura? Forse
-Ma preferisci non usarlo.-, contitnuo io, -Insomma, meglio non attirare l'attenzione. Già i Prassici ti stanno col fiato sul collo... Se in più scateni qualcosa che possa far attirare l'Uomo con la Pistola d'Oro...-. Interrompo la frase.
-Ha ben altro a cui pensare.-, ribatte il Ramingo.
-È già vicino. E si avvicinerà anche di più se dai nell'occhio.-, rincara la dose la strega.
Silenzio. Poi il Ramingo annuisce. E in quel preciso istante, il Guardiano in nero agisce.
Alza il fucile. Io mi butto a terra, Aunor cerca copertura. Il Ramingo invece estrae.
È rapidissimo. Il cannone portatile spara un singolo assordante colpo. La raffica del Guardiano impatta contro il soffitto mentre va giù. Colpo letale. Alla testa.
-Ok. Ora fatti vedere, piccolo spettro...-, sussurra. Io mi alzo. Aunor fa lo stesso. E gli abbassa l'arma. Il Ramingo la fissa, interdetto e scocciato.
-Giurisdizione dei Prassici.-, dice la strega. Scontro di volontà per un secondo. Lo Spettro appare. Fa per espandersi e resuscitare il suo Guardiano. E un impulso ad arco lo paralizza.
-Fammi solo un favore, sorella: fallo sparire da qui, se proprio devi portarlo dentro.-, dice il gestore di Azzardo. Lei sospira. Mi fa cenno di aiutarla. Trasportiamo il guardiano fuori dalla Succursale e lo adagiamo in una via prima di chiamare i Prassici.
-Ci aggiorniamo più tardi, fratello.-, dice il Ramingo tramite il circuito di comunicazione del mio Spettro. Annuisco. Va bene così.
Il Guardiano, tale Derricote, é pulito, quasi. Un cacciatore, Assiduo frequentatore di Azzardo e decisamente un fan del Ramingo, ha commesso l'errore di farsi corrompere da una Guardiana chiamata Neyma Vas. Una insonne, una cacciatrice anche lei. E una dei Dredgen.
Non é sceso tropo nei dettagli su come si sia fatto convincere ad aprire il fuoco su di noi ma va bene così. Aunor e i Prassici lo torchiano per un ora buona prima di ammettere che non ha niente d'importate da dire. Derricote sarà imprigionato in attesa di giudizio. La cosa non mi riguarda. E sebbene Aunor voglia compiere il suo dovere di Prassica fino in fondo, sappiamo entrambi che non vuole perdersi l'incontro col Ramingo.
Comunque il manifesto pentimento di Derricote deporrà a suo favore, per quel che importa.
Ora sappiamo che non possiamo fidarci di nessuno. Guardiani o no, tutti sono corruttibili, manipolabili. Tutti sono nemici.
Arriviamo alla mia nave. La Bright Explorer (ho scelto il nome in inglese perché fa figo) é una nave vecchio stile. Risale all'Età Oscura, appena prima che la Città iniziasse a diventare quello che é oggi. L'ho dovuta aggiornare, riparare e migliorare un sacco di volte.
-Verso il Relitto, quindi?-, chiede Aunor. Annuisco.
-Credi che il Ramingo ci aiuterà davvero?-, chiede Hara.
-Non abbiamo altre piste.-, mormoro. E so che é vero. Non c'é nessun'altro a cui chiedere o altro posto in cui cercare. Decolliamo.