Forsin-2
La ZDI non é la Zona Disabitata Indonesiana (anche perché, a seguito del Crollo, un Indonesia per come era conosciuta prima non esiste più). Non é nemmeno inerente all'India, che però a un altro nome. La ZDI é la Zona Devastata Indocinese.
Perchè questa dicitura? Me lo sono chiesto anche io. Una fortuna che oltre allo Spettro ci siano un sacco di altre persone dispostissime a venirmi incontro nel chiarire questo dubbio.
Quando é avvenuto il Crollo, alcune regioni del pianeta sono state devastate. L'umanità era sull'orlo dell'apocalisse, anzi, anche oltre.
La ZDI fu tra quelle regioni che si trovarono ben oltre l'orlo della fine.
Io non so precisamente cos'é successo, ma dopo averla sorvolata più volte, ho potuto determinare con assoluta certezza che le mappe precedenti al Crollo e risalenti all'Età dell'Oro non sono neanche lontanamente somiglianti a com'é finita l'Indocina.
Al resto dell'Asia é andata ancora bene. Più o meno. Ma l'indocina...
Laos, Cambogia, Thailandia, e Vietnam. Quegli stati, o meglio, i territori su cui anticamente sorgevano semplicemente non esistono più. C'é un'isola grande circa come la Città che però é talmente coperta di giungla da rendere impossibile anche solo l'idea che sia abitata. Il pezzo di terra ancora attaccato al continente invece é cosparso di monti e vallate brulle. Come ho già detto, non so cosa sia successo durante i secoli bui prima della mia rinascita ma sono certo che qualcuno abbia provato a difendersi dall'Oscurità. E sia finito malissimo.
Un'esplosione nucleare? Possibile. O forse anche peggio?
In ogni caso, le tracce di Forsin-2 portano laggiù. Hurrà...
Aunor stavolta ha scelto di mobilitare qualcuno dei suoi per supportarci. Un Insonne dal viso appuntito. Non mi dice il suo nome. Forse non si fida. Naturale. Comunque, durante il viaggio verso la ZDI, la strega mi rivolge la parola.
-Allora Akar, cosa ci dobbiamo aspettare?-, chiede.
-Giungla. Ettari ed ettari di giungla.-, dico, -Se ricordi avevo detto che qui da queste parti avevo sconfitto Merkh. Beh, era su quella maledetta isola.-.
-Quindi é là che Forsin si sarà accampato.-, dice l'insonne. Non é una domanda.
-Prepararsi al Trasmat.-, dice lo Spettro di Aunor.
Un bagliore e la sensazione di evaporare e poi tornare solido. Ed eccoci.
-Welcome in the jungle...-, dico quasi a voler fare una battuta. In effetti lo é: gli alberi sono parecchio più alti di noi. In lontananza si sente un uccello. Un verso bizzarro, di cui non ho memoria. Aunor muove un paio di passi. Poi guarda a terra.
-È un terreno dell'Alveare.-, dice notando il terreno. Io annuisco.
-Lo era. Ho ucciso Merkh, il Re senza Corona e sua moglie, la Regina Ek Yus.-, la correggo io.
-Il terreno é sicuro. La presenza dell'Alveare é ormai dissipata.-, dice lo Spettro dell'Insonne.
-Ok. Ora, dove potrebbe essersi recato Forsin?-, chiede Aunor
-Dove ho ucciso Merkh e Ek Yus. Alla Soglia della Profanazione.-, dico.
-Cos'é?-, chiede l'insonne. È uno stregone come Aunor ma brandisce una mitraglietta ed é agitato. La sua prima missione? Forse. In tal caso dovrò fare un discorsetto alla strega se sopravvivremo. Non si mandano dei novellini in missioni come questa.
-È un baratro. Un pozzo largo quasi un chilometro.-, dice la Prassica. Io la guardo stupito.
-Non sei mica l'unico che ha esplorato questa zona.-, mi dice. Annuisco. Fa caldo.
-Andiamo.-, dico. Siamo rimasti fermi anche troppo a lungo.
Marciamo per due lunghissime ore. Poi il suono. "Non é possibile.", penso mentre ordino agli altri di fermarsi. Imbracciano le armi. Un bene, perché il suono si ripete. Moltiplicato.
-Corrotti.-, dice Aunor. L'insonne passa all'azione direttamente: appena il gruppo di esseri composti di oscurità ci si avventa addosso, lui spara. Raffiche controllate. Colpi in zona alta, disciplinato. Ma non basterà. Finisce le munizioni. E a questo punto tocca a me.
Contro esseri simili c'é solo un'arma veramente efficace. Ed é la Luce.
Estraggo le lame da vuoto da foderi invisibili, plasmando la loro forma in un istante.
Quello successivo due di quegli esseri vengono falciati. Piroetto su me stesso abbantendone un altro e un quarto. Poi arrivano i grossi. Accoliti. E Legionari Cabal corrotti. Sparano.
La giungla viene stravolta. Un albero cade. Sento l'insonne urlare in modo incoerente.
Continuo a colpire. Abbatto un Cabal e poi lo vedo. Un Cavaliere. E lui vede me.
La mia Luce oscilla, s'indebolisce. Le lame svaniscono.
Balzo all'indietro. E va bene... Dovrò fare all'antica. La mitragliatrice mi compare in mano. Spunto dalla vegetazione aprendo il fuoco. Corrotti che cadono. Il Cavaliere ondeggia ma cala ugualmente la sua lama su di me. Balzo via. Atterro proprio davanti a un'altro cabal corrotto.
Blam! Lo neutralizzo con l'ultimo colpo. Lascio la mitragliatrice. Sarà Hara a recuperarla se sopravviveremo. Estraggo la pistola. Altri due legionari a terra.
Dove diavolo sono Aunor e quell'altro? Il Cavaliere mi arriva contro. Fende l'aria davanti a sé.
Stavolta mi centra. La sensazione é di venire tagliato in due. E dura poco. Poi vedo tutto dall'alto. Vedo Hara comparire. E il Cavaliere alza una mano. Hara si blocca. Ecco, é finita.
Perso lo Spettro, svanirà anche la mia possibilità di tornare...
Improvvisamente una vampa di fuoco incendia il Cavaliere, seguita da altre due. Aunor.
La Prassica appare nel mio campo visivo. Si pone davanti al Cavaliere, brandendo una spada.
Un'arma da stregoni, poco ma sicuro. Evita un fendente e contrattacca. Hara intanto si espande. La vampa di luce mi rianima. Faccio un gran respiro. L'altro? Dov'é?
Poi lo vedo. Copre sia me che Aunor, abbattendo i nemici che si avvicinano. Ottimo lavoro.
Estraggo il revolver e sparo tutti i colpi. Il Cavaliere ondeggia. È ferito.
E Aunor colpisce. Un singolo fendente che seziona quel nemico. Siamo soli. È finita.
-Grazie.-, dico, -Ti devo un drink.-.
-Non mi devi nulla.-, ribatte la strega. Annuisco, pensando che molto probabilmente alla fine di tutta questa storia mi farà comunque internare dai Prassici. È solo un presentimento ma c'é.
Ricarichiamo e avanziamo sino a uno spiazzo. Erba bruciata. La vegetazione ha lasciato il posto al puro nulla. L'insonne si guarda attorno, nervoso.
-È qui che li hai uccisi?-, chiede infine. Io scuoto il capo.
-Qui c'era un loro secondo in comando. Ho dovuto usare roba pesante.-, dico. Poi la vedo.
Una tenda. E i resti di un fuoco da campo. Forsin era qui. Fino a poco fa, quantomeno.
Aunor si avvicina. Rovista nella tenda. Poi si alza. Ha in mano un diario. Un quaderno spiegazzato, sporco e mal messo. Dev'essere una sorta di diario.
-È il diario di Forsin-2.-, dice lei. Apre il diario su una pagina in mezzo e legge.
-Mi ha riportato indietro e nemmeno capisco il perché. Battaglie su battaglie... per l'umanità, dice. Ma perché poi? Siamo già morti e lo sappiamo bene. Il Ramingo ha detto chiaramente che non gliene frega nulla. Forse dovrei fare così.-.
Annuisco, come a dirle di continuare. È probabile che Forsin si farà vivo, comunque sappiamo dov'é ma il diario può esserci utile.
-Dredgen Keris e Derkes mi hanno accolto. Ho accettato il mantello e ho cominciato a comunicare con i sussurri. Li sento. Mi parlano. Quando stringo in pugno l'Aculeo é come se cercassero di comunicarmi qualcosa... Una nuova via. Per chi ne sarà degno.-, la voce di Aunor si conclude. Io annuisco. Certo, accedeva anche con me.
-L'Uomo con la Pistola d'Oro sta arrivando. Maledetto Rinnegato. Non capisce e non vuole capire. Il Ramingo ne ha paura, ne sono certo. Ma io no. Troverò il modo di batterlo al suo stesso gioco. Keris aveva poteri che io non ho. Non ancora. Ma se seguo i sussurri...-.
La nota s'interrompeva lì. Aunor voltò la pagina. Riprese.
-È fatta. Ho ucciso il mio Spettro. Da qui non si torna indietro. Per l'Avanguardia ora sono un senza-luce, forse un traditore. Ma non m'importa. So che in un luogo della ZDI si nasconde ancora qualcosa. Echi e vestigia del potere che cerco. Il rito é chiaro nella mia mente. Se riuscirà, tutti i Guardiani dovranno riconoscere che io avevo ragione e che questa é la via giusta. Derkes mi ha lasciato. Dice che potrebbe essere più saggio separarsi. Dice che i Prassici ci stanno alle costole. Io dico che si fa troppe paranoie. Dice che uno dei nostri ha tradito. Io non ci credo. Per me cerca solo di evitare che io porti a termine il mio piano...-.
-Questa era l'ultima annotazione.-, dice Aunor.
-Evidentemente Forsin appartiene a quella rara percentuale di Guardiani che ha perso la speranza.-, dico, -Comunque non ha importanza. Sappiamo dov'é e non manca molto. Forza.-.
Apro la fila.
La giungla finisce all'improvviso. Poco avanti a noi c'é la Soglia.
Un burrone chilometrico. È impressionante vederlo ora. Anche Aunor e il nostro alleato rimangono attoniti alla vista di quella voragine. Poi lo vedo. Un bagliore noto.
-Cecchino!-, grido buttandomi a terra. Ho salvato la vita a tutti. Il proiettile si conficca nel tronco dell'albero dietro all'insonne, ora disteso a terra, come tutti noi. Temporaneamente fuori tiro.
-È Forsin.-, dice Aunor. Nessun bisogno di accertarlo ulteriormente.
-Già.-, rispondo io. Hara mi fa materializzare in pugno il mio fucile da cecchino. Alzo appena la testa. Lo vedo. E lui vede me. Istanti sul filo. Sparo. E spara anche lui.
Lui va giù. Io sono ferito alla spalla sinistra. Poco importa.
Avanziamo tutti e tre. Rapidamente. Se é vivo lo vogliamo interrogare, e questo mi pare un intento comune. Ma io lo voglio morto. Perché sono certo che, se sarà vivo, non si arrenderà. Che non abbia più lo Spettro non vuol dire nulla.
-Dredgen Mu. Sono sorpreso dalla tua tenacia.-, dichiara la voce dell'Exo. Non rispondo.
-Un altro si sarebbe nascosto. Avrebbe evitato lo scontro. Avrebbe chiesto protezione ai Prassici. E invece tu sei qui. Mi stupisci.-, ancora non rispondo.
-Sei stato uno sciocco ad abbandonarci. Tuttavia sei uno sciocco coraggioso.-, Forsin si concede una risata. L'insonne si alza. Rompe la copertura, mitraglietta imbracciata e...
BLAM! Vola all'indietro con una scia cremisi che si perde nel vuoto.
Aunor lo raggiunge. Il volto dell'insonne é una maschera di sofferenza congelata nell'immobilità della morte. Una ragnatela di segmenti verdognoli lo avvolge.
Il suo Spettro appare e prova a rianimarlo. Niente. Ci riprova. Niente. Non capisce.
-È l'Aculeo.-, dico. Ne sono certo. So cosa può fare. Quando ancora non é sufficientemente potente, uccide e basta. Ma ora... A questo livello divora la Luce. Letteralmente.
E questo vuol dire che Forsin potrebbe divenire il nuovo Dredgen Yor.
-Quel figlio di una maliarda é mio!-, ringhia Aunor. Le metto una mano sulla spalla.
-No.-, dico. Lei mi fissa. E io fisso lei. Poi lei annuisce. E io mi alzo.
-Forsin.-, dico. A voce moderatamente bassa. Senza urlare. Armi puntate. La mia e la sua.
Io contro di lui. All'ultimo proiettile. La bocca da fuoco dell'Aculeo é puntata verso di me, così come la bocca da fuoco di Vacuità, il mio cannone portatile, punta su di lui.
È ferito. Spalla destra. È stato bravo. Abbiamo sparato allo stesso tempo. E ora siamo lì. Fermi.
-Oh, adesso dirai qualcosa di figo? Magari come il Rinnegato, eh?-, Forsin sorride.
-Non c'é nulla da dire.-, dico io. Ed é vero. Lui sorride.
-Sei coraggioso, Akar Murda. Ma immensamente sciocco.-, dice. Io annuisco.
Spariamo. Entrambi. In contemporanea. A occhi aperti.
Lo vedo volare all'indietro, il mio proiettile che l'ha colpito in pieno. E come in un sogno, sento il fischio maledetto del proiettile dell'Aculeo passarmi vicinissimo all'orecchio, ammorbare l'aria con la sua oscurità prima di svanire. Aunor si alza. Arriva accanto al Dredgen con una rapidità incredibile. Forsin-2 mi guarda. Ha un buco all'altezza dello stomaco. Un colpo non letale.
Aunor calcia l'Aculeo lontano e pianta un ginocchio sul petto dell'Exo.
-Allora... ora tu e io facciamo due chiacchere.-, dice.
-Se avessi della saliva ti sputerei addosso, Prassica. Tu e i suoi amici non avete idea di cosa stiamo realizzando.-, ribatte Forsin. Tossice. Aunor resta impassibie. Poi fa una cosa che non mi aspettavo: dal palmo della sua mano sinistra si sprigiona un fuoco. Un calore rovente.
Lei appoggia la mano sul petto dell'Exo. Lui urla. Dolore. Puro.
-Voglio proprio vedere se c'é ancora un cuore...-, dice. Mi fa quasi paura.
Com'era il detto? O muori da eroe o vivi abbastanza da divenire ciò che odi?
-Ok... Ok! Parlerò! Strega maledetta!-, ringhia Forsin.
-Gli altri Dredgen.-, dico io.
-Non so dove cavolo siano. Si sono dispersi!-, esclama lui. Tossisce. Non so per quanto ne avrà. Io mi avvicino.
-Noi abbiamo beccato Keris, Emsh, Xis. Poi il Pistolero ne ha preso almeno un altro...-, dico.
-Rewq-, dice l'Exo.
-Oh. Era quello il suo nome? Sai non era molto identificabile.-, dico io.
-Non importa. Siamo ancora in tanti.-, sibila l'Exo.Il suo tono é intriso d'odio e sofferenza.
-Quanti?-, chiedo io.
-Cinque. Escluso me.-, ribatte lui. Io sospiro.Cinque... Come gli Dei dell'Alveare, no? Non più. Non dopo che qualcuno ha abbattuto Xol su Marte. Guardo Aunor.
-Che si fa?-, chiedo. Non sta a me decide. Alla fine questa faccenda riguarda tanto me quanto i Prassici. E lei sicuramente avrà ricevuto ordini... La strega si alza.
-Tu tornerai a casa con noi, Forsin. Non sei più un Guardiano. Sarai interrogato, confesserai tutto ciò che sai e verrai giudicato secondo la legge dei Prassici.-, dice. L'Exo ride. E improvvisamente agisce. È pur sempre un cacciatore.
Sferra un calcio ad Aunor e si gira. Rotola su sé stesso. A sufficienza da cadere. La sua risata lo accompagna nella caduta, finché non sentiamo lo schianto, lontano, sul fondo dell'abisso.
Guardo Aunor. Ancora una volta, uno di quei folli ha preferito uccidersi piuttosto che compromettere gli altri. Ora sappiamo quanti sono. Ma a cosa é servito? Raccolgo l'Aculeo.
-Che fai?-, chiede la strega. So che potrebbe potenzialmente spararmi alle spalle per questo.
-Non voglio che qualcuno lo trovi. Hai la mia parola che lo avrai alla Torre. Lo distruggeremo.-, dico. È vero. Quell'arma non mi piace. E non voglio neanche lontanamente sapere quante vite ha mietuto. Lei non risponde. Passiamo al Trasmat.
Abbiamo da fare. Alla Torre qualcuno vorrà spiegazioni.