Per un pelo
Titano é una luna di Saturno. La più grande. Ed é un postaccio.
Metano. Oceani di metano liquido che celano chissà quali orrori. Le sole superfici emerse sono le piattaforme note come Arcologie, erette dall'umanità durante l'Età dell'Oro.
Vere e prorpie piattaforme galleggianti, volte ad esplorare le profondità degli oceani di questa luna. E, ovviamente, come poteva una simile esplorazione non risvegliare qualcosa di brutto?
Durante la Guerra Rossa ci siamo ripresi, almeno in parte, l'Arcologia del Nuovo Pacifico. Ma é un fronte ancora aperto: Caduti e Alveare che attaccano e complottano ai danni dei pochi umani presenti qui. Non mi sorprende che chi sia in comando, la vice-comandante Sloane, abbia i nervi a fior di pelle. In ogni caso la Sloane é una apposto. Tipa tosta, una titanide. Le ha viste tutte: i Sei Fronti, La Breccia, il Disastro... tutto. Sarà per questo che appena arriviamo lei ci evita ramanzine. O forse ha solo bisogno di un favore e taglia corto. Ci accoglie brevemente nella sua sala comando (sventrata e semi-esposta alle intemperie).
-Benvenuti. Mi scuso se non posso accogliervi meglio ma i Caduti e l'Alveare stanno mettendoci a dura prova. Ieri ho perso un Guardiano. Stanno alzando la testa.-, dice.
-Ci pensiamo noi.-, dico io, --Dicci solo dove colpire.-.
Due lunghissimi minuti dopo siamo sul "fronte".
Io non sono male con le armi, lo ammetto. Non mi vanterò di essere la miglior pistola del sistema ma sono... bravino. Aunor invece é fenomenale. Furia pura, canalizzata da una disciplina ferrea. L'assalto dell'Alveare guidato da un Cavaliere finisce nel fuoco, letteralmente. Il Fuoco Prassico, s'intende.
Io? Io invece mi occupo dei Caduti. Non lascio loro un istante di respiro. Attacco, sparisco grazie ai fumogeni e ricompaio in un'altra zona. I Caduti non sanno più che fare. Ed é a quel punto che attaccano in forze. Due Servitori, una valanga di Reietti e Vandali guidati da un Capitano bello importante. Sicuramente credono che un attacco al centro di comando mi obbligherà a comparire. Hanno ragione. Se non fosse che ho recuperato una cosa quand'eravamo sulla Torre.
Delirium 21%. Un gentile regalo del Ramingo. Una mitragliatrice.
Piazzato chinato davanti alla porta, li guardo. Poi loro avanzano. Sparano. Male.
Mi mancano completamente. Io premo il grilletto. Disegno una linea orizzontale di diversi metri che falcia una massa di Caduti. I Servitori avanzano. Io canalizzo la mia Luce nella più pura vacuità e colpisco. Due frecce da Vuoto divengono due ancore da Vuoto, singolarità quantiche che inchiodano i Caduti ai loro Servitori. Se li amano così tanto che se li tengano...
Ne scaglio altre. Blocco la mobilità dei Caduti schiantandoli con la gravità alterata di quei buchi neri minuscoli ma devastanti. Poi passo all'offensiva.
Sparo col mio cannone portatile. Tre colpi al centro di massa di un servitore. Esplode.
Estraggo il coltello, salto e sparo. Un altro servitore andato. I Caduti vanno nel panico.
Ne accoltello uno. Etere mi schizza addosso. Bleah.
Piroetto evitando il colpo di un Vandalo e lancio una granata. Fuoco da Vuoto divampa in linea. Trancia i Caduti sul suo passaggio, lambisce un capitano a cui do il colpo di grazia con i due colpi successivi. Lancio un fumogeno. Divento invisibile. Loro mi cercano.
Non capiscono. Io ricarico la mitragliatrice. Miro al loro comandante.
Faccio fuoco. Premo il grilletto incurante del fatto che mi sparino. Sento il dolore dei colpi ad Arco. Ma vengo ricompensato: con un rantolo il loro capitano muore.
I Caduti sbandano. Fuggono. Il centro di comando é salvo.
Aunor mi raggiunge. Neanche lei é messa benissimo. Mentre Hara appare e mi cura delle ferite riportate, le sorrido.
-Un'altra normale giornata di lavoro.-, dico. Lei non ricambia. È tesa.
Sloane ci chiede di raggiungerla. Si complimenta con noi. Ora che il nemico é respinto ha qualche istante in più. Ci chiede quali affari ci hanno condotto su Titano.
Aunor spiega brevemente che cerchiamo un Guardiano, Forsin-2. Sloane annuisce. Si ricorda di quell'Exo. Lo descrive come uno di poche parole. Ci dice che é andato alla Piattaforma appena due ore prima.
La Piattaforma é il fronte esterno. Praticamente é come l'Arcologia del Nuovo Pacifico, solo più pericolosa e meno gestibile. Ci sono pochi Guardiani da queste parti. Meglio.
Purtroppo é meglio anche per Forsin. Aunor abbatte un caduto con due colpi precisi.
-Che succede?-, chiedo. Lei tace. Ricarica.
-È tutto il giorno che sei tesa. Lo vedo, sai?-, aggiungo senza demordere.
-Se abbiamo sbagliato potremmo aver bruciato la nostra miglior pista.-, risponde lei, -L'unica e la sola.-. Io annuisco. Non ha torto, non completamente.
-Già.-, ammetto, -Un motivo in più per muoverci e andare avanti.-. Mi rivolgo al mio Spettro.
-Hara?-, chiedo. Lui scansiona l'ambiente attorno a sé.
-È qui.-, dice, -È appena sotto di noi.-. Ci sbrighiamo a liquidare due Vandali e a scendere. Entriamo in una stanza.
Troviamo solo Xur. Xur, un essere di razza ignota, che si dice inviato dai Nove, da misteriosi esseri che sono oltre la Luce e l'Oscurità. Xur, un agente dei Nove. Forsin dev'essersene andato.
Ci é sfuggito per pochissimo. Fortuna. O forse consapevolezza di essere inseguito.
-Un Guardiano Exo... l'hai visto?-, chiede Aunor.
-Sì.-, risponde l'Agente. Sì. una semplice parola.
-Non ha detto dove andava, vero?-, chiedo io.
-Parlava di follia, di lontane rovine. Parlava di un trionfo...-, disse Xur.
Un trionfo? Ora sì che ero preoccupato. Aunor afferra Xur per la veste, sempre che qualla sia una veste. È furiosa. E agitata. Pessima combinazione: perde di lucidità.
-Dov'é?-, ringhia col viso a pochi centimetri da quello tentacoloso di Xur.
-Basta.-, dico io. Le metto una mano sulla spalla. Lei sembra riprendersi, lascia l'Agente.
-La mia volontà non mi appartiene.-, dice Xur, -Io sono solo lo specchio delle loro parole.-.
-Sì. Ma Forsin? Non sai dove sia, vero?-, chiedo. L'Agente dei nove scuote il capo.
Io annuisco. Trascino via Aunor.
-So dov'é andato.-, dico. La strega si blocca. Mi fissa.
-Dove?-, chiede. Io sorrido.
-Sulla terra. Ma non nella ZME.-, dico.
-Bensì?-, chiede lei.
-Nella ZDI.-, dico io. Chiediamo subito il Trasmat. Le cose stanno per mettersi molto male.