Interrogatorio e giudizio.
La Torre non é l'unica. Sì. Mi avete capito bene. Un tempo ce n'erano altre. Otto per l'esattezza.
Io c'ero. Ero presente ai Sei Fronti alla Breccia del Crepuscolo, dove una Guardiana chiamata Daya mi ha salvato da morte certa. C'ero anche durante il Grande Disastro, quando Crota falciò metodicamente i Portatori di Luce. C'ero anche quando arrivarono i Cabal e Daya morì...
Insomma, sono sopravvissuto a parecchia roba. Sono tosto, sì può dire. Ma l'Ordine Prassico...
Non posso difendermi da loro a colpi di Luce del Vuoto. O meglio potrei, ma sarebbe una pessima idea. Assolutamente e totalmente pessima. Mi renderebbe un paria, un ricercato.
Un rinnegato.
E per quanto riguarda ciò che ho detto all'inizio...
Mi tolgono il cappuccio. Mi hanno piazzato su un trasporto e mi hanno portato qui. Ho contato cinquantasette passi dopo essere stato rimesso in piedi. Molti meno di quanti credessi.
Quando mi tolgono il cappuccio, la prima cosa che vedo é Aunor.
La bella strega se ne sta ferma di fronte a me, impassibile. Iperscrutabile come prima.
Mi fissa. Alle sue spalle ci sono due Stregoni. Un terzo é dietro un vetro a parete. È accanto a una console. A meno di un passo di distanza c'é il mio Spettro. Inibito da scariche da energia ad Arco. Riporto lo sguardo su Aunor dopo aver notato che la struttura é una parte semi-ristrutturata di una delle vecchie torri. Come se i Prassici non avessero voluto mancare di rispetto ai morti durante i Sei Fronti o la Breccia del Crepuscolo, avevano semplicemente installato piccoli generatori per alimentare quei pochi locali. Un'installazione segreta.
-Immagino che tu sappia dove siamo.-, dice Aunor, strappandomi ai miei pensieri.
-Già.-, rispondo, -Siamo nella vecchia torre a Sud-Ovest.-, dico io. Non sono intimorito.
-I Prassici usano questo luogo per cose come questa. Interrogatori come il tuo. Quale luogo migliore per ricordarci per cosa combattiamo? Sempre che tu lo sappia ancora...-, ribatte lei.
Siamo entrati in argomento e già attacca. Annuisco.
-Non devi ricordarlo a me. Ho combattuto durante la Breccia. C'ero quando questa torre é venuta giù. E c'ero quando abbiamo contato i morti.-, dico a muso duro.
-Sei stato anche sulla Luna, durante il Disastro.-, dice Aunor, -Quindi sicuramente saprai quanto può essere alto il prezzo del sacrificio. Forse troppo alto?-. Ecco...
-Il Disastro poteva essere evitato. Shaxx ci avvertì, a suo tempo.-, dico.
-Shaxx non aveva voce in capitolo. Il Consenso aveva già deciso. Una decisione dura. Non approvi, immagino.-, non é una domanda.
-Non tollero lo spreco di vite in un attacco che avrebbe necessitato maggiori informazioni.-, replico. Lei annuisce. Pare quasi annoiata. In realtà sta solo aspettando che io sbagli.
E, indirettamente ho già sbagliato.
-Akar Murda. L'uccisore di Gresk, il difensore della Breccia del Crepuscolo, superstite del Disastro. Mi ci é voluta una nottata intera per leggermi il tuo file.-, dice Aunor.
-Dunque sai tutto di me.-, ribatto io, -Non credi sia il caso che io sappia qualcosa di te? Tipo il motivo del mio arresto?-. La strega annuisce. I Prassici dietro sono statue.
-Una nostra fonte ci ha comunicato dei tuoi spostamenti di materia soggetta a proibizioni di grado Cormorano in giro per la ZME.-, dice, -Tanto basta per trascinarti qui.-.
Ok. Chi gliel'ha detto? Il Ramingo? Si danneggerebbe da solo pur di farmela pagare?
Non sembra il tipo. Il Pistolero? Neanche. Mi avrebbe fatto fuori direttamente, no?
Qualcuno dei Dredgen, forse di quelli nuovi? Possibile. Decido di frenare le ipotesi.
-Non sono io il vostro uomo. Ho chiuso col Ramingo.-, dico.
-Già. Forse hai chiuso con lui... ma hai chiuso anche con Azzardo? Hai chiuso anche con l'Oscurità?-, chiede Aunor.
-Perquisite la mia nave, se non mi credete!-, esclamo, senza cedere.
-Già fatto.-, ribatte uno dei Prassici. La strega mi rivolge un sorriso per nulla simpatico.
-Abbiamo trovato diverse armi. Niente di compromettente ma c'erano anche alcune armature appartenenti ad Azzardo Eccelso. Abbastanza da far capire che la tua rottura col Ramingo é recentissima.-, dice, -Quel che mi ha sorpreso é che non ho trovato nessuna particella d'Oscurità, almeno finché la mia fonte non mi ha fatto sentire... questo.-, dice. Lo Spettro di Aunor si materializza e proietta un immagine. Io che piazzo delle merci, borse in una zona di Trostland. Qualcosa improvvisamente sporge da una delle borse. So già cos'é.
-Allora, neghi?-, chiede Aunor.
-No. Ma vi ho già detto che ho smesso con quella roba.-, ribatto.
-Facile dirlo. Ma l'Oscurità corrode l'animo, corrompe ciò che siamo.-, ribatte uno dei Prassici. Un Exo. Simpatico...
-Immagino di non poter avere un avvocato...-, dico, cercando di sdrammatizzare.
-No. Non é un processo civile e non é neppure un processo. Tu non sei solo accusato. Per quanto mi riguarda sei già colpevole. Questa é solo una formalità. E tu hai già ammesso i fatti.-, dice Aunor.
-Io...-, espiro, calmo. Devo restare calmo. In questo momento qualunque reazione al di fuori delle parole é un suicidio bello e buono. Senza Hara posso solo farmi ammazzare.
-Sentite, avrete dei metodi per determinare se sono corrotto, no?-, chiedo.
Lo Spettro di Aunor mi scansiona rapidamente. Due volte.
-Nessuna corruzione.-, dice, -Ma non significa nulla: l'Oscurità si può nascondere in vari modi.-.
-Ok. Allora...-, inizio. Poi lo sento. Un "thud" maledettamente sonoro. Uno dei Prassici lascia la stanza. Aunor pare irritata ma recupera in fretta.
-Ascolta.-, dico, piantandole lo sguardo negli occhi, -Non credi che se fossi colpevole avrei fatto resistenza in qualche maniera? Forse fregandomene dei danni collaterali?-, chiedo.
Lei sta in silenzio. Pare ammettere almeno questo.
-Io potrò anche aver fatto quel che ho fatto, ma servo l'umanità.-, dico.
-Allora perché hai seguito il Ramingo?-, chiede lei. Sospiro. Non é semplice.
-La Luce ci é stata tolta. Più volte. E abbiamo perso la nostra Avanguardia. Più che una nuova Età dell'Oro questa sembra un'Età dell'Incertezza.-, dico, -È tanto da biasimare il cercare qualcosa da usare per difendere questa Città?-, chiedo.
-Sì, se ti rende come ciò contro cui combatti.-, ribatte Aunor.
-IO NON SONO UN DREDGEN!-, grido sbattendo un pugno sul tavolo. Il Prassico rimasto alza il fucile. Aunor rimane ferma, inamovibile. Sorride.
-No. Qui ti sbagli. Non sei più un Dredgen. Ma sicuramente lo sei stato. Un nostro agente ha detto che il tuo nome era Dredgen Mu.-, dice. Si alza. È bella. Fossimo in un altra situazione...
Ma non c'é un altra situazione e probabilmente non ci sarà più nulla. Chino il capo.
-Ora la domanda é se sei pronto a guarire, a tornare alla Luce.-, dice Aunor.
-Io non ci devo tornare. Sono ancora uno di voi.-, ribatto.
-Con queste parole, hai deciso il tuo destino.-, ribatte la strega.
E poi, improvvisamente, tutto cambia di nuovo.
Il primo rumore che sento é un crack! Ovattato dal vetro spesso ma decisamente non esattamente secondario. L'urlo di un uomo é il secondo. Chi...?
Aunor si alza rapidissima, estraendo un'arma da supporto. Una banale pistola Vest.
Uno sparo. Due. Un cannone portatile? È possibile che qualcuno stia venendo a salvarmi?
Ma viene davvero per salvarmi? Per quanto ne so é il Ramingo che invia i suoi Dredgen a chiudere la faccenda, magari pure con un bel messaggio per i Prassici.
Il Prassico accanto ad Aunor avanza verso la porta. Fa cinque passi oltre la soglia e poi si becca un coltello nella spalla destra. Aunor stringe l'arma.
-Fossi in te, eviterei.-, dice una voce. La riconosco. E non ci credo.
-Non t'immischiare, é un mio problema.-, ribatte la strega. L'uomo col mantello nero e il cannone portatile annuisce. Il loro é uno stallo perfetto, si fissano attraverso i mirini.
-Così come quello alle miniere di sale era mio. Abbiamo un vero talento per pestarci i piedi a vicenda.-, dice lui. Nessuna traccia d'ironia. Tensione pura. Qui può finire malissimo. E basta.
Alle spalle dell'uomo c'é il mio Spettro. Che non fa una mossa.
-Che cosa vuoi?-, chiede Aunor, evidentemente irritata. Il Prassico, ora lo vedo, si lamenta. Il coltello gli ha leso l'articolazione della spalla. Mobilità del braccio compromessa.
-Che tu riconsideri i fatti. Akar é innocente. Anzi, é uno di noi.-, dice il Pistolero. Alzo il capo.
Forse posso cavarmela. Tutto sommato...
-Non sta a te, Rinnegato.-, replica la strega. Lui annuisce.
-È vero. Non sta a me. Ma d'altronde non stava neppure a te fermarmi su alle Miniere, quindi...-, l'uomo butta qualcosa a terra. Due pezzi separati. Aunor fa istintivamente un passo indietro.
-L'Aculeo.-, dice guardando la ben nota Arma del Dolore. Lo riconosco. È l'Acuelo di Dredgen Keris, che ho ucciso sulla Riva Contorta. Le due parti sono tagliate alla perfezione.
L'uomo abbassa la pistola. Aunor, inconsciamente, fa lo stesso.
-Questo l'ho trovato sulla Riva Contorta. Indovina chi ha ucciso quello che lo usava?-.
La strega mi guarda. Dubita.
-Tu c'eri?-, chiede al Pistolero.
-Dall'inizio alla fine. Dredgen Keris era uno di quelli vecchi. Non il gruppo originale ma comunque abbastanza esperto da poter manipolare l'Oscurità ad altri livelli rispetto agli idioti che girano dandosi il nome di Dredgen. Era un pericolo enorme. Ed é merito suo se non é più tale.-, dice lui indicandomi.
-Modestamente...-, mormoro io. Inizio a capire che forse sono salvo.
-Mi stai dicendo che dovrei lasciarlo andare?-, chiede Aunor.
-Così come tu mi hai detto di non uccidere quei due alle miniere.-, replica l'uomo.
La strega lo fissa, ancora un istante. Si vede che vorrebbe fregarsene ma...
-E sia. Ma lo terremo d'occhio.-, dice. Il Pistolero annuisce.
Emetto un sospiro di sollievo.
-Bene. Allora posso tornare alle cose importanti...-, dice lui. Si volta ed esce.
-Grazie. Il prossimo giro lo offro io.-, gli dico. Lui scrolla appena le spalle.
-Faresti bene a dimenticartelo: passerà un bel po' prima che tu mi riveda.-, dice.
Annuisco mentre se ne va.
-Che facciamo?-, chiede uno stregone Prassico ad Aunor. Lei sospira.
-Lo confiniamo temporaneamente in una località protetta.-, dice.
Perché non mi suon affatto bene?