Confronto
Mi avvicino piano, da un'angolazione inaspettata. Lentamente. Poi, d'improvviso commetto un errore, strusciando il piede sinstro sul ghiaietto, producendo un suono appena udibile ma sufficiente. Non é un errore nel senso classico del termine. È voluto.
E come previsto, lui si volta. Cappuccio e mantello neri, corazza minimale, una maschera banale da cui emerge una voce. Non vedo il suo Spettro ma non significa nulla.
-Dredgen Mu.-, dice riconoscendomi. Colgo appena della sorpresa nella sua voce.
-Dredgen Keris.-, dico io, riconoscendolo. Sappiamo già entrambi cos'accadrà. Solo uno di noi se ne andrà da qui con le sue gambe. Per questo io ho la mano appoggiata al mio cannone portatile e so che la sua, sotto il mantello, stringe l'impugnatura dell'arma che un tempo anche io avevo. Un'arma oscura, dedita al dolore.
-È curioso. Pensavo non saresti riuscito a uscire dal Piano Ascendente.-, dice Keris.
-Eppure eccomi qui.-, dico io. Alla fine non resta molto da dire. Gli chiederei di togliere il casco, ma non ne vedo il motivo. Non davvero. So già com'é in viso.
-Impresa notevole, Mu.-, dice lui. Io scuoto il capo.
-Non é più quello il mio nome.-, gli faccio notare. Lui ride. Per niente divertito.
-Quindi ci rinunci. Beh, mi sorprendi, Akar. Potevi essere molto di più di ciò che sei.-, dice.
Io non rispondo. Lascio che continui a vaneggiare.
-Sai, mi chiedevo quando ti saresti rifatto vivo. Pensavo che il Pistolero o i Prassici avessero potuto trovarti per primi. Ma mi sbagliavo. Pesavo che saresti tornato alla Torre, magari al Crogiolo e ancora mi sbagliavo. Ho persino creduto di rivederti in Azzardo. E invece...-, improvvisamente Keris si ferma, come paralizzato da una certezza.
-È stato il Ramingo ad aiutarti.-, non é una domanda, ma annuisco in ogni caso.
-Sei pericoloso, Sirtius.-, dico. Ho usato consapevolmente il suo vero nome, per infastidirlo. Lui scuote il capo.
-Pericoloso? Ho raggiunto un potenziale insospettato, inconcepibile per i damerini della Torre. Posso piegare le tenebre al mio volere. È fatta, fratello! Questa é la nuova via!-, proclama esaltato la sua verità. Io scuoto il capo.
-Il tuo potenziale é mera illusione. Non sei tu che pieghi l'Oscurità al tuo volere. È l'Oscurità che ti piega al suo. E sei cieco se credi il contrario.-, dico.
-Anche tu hai visto quanto potere celano i Sussurri. Anche tu sai che c'é potenziale là.-, ribatte Keris. È calmo mentre asserisce ciò.
-No. Il solo potenziale che c'é laggiù é follia e morte. L'Aculeo che tu brandisci é un'Arma del Dolore. Ha richiesto la sofferenza di molti per essere forgiato.-, dico.
-I deboli periranno sempre.-, ribatte con assoluta sicurezza lui.
-Anche gli illusi, come te.-, replico io. Ora, finalmente la sua altezzosità si spezza in un'esclamazione intrisa di rabbia.
-È così che vuoi che finisca, fratello?-, chiede.
-Non mi lasci scelta.-, ribatto io, -Neanche i Prassici esiterebbero sapendo ciò che so io.-.
-E cosa sai?-, chiede lui. Pare interessato. In realtà, entrambi siamo lì, sospesi nel tempo.
In attesa del momento buono per sparare.
-Hai sterminato venticinque persone. Uomini e donne. Gli esploratori dell'Orbita morta.-, dico, -Li hai uccisi senza pietà. E quando ho provato a fermarti, tu hai reagito scagliandomi in una fenditura e strappandomi la Luce.-.
-Tutto vero. Alla luce di questo, amico mio, sei convinto di voler continuare? Morirai.-, dice.
-Tutti, prima o poi, muoiono.-, dico io. Sono calmo. Anche troppo. Poi, di colpo, Keris ride.
-Vero. Ah, Akar... sei stato un'idiota a rinunciare a tutto questo.-, dice.
-Per cosa? Diventare un folle assassino che ha voltato le spalle a tutto ciò che aveva giurato di proteggere? Sei patetico, Keris. E se pensi che l'Oscurità ti salverà sei un folle.-, dico.
-La tua Luce sarà un banchetto delizioso.-, dice lui con tono goloso.
Non c'é altro da dire. Lo so e lo sa anche lui. Il movimento é fluido, istantaneo. Totale.
Alzo il braccio estraendo l'arma. Lui estrae a sua volta, lanciando all'indietro un piede, per offrire meno bersaglio possibile. Spariamo. Entrambi. In contemporanea.
Lui non colpisce. Io sì. Spalla destra. Sangue in volo. Il buon vecchio proiettile ha fatto il suo lavoro. Eppure, ancora Keris vuole reagire. Alza l'Aculeo sparando altri tre colpi. Salto. E richiamo la mia Luce. Un coltello da vuoto mi appare in mano. Saltando verso il mio nemico taglio. Sento l'aria venir fesa, poi il materiale. E quando atterro mi volto a contemplare il risultato del mio attacco.
Keris giace a terra, non morto ma sofferente. L'Aculeo, l'arma maledetta che aveva usato é spezzata. Tranciata dalla Luce del Vuoto che nella mia mano destra ha preso la forma di un'arma da taglio. Lascio che la lama da Vuoto svanisca.
-Allora?-, chiede Keris. Ride. A dispetto della sofferenza, -Ora farai come lui? Mi chiederai quali sono le mie ultime parole?-. Mi sfotte. È tutto ciò che gli resta.
-Non hai più il tuo spettro.-, dico io, -Non sei più un Guardiano.-. Keris ride.
-E pensi che io sia già battuto?-, chiede. Inizia a salmodiare qualcosa. So già cosa vuole fare. Estraggo nuovamente il mio cannone portatile. Percepisco qualcosa agitarsi dietro di me. Un orrore che ho già avuto il dispiacere di affrontare. Miro. Al cuore.
-Risparmiamelo.-, dico. Non é una supplica, solo una consapevole richiesta. Un ordine.
Il dito preme il grilletto. Blam. Dredgen Keris giace riversato sulla schiena, morto.
Attendo. Un minuto. Due. Il suo Spettro non arriva. L'ha ucciso o se n'é andato. Disgustato dagli atti del suo padrone. Schifato dall'orrore che aveva inconsapevolmente generato quando l'aveva scelto per divenire un protettore dell'umanità.
-Sai, hai fatto una scelta che ho fatto anche io. Ma io non volevo più potere. Non m'interessava.-, dico, -Volevo solo difendere meglio l'umanità. Ecco la differenza tra di noi.-.
-Forse penserai che questa vendetta sarà l'inizio della mia caduta. E non ti nego che sono ancora furioso. Con tutti voi. Con l'Avanguardia per la sua inazione. Ma non diventerò così.-.
Sospiro. So bene cosa dovrei fare ora. Ripongo il cannone portatile.
Il corpo di Keris pare divenire più scuro. L'Oscurità che viene a reclamare il suo pupillo...
Canalizzo la mia Luce sotto forma di lame. Lame da Vuoto. E le affondo nel suo petto.
Il corpo di Dredgen Keris si dissolve nel nulla.
-E ora?-, chiede Hara. Non lo so. Non ne ho idea.
-Pizza.-, dico. Lo Spettro pare annuire.
È tempo di lasciare quel luogo. E ho ancora fame...