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Ti piace scrivere? Vorresti partecipare ad un racconto a più mani? Hai mai sognato di prendere parte ad uno pseudo GDR cartaceo? Questa è la stanza che fa per te.

Nappone Grande Gamer

Prologo - Parte 1 "I am Legion"

Nappone entrò nella sua stanza e salutò Nappone impegnato a giocare a Mass Effect 3. Nappone non ricambiò il saluto, era troppo impegnato, ma Nappone sì. “Ciao Nappone, com’è andato l’esame?”. Nappone, seduto comodamente sulla poltrona sorseggiando thè e biscotti, vedendo entrare Nappone si alzò velocemente e gli cedette il suo posto. “Oh grazie mille” esclamò Nappone, mentre Nappone posò la sua tazza sulla scrivania in cui Nappone stava scrivendo la tesi. “Attento che rischi che ti faccia cadere la tazza!”. “Oh, scusa” “Nessun problema”, dunque poggiò la sua tazza su di un davanzale. “Sto cazzo di platino di Mass Effect 3 mi prenderà un fottio di tempo”. Nappone offrì un biscotto a Nappone, “ecco a te”. Da che Nappone era entrato in stanza, Nappone aveva smesso di leggere i Fratelli Karamazov, non diceva nulla, ma con lo sguardo chiedeva con insistenza notizie a Nappone.
“Trenta, niente lode”.
Tutti i Nappone nella stanza smisero di fare quel che stavano facendo e iniziarono a festeggiare e ridere. Nappone aveva preso un altro trenta, ad un esame per nulla facile per giunta.
Erano tutti molto fieri di sé.
“Non facciamo sciocchezze però, non perdiamo tempo che non c’è alcun motivo per festeggiare troppo”. Dunque Nappone tornò a giocare,
Nappone tornò a leggere i fratelli Karamazov,
Nappone tornò a bere thé sul davanzale,
Nappone tornò a guardare Todo Modo,
Nappone tornò a pulire,
Nappone tornò a masturbarsi,
Nappone tornò a contare i risparmi messi da parte con il lavoro,
Nappone tornò a giocare ai giochi di Sonic sul Game Boy Advance
Nappone tornò a guardare i video di quei due sul server su youtube, sottolineando “che merda” ogni due su tre, ma continuando comunque a guardarli.
Tutto questo mentre Nappone riposava sulla poltrona. “Fammi spazio per favore” disse Nappone, poi prese la tazza di thè e la porse a Nappone mentre lui poggiò un manuale di diritto costituzionale al davanzale. Nappone era ora fermo al centro della stanza e beveva thé così, in piedi, ma Nappone aveva proprio voglia di quel thé e niente, neanche la scomodità, lo avrebbe fermato.
La maniglia della porta della camera si abbassò e la tazza di thè cadde sul pavimento.
L’odore delle foglie londinesi, souvenir che molto gelosamente fino a quel momento Nappone aveva custodito, divenne il contorno perfetto per l’ingresso di Joanna, una ragazza minuta, non più alta di un metro e sessanta, dai lunghi capelli castani. Entrò in quella camera e si stupì nel vedere più libri aperti, la playstation accesa, una tazza di thè rotta per terra, una tv con un film ancora in corso…
“Amore, non starai esagerando?” scherzò Joanna, ma Nappone rimase serio.
“Siediti Joanna, devo raccontarti una cosa molto strana che mi è successa qualche giorno fa…”