Prologo- parte 1. "Una giornata come tante"
Un rumore fastidioso, progettato per esserlo, riecheggia nella stanza.
In maniera pigra, allungo la mano verso il mio smartphone e trascino il dito verso sinistra.
Il rumore svanisce.
La sveglia, come ogni giorno, è impostata per le ore 7:00.
Apro gli occhi e, con molta calma, mi trascino giù per le scale.
Saluto mia madre, una donna minuta ma con una forza d'animo enorme, chioma rossa e nera in testa per non far scordare alla gente la squadra di calcio che tifa, e proseguo per la stanza.
Rivolgo un cenno a mio padre e lui fa altrettanto.
Siamo uguali io e lui. Burberi fuori, ma buoni dentro. Ci salutiamo a malapena, ma ci vogliamo bene, e quando iniziamo a parlare di tecnologia (lui è un ingegnere elettronico, io un appassionato di tecnologia) passiamo ore e ore davanti al tavolo senza accorgercene.
Ultimo saluto prima di raggiungere il bagno, mia sorella, Joy. Ha qualche anno in meno di me, frequenta le scuole superiori con ottimi risultati, e danza a livello professionistico. Il mio opposto.
Finito il solito rito mattutino di saluti, mi lavo, mi vesto e esco di casa.
Solita giornata lavorativa standard.
Ogni tanto mi guardo allo specchio e penso a quanto sia ironico il destino. Non sono mai stato un ragazzo interessato agli studi. Certo, ho frequentato un istituto superiore, ma con fatica. Ero proprio negato, o solo svogliato. Finite le superiori ho tentato, con scarsi risultati, di frequentare l'università, fino a quando non ho trovato lavoro, come rappresentante. Di libri scolastici. Ironico no?
La giornata prosegue come tutte le altre. Siamo in febbraio, un momento calmo, quindi passo la mattina a sistemare qualche libro in magazzino, preparandomi per l'imminente campagna scolastica, sfogliando occasionalmente i libri che mi passano in mano.
La giornata lavorativa termina alle 19:30, orario in cui rincaso, saluto la famiglia, mi butto sul divano, accendo la play e attendo la cena.
"A TAVOLAAAAA" urla mia madre.
Cena veloce, silenziosa, si guarda il TG come ogni sera. Mia madre e mio padre parlano di lavoro (lei gestisce l'ufficio commerciale nell'azienda dove mio padre è ingegnere) e mia sorella gioca con il cellulare (pessimo vizio, ma a lei tutto è concesso visto che è brava in tutto quel che fa nella vita) .Consumo la mia bistecca in meno di dieci minuti e esco a fumarmi una sigaretta. La migliore della giornata, quella dopo cena.
Rientro, torno nella mia stanza e proseguo a giocare fino a tarda notte.
Ho fatto le due anche oggi.
Spengo, mi corico e mi addormento in un attimo, sperando di sentire la sveglia domattina.
Ogni giorno passa in questo modo. Si salva la domenica, giorno in cui ne approfitto per vedere a colazione un mio caro amico, Axel.
Siamo stati compagni di classe al liceo, ora lui è finito a insegnare in quello stesso istituto, e io sono il suo rappresentante. Ogni domenica ci vediamo per una colazione, seguita da partite in co-op su qualche picchiaduro, o la visione di qualche anime.
Ma, terminata la domenica, la mia routine riparte, inesorabile come lo scorrere del tempo.
Tuttavia, qualcosa mi avrebbe cambiato per sempre il giorno successivo :
il giorno in cui decisi di spezzare la monotonia della mia vita, spinto dalla mia innata curiosità.
Purtroppo quello fu anche il mio ultimo giorno di vita.
Continua.
Garth Brown
bene bene, curioso di vedere cosa avrai architettato.
Michael Fenix
Punto a tenere alta la suspence 😎