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Ti piace scrivere? Vorresti partecipare ad un racconto a più mani? Hai mai sognato di prendere parte ad uno pseudo GDR cartaceo? Questa è la stanza che fa per te.

Michael Fenix

Prologo- parte 1. "Una giornata come tante"

Un rumore fastidioso, progettato per esserlo, riecheggia nella stanza.
In maniera pigra, allungo la mano verso il mio smartphone e trascino il dito verso sinistra.
Il rumore svanisce.
La sveglia, come ogni giorno, è impostata per le ore 7:00.
Apro gli occhi e, con molta calma, mi trascino giù per le scale.
Saluto mia madre, una donna minuta ma con una forza d'animo enorme, chioma rossa e nera in testa per non far scordare alla gente la squadra di calcio che tifa, e proseguo per la stanza.
Rivolgo un cenno a mio padre e lui fa altrettanto.
Siamo uguali io e lui. Burberi fuori, ma buoni dentro. Ci salutiamo a malapena, ma ci vogliamo bene, e quando iniziamo a parlare di tecnologia (lui è un ingegnere elettronico, io un appassionato di tecnologia) passiamo ore e ore davanti al tavolo senza accorgercene.
Ultimo saluto prima di raggiungere il bagno, mia sorella, Joy. Ha qualche anno in meno di me, frequenta le scuole superiori con ottimi risultati, e danza a livello professionistico. Il mio opposto.
Finito il solito rito mattutino di saluti, mi lavo, mi vesto e esco di casa.
Solita giornata lavorativa standard.
Ogni tanto mi guardo allo specchio e penso a quanto sia ironico il destino. Non sono mai stato un ragazzo interessato agli studi. Certo, ho frequentato un istituto superiore, ma con fatica. Ero proprio negato, o solo svogliato. Finite le superiori ho tentato, con scarsi risultati, di frequentare l'università, fino a quando non ho trovato lavoro, come rappresentante. Di libri scolastici. Ironico no?

La giornata prosegue come tutte le altre. Siamo in febbraio, un momento calmo, quindi passo la mattina a sistemare qualche libro in magazzino, preparandomi per l'imminente campagna scolastica, sfogliando occasionalmente i libri che mi passano in mano.

La giornata lavorativa termina alle 19:30, orario in cui rincaso, saluto la famiglia, mi butto sul divano, accendo la play e attendo la cena.

"A TAVOLAAAAA" urla mia madre.

Cena veloce, silenziosa, si guarda il TG come ogni sera. Mia madre e mio padre parlano di lavoro (lei gestisce l'ufficio commerciale nell'azienda dove mio padre è ingegnere) e mia sorella gioca con il cellulare (pessimo vizio, ma a lei tutto è concesso visto che è brava in tutto quel che fa nella vita) .Consumo la mia bistecca in meno di dieci minuti e esco a fumarmi una sigaretta. La migliore della giornata, quella dopo cena.

Rientro, torno nella mia stanza e proseguo a giocare fino a tarda notte.
Ho fatto le due anche oggi.
Spengo, mi corico e mi addormento in un attimo, sperando di sentire la sveglia domattina.

Ogni giorno passa in questo modo. Si salva la domenica, giorno in cui ne approfitto per vedere a colazione un mio caro amico, Axel.
Siamo stati compagni di classe al liceo, ora lui è finito a insegnare in quello stesso istituto, e io sono il suo rappresentante. Ogni domenica ci vediamo per una colazione, seguita da partite in co-op su qualche picchiaduro, o la visione di qualche anime.

Ma, terminata la domenica, la mia routine riparte, inesorabile come lo scorrere del tempo.

Tuttavia, qualcosa mi avrebbe cambiato per sempre il giorno successivo :
il giorno in cui decisi di spezzare la monotonia della mia vita, spinto dalla mia innata curiosità.
Purtroppo quello fu anche il mio ultimo giorno di vita.

Continua.