Glorfindel ha scritto una recensione su BioShock Infinite
Un lavoro superiore alla media, e non fatico a definirlo capolavoro, sebbene abbia i suoi difetti.
Il titolo è ben noto, lascio stare trama (un intreccio di avvenimenti che fa uso dei viaggi spazio temporali tra universi paralleli in un multiverso che comprende naturalmente anche Rapture che più avanti si potrà di nuovo esplorare anche nel suo periodo di gloria) e meccaniche (come quelle dei primi due Bioshock, ma senza la palla della liberazione delle sorelline, per grazia di Dio) e passo subito alle emozioni.
Innanzitutto il gioco presenta una delle più belle donne mai viste in un VG. Non parlo di mera bellezza estetica (che c’è, è davvero notevole), ma Elizabeth è vera. Ogni dialogo mostra una infinità di espressioni sul suo viso, della bocca, degli occhi, il movimento della testa, delle ciglia, delle mani, di tutto. E’ perfetta. Ci si può innamorare, davvero. Anche per quanto riguarda il doppiaggio: quando grida, quando esprime delle emozioni è… emozionante. Sia nel gioco base che nei DLC dove appare come una donna più matura.
Accompagnerà il protagonista per quasi tutta la durata del gioco e sarà di grandissimo aiuto durante molte fasi dello stesso, soprattutto durante i combattimenti in quanto grazie agli squarci permetterà al giocatore di avere dei vantaggi sui nemici notevoli (torrette e robot automatici alleati, ripari, medikit ecc…) ma anche durante le normali fasi esplorative, in quanto a volte trova lei dei soldi, i grimaldelli o indica altra roba utile che durante l’esplorazione potrebbe sfuggirci.
Il fatto è che la sua presenza in realtà rende molto più facile del normale il gioco (questo è molto più facile dei primi due Bioshock), ma me ne sono fregato altamente. La storia e i personaggi li ho trovati così appassionanti che a volte proprio le fasi di combattimento non vedevo l’ora che passassero in fretta per vedere la prossima ambientazione e cosa faceva Elizabeth. E a cosa puntava la trama. Forse anche per questo per me stride un poco la fase finale (di combattimento) che rispetto alla facilità del gioco base alza un pochino l’asticella. Forse ci sono arrivato distratto o stanco, tanto che per ben 3 volte l’ho fallita (difficoltà normale). Ma il giorno dopo al primo tentativo l’ho chiusa. Probabilmente nel giocarlo alla lunga c’è davvero una discontinuità di difficoltà e bisogna fare mente locale per rifocalizzarsi sulla manualità e la velocità dei movimenti.
Tecnicamente il gioco è finalmente solidissimo: i due Bioshock, compresi i Remastered, sono abbastanza mediocri, ma questo è rock solid e non ha mai avuto una incertezza. Non parlo di fps alti e fluidità costante, ma anche di crash e incertezze. Qui mai. Graficamente risente un pochino dell’età oggi (è pur sempre del 2013) soprattutto a riguardo degli elementi più lontani all’aperto quando il tutto sembra sia pervaso da una fitta sfocatura perenne. Negli interni però il tutto rientra con ottime texture e bellissimi scorci. Addirittura i DLC fanno di meglio (ad esempio nel secondo a un certo punto si percorre un viale battuto da una violenta tempesta: è fantastico).
Notevole anche il comparto sonoro con una musichetta che mi gironzola ancora per la testa mentre ripenso alle lunghe camminate che facevo inseguendo Elizabeth per le strade assolate o sferzate dal vento di Columbia. E che, dopo avere visto il finale (il secondo DLC, giocatelo, merita, naturalmente dopo avere finito il primo), ancora ora mi trasmettono tanta malinconia e tristezza. Sigh.
9/10
Voto assegnato da Glorfindel
Media utenti: 8.9 · Recensioni della critica: 9