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ha aggiornato la sua collezione

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Cover Grand Theft Auto IV: Episodes From Liberty City per PC

Comeback kid

Flabbergasted. Mi piace un sacco questa parola, che gli inglesi usano per descrivere un qualcosa che stupisce in maniera netta e decisa. Io GTA IV l'ho finito nel lontano 2013, solo il gioco base, pensando si di aver passato una sessantina di ore divertenti, ma che comunque non mi aveva di fatto emozionato e stupito come fecero nell'ordine il 3, vice city (forse lui meno di tutti) e SA (per me il goat). Ora a distanza di più di 10 anni, decido di riprendere in mano il gioco che non mi aveva entusiasmato così tanto e nel complesso, riesco a rivalutarlo. Non lo vedo come quello che avrei voluto, bensì per quello che è. Ha un DNA diverso da San Andreas, di molto, e dico a me stesso che va bene così. E mi piace. I veicoli (oggetto della discordia) sono molto simulativi ed è comunque da apprezzare il lavoro di Rockstar che ha cercato di cambiare ed aggiungere un po' di realismo, in questa formula che in effetti andava rinnovata. La fisica dei corpi è interessantissima e soprattutto divertente, rendendo ad esempio mille volte più divertente l'investimento dei pedoni che voleranno sempre in modo diverso, mentre nelle sparatorie, giovando di un sistema di hitbox ampio, si possono ad esempio disarmare gli NPC mirando alla loro arma oppure incapacitare senza uccidere mirando agli arti. Insomma, il gameplay è profondissimo. E sono riuscito a rivalutarlo, senza pregiudizi del caso. Finita questa chiosa obbligatoria, finalmente parlerò dei dlc, mai giocati fino ad ora. Taglio corto e dico che sono due delle esperienze di gioco Rockstar più belle, tra alti e bassi comunque, visto che non sono privi di difetti. Il primo, Lost and the damned, forse pecca di una scrittura un po' superficiale a tratti, i colpi di scena forse troppo prevedibili e anticlimatici, ma qui forse sono io che sto facendo pelo e contropelo. Diverte comunque un sacco, specialmente le side mission delle gare in moto, dove oltre a correre tiri mazzate da baseball sul muso degli NPC. Il secondo dlc è sicuramente quello più completo, quello che mi è sembrato anche scritto meglio, con una storia magari più coinvolgente e meno scontata. Le armi e i veicoli oltretutto qui sono fuori di testa, c'è una varietà e un divertimento che mi hanno fatto tornare quattordicenne, quando smanettavo coi trucchi e in SA spawnavo tank e lanciarazzi. Geniale poi gli "incroci" con Niko e le missioni fatte proprio nella campagna del gioco base dove ci troviamo spesso a incrociare appunto Johnny e Tony, ma stavolta giocandole dal loro punto di vista. Rockstar qui ancora una volta si conferma nettamente superiore nel raccontare storie e non riesco a pensare a niente di simile in un videogioco e un suo dlc. Ed è per questo che vorrei ci fosse questo tipo di approccio anche per GTA VI, più iniziativa e ambizione, ciò che forse è mancata in GTA V, che ha, comunque, consegnato alla storia forse la scrittura migliore di questa saga. Che amo alla follia.

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