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Fino a che punto le case produttrici devono ascoltare la fan base di un determinato videogioco?

Ho letto poco fa una notizia abbastanza allarmante su Crash Bandicoot 4. La notizia diceva che è scattata una petizione per ripotare il design di Crash a quello originale.. Ma una cosa del genere farebbe slittare l'uscita del gioco in se, quindi vi chiedo Fino a che punto una casa produttrice e sviluppatrice deve assecondare la Fan Base del suo titolo?

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Penso che il parere dei fan venga più post che pre produzione di un titolo. Se le SH dovessero sviluppare videogiochi esclusivamente in funzione delle indicazioni dei fan il rischio sarebbe quello di produrre games prevedibili, privati di quella ricerca di originalità che tanto manca nel panorama videoludico attuale... Poi forse sarebbe da fare una distinzione tra pareri esclusivamente conseguenza di attaccamento al videogioco/brand/personaggi e pareri costruttivi di gamer che guardano avanti e formulano idee interessanti e innovative...

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Secondo me non dovrebbero ascoltarli per niente. Perlomeno non su un gioco che deve ancora uscire. Va benissimo ascoltarli per un sequel per limare e migliorare qualcosa nel gameplay ma non prima di aver giocato un titolo. Già l'originalità nel mercato odierno latita, se ci mettiamo a dare adito ad ogni lamentela avremo giochi tutti uguali. Senza contare che tantissimi Capolavori del passato non esisterebbero.

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Il meno possibile le petizioni dei fan mi sembrano una bambinata. Al limite per dei motivi un po' più seri si potrebbe perlomeno ascoltare. Come ad esempio snaturare una saga con delle meccaniche più moderne, magari per monetizzare, come è successo negli anni.

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Penso che il parere del videogiocatore debba essere preso in considerazione dalle software house laddove si parli di bug, glitch e al massimo bilanciamento del combat system. Design, trama, personaggi e in generale lato artistico e strutturale di un gioco dovrebbero essere sempre quelli voluti dal team di sviluppo (stesso discorso vale per me in generale per tutto ciò che è considerabile arte), più che altro perché solo così può nascere qualcosa di innovativo e un'opera migliorativa col passare del tempo.

 

@LORP98 Sono del parere che in ambito artistico si entri nella sfera della soggettività pura (a me per esempio non piacciono per niente alcuni giochi oggi blasonatissimi e viceversa, ossia adoro alcuni giochi che in generale vengono considerati addirittura brutti, ma credo sia la cosa più normale al mondo).

Non conosco il caso particolare di DMC di persona (anche se ho amici che me ne hanno parlato e lo hanno giocato), ma mi sono trovato parecchie volte in contraddizione (giustamente direi) con i gusti di altra gente, dato che su trama, personaggi e lato artistico ognuno la pensa come meglio crede e non ci sono secondo me delle linee guida generali e dei gusti "migliori" di altri.

Se un'opera comunque è "sbagliata" per qualcuno, la software house può cercare di raggiungere quella parte di pubblico insoddisfatta con spin-off o capitoli della saga principale che cambino le carte in tavola.

Un esempio che mi viene in mente è pokémon spada e scudo, gioco creato appositamente per soddisfare i giocatori di competitivo ma di certo non per i nostalgici, in cerca di una trama meglio gestita, di personaggi più realistici e di dungeon più soddisfacenti: non per questo è un gioco brutto o bello oggettivamente, ma semplicemente qualcuno è fuori target (per la legge dei grandi numeri).

Per quanto riguarda DMC molti dei miei amici lo hanno ritenuto molto soddisfacente, alcuni adorando poi DMC 5 altri invece preferendo il primo che ho citato perché volevano dei cambiamenti drastici. A ciascuno il suo insomma, fermo restando che il lato artistico rimane esclusivamente soggettivo mentre quello tecnico in buona parte oggettivo (FPS ballerini, gioco troppo semplice o troppo difficile, dungeon malstrutturati e tutti quei difetti che in un videogame possiamo considerare "tecnici" e di fatto oggettivi, per chi ovviamente conosce bene il media e il genere di riferimento).

 

@LORP98 Aggiungo poi che se una grossa fetta di pubblico scegliesse ogni volta la direzione artistica delle software house, molti generi sparirebbero e molte persone smetterebbero di giocare perché magari hanno gusti differenti (un esempio pratico è il già citato pokémon, che se avesse d'ora in poi solo giochi per i fan del competitivo perderebbe la fetta di pubblico casual mentre se avesse solo giochi per i fan storici della serie perderebbe i succitati giocatori di battaglie pokémon online).

Io personalmente lascerei il lato artistico in mano ai team di sviluppo, perché poi dalla libertà di idee può sempre nascere qualcosa di nuovo che stupisce, in positivo o in negativo ma comunque sempre sperimentando e non rimanendo sugli stessi canoni, e poi si è sempre in tempo per provare altre strade o batterne di vecchie con sequel, prequel, midquel e spin-off, accontentando tutti i palati.

Se invece i fan aiutassero le software house solo con bug e glitch, allora si otterrebbero semplicemente dei giochi più puliti e giocabili sin dal dayone (facendo betatesting massivo, per esempio), quindi un guadagno oggettivo per tutti.

Fino a che punto le case produttrici devono ascoltare la fan base di un determinato videogioco?